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L' INTRICATA SITUAZIONE DELL'EX STAZIONE FERROVIARIA DI CORTINA D'AMPEZZO

Marina Menardi - Alice Gaspari

01/11/2009

Che la situazione dell'area dell'ex stazione ferroviaria fosse intricata un po' si sapeva. Quanti di noi si sono chiesti in questi anni: «Ma perché il Comune non sfrutta la zona della stazione per fare un bel centro, un parcheggio, o altro?» Lo stesso programma delle Opere Pubbliche promesso in campagna elettorale dal gruppo «Progetto per Cortina» ruota attorno alla costruzione di un polo culturale, con la costruzione della biblioteca nella zona in questione, e un parcheggio interrato di quattro piani che dovrebbe fungere da smaltimento al traffico di chi proviene soprattutto da sud. Ma l'utilizzo dell'area della stazione per le opere promesse si sta scontrando con ostacoli di non poco conto.

OTTOBRE 2009: IL DEMANIO RIVENDICA LA PROPRIETÀ DI UNA PARTE DELL' AREA E BATTE CASSA

Durante lo scorso mese di ottobre, una vera e propria doccia fredda si è riversata su Cortina: con una lettera inviata a Comune, Bocciofila, Curling e alcuni privati, il Demanio chiede il pagamento dell'indennità per l'occupazione degli immobili sulla parte che lui reclama di sua proprietà, e cioè l'area che si trova verso la funivia Faloria, dal 1990 ad oggi.

Una somma totale di oltre 1,3 milioni di euro, così suddivisa: 535mila per la bocciofila, 205mila euro per i gestori del bar dell'ex stazione, 195mila euro per il Comune, 187mila euro per il curling center e 185mila euro per un privato.

Il segretario comunale Agostino Battaglia afferma che probabilmente il calcolo è stato fatto in seguito ad un'ispezione sul luogo di alcuni agenti demaniali, che hanno individuato anche i soggetti che al momento usufruiscono degli immobili.

Da qui sono poi partite per ciascuno di essi le richieste di indennizzo. Cifre molto elevate, difficilmente affrontabili da associazioni no profit come la bocciofila e il curling center, che comunque dispongono della sede nel piazzale della stazione solamente dal 2000.

Nello specifico, il Demanio richiede al Comune l'indennità per l'utilizzo dell'aliquota di fabbricato adibito a magazzino identificato al f. 69A dell'estratto di mappa catastale con la p.ed. 1083, per un totale negli anni di Euro 191.260,49 (v. tabella nella pagina a lato) e l'indennità per l'utilizzo di area adibita a strada identificata al f. 69 con la p.f. 8953/1, per euro 4.232,91, e agli altri soggetti le indennità per le aliquote degli altri fabbricati che insistono sulle p.f. 1081, 1082, 1083 e 1084. Le motivazioni di richiesta dell'Agenzia del Demanio per l'utilizzazione della aliquote di sua proprietà sono elencate nelle premesse della lettera: in base ad un parere dell'Avvocatura Distrettuale dello Stato di Venezia del 31 ottobre del 2006, il Demanio risulta essere proprietario degli immobili in questione per effetto della scadenza di concessione della zona all'ex società S.p.a. Automobilistica Dolomiti, che gestiva il tratto ferroviario Calalzo-Dobbiaco.

All'Ufficio Tavolare risulta in effetti l'annotazione in data 13 ottobre 1970, in cui vi è la cessione in data 1967 dell'area alla S.p.a. Automobilistica Dolomiti, con sede a Padova, con l'annotazione del vincolo gratuito di reversibilità allo Stato alla scadenza della concessione.

Se fosse così, il Demanio avrebbe ragione a richiedere l'indennizzo, ma la situazione è ben più complessa.

 

1989: COMUNE E DEMANIO STIPULANO UN ATTO DI PERMUTA TRA I TERRENI DELL'AREA DELL'EX STAZIONE E L'AREA DEL PIAZZALE REVISANA

Il 20 dicembre del 1989 il Comune di Cortina, nella persona dell' assessore anziano Roberto Gaspari, e l'Intendenza di Finanza, rappresentata dal reggente della provincia di Belluno, dott. Elio Iarabek, in rappresentanza dell' Amministrazione demaniale, stipulano un atto di permuta di terreni, che sarà intavolato il 10 giugno del 1996: il Comune cede al Demanio il piazzale in località Revisana per la costruzione delle caserme dei Carabinieri e dei Pompieri, ottenendo in cambio l'area dell'ex stazione con gli immobili che si trovano sopra. In base alle valutazioni dell'U.T.E. (Ufficio Tecnico Erariale) di Belluno, il Comune corrisponde al momento della stipula dell'atto definitivo un conguaglio pari alla differenza di valore dei terreni di 350milioni di lire. Al momento della permuta le proprietà di alcune aliquote dei terreni e fabbricati ancora non risultano intavolate al Demanio, tuttavia nell'atto si annota che non appena si fossero risolte le questioni delle proprietà dei terreni e dei fabbricati già censiti al Catasto, ma non ancora intavolati, i beni saranno trasferiti al Comune.

LA SITUAZIONE TAVOLARE E CATASTALE

La situazione dei beni dell'ex stazione al Tavolare ad oggi è la seguente.

La p.f 8953/1 (tutta l'area della stazione) citata nella richiesta di indennità del Demanio è stata estinta. Al suo posto è nata la p.ed. 3116, pari a mq 15.347, e cioè la superficie descritta nell'atto di permuta, che comprende, oltre ai terreni, anche i fabbricati.

Secondo quanto registrato al tavolare, la p.ed. 3116 ingloba tutta l'area della stazione. Quindi la situazione tavolare dice che l'area della stazione è unica e non frazionata, e in base all'atto di permuta è del Comune. Ma in realtà al Catasto la situazione è differente. Una parte dell'area - il triangolino verso la funivia Faloria, dove il Demanio rivendica l'indennità di utilizzo per avvenuta proprietà ex lege (l'altra parte è già di proprietà del Comune con l'atto di permuta) risulta invece staccata dalla p.ed. 3116, e le pp.ff. su cui sorgono i fabbricati sono frazionate e appartengono a diversi proprietari: oltre allo Stato, infatti, vi sono delle porzioni di proprietà di Silvino Verocai eredi e di Ugo Constantini e Silvia (v. estratto di mappa catastale - foglio 69A).

Pezzi di terreno per cui all'epoca (si parla del 1956) furono avviate le pratiche di esproprio per pubblica utilità, ma mai portate a termine.

Al Tavolare le particelle 1082 e 1083, per le quali il Demanio chiede le indennità, non sono intavolate, mentre lo è la 1084, inglobata a sua volta nella p. ed. 3116, e quindi ora estinta. Al Tavolare, dunque, manca l'iscrizione sia dei beni al Demanio, sia di quelli privati, mentre al catasto risultano invece tutti i frazionamenti delle varie aliquote di p.f. su cui sorgono i fabbricati (bocciofila, curling center, ecc.).

Nel 2001 il geometra Fiorenzo Filippi fu incaricato dal Comune di rilevare i suddetti frazionamenti; lo abbiamo incontrato proprio all'Ufficio Tavolare il giorno in cui ci siamo recate per vedere come fosse la situazione dell'ex stazione ferroviaria. Filippi ci ha spiegato di essere stato incaricato dal Comune di rilevare la situazione delle particelle di quella parte della stazione che ancora non era passata al Comune come da atto di permuta, su cui si trovano i fabbricati incriminati, e di essersi lui stesso trovato di fronte ad una sorpresa: al Catasto, a differenza che al Tavolare, l'area risultava frazionata; le pratiche di esproprio dei terreni privati erano iniziate ma mai state portate a termine; l'area non era quindi di esclusiva proprietà demaniale e il passaggio di proprietà al Comune risultava a questo punto molto difficoltoso. Secondo Filippi, la situazione a questo punto richiede una soluzione politica: gli enti si devono trovare intorno ad una tavolo e definire una volta per tutte «cosa è mio e cosa è tuo», andare insieme al Tavolare e formalizzare le pratiche.

Il segretario comunale Battaglia sostiene che la mancanza dell'intavolazione dei beni a favore del Demanio è il passo mancante su cui si può contrastare la fondatezza delle pretese di indennizzo.

«L'accordo sulla permuta dei terreni era giusto - sostiene Battaglia - ma forse fatto con un po' di imprudenza: abbiamo dato un bene buono e certo per avere un altro bene buono, più un bene futuro con una promessa (senza contare i 350milioni di lire di controvalore, n.d.r.) A questo punto, - continua Battaglia - sono due le azioni da intraprendere: contestare la fondatezza delle pretese e pretendere l'esecuzione dell'atto di permuta, cosa che fino ad ora il Comune non ha fatto».

Il Comune ha invece in questi anni compiuto dei lavori di ristrutturazione dei capannoni a proprie spese, nonostante non fossero ancora di sua proprietà, e ora vede il Demanio venire da lui a battere cassa.

LA POSIZIONE DELL'AGENZIA DEL DEMANIO

Abbiamo ripetutamente contattato l'Agenzia del Demanio a Roma tramite l'ufficio stampa, ma nonostante le insistenze non siamo riusciti ad ottenere alcuna risposta in merito. I dirigenti sono inavvicinabili, gli addetti stampa promettono di informarsi, ma poi rinviano continuamente le risposte.

CONCLUSIONE

La situazione rimasta irrisolta del passaggio di proprietà di una parte della stazione al Comune, per la quale è stata comunque data una controparte (il Demanio ha ottenuto il piazzale Revisana per costruirci le caserme dei Carabinieri) oggi ci piomba addosso con il Demanio che viene a chiederci dei soldi.

Il nodo è venuto al pettine, e ora forse è il momento di sbrogliarlo.

Tanto più per il fatto che sono stati investiti dei soldi su degli immobili che formalmente non sono ancora di nostra proprietà (bocciofila, curling center).

Altrimenti potremmo rischiare un domani di vederci presentare il conto anche di quegli immobili su cui abbiamo speso dei soldi, perché avranno - grazie a noi - incrementato il loro valore.

In secondo luogo, la sistemazione di questa situazione potrebbe durare degli anni (come se venti non bastassero...).

Un impedimento per la realizzazione delle opere pubbliche che il gruppo di maggioranza vede concentrate in quest'area, che dovrebbero cambiare il volto al nostro paese (Casa della cultura, parcheggio sotterraneo, galleria di collegamento con la Tangenziale dell'Anas).

Inoltre sulla stazione pesa anche un ricorso del Comune per la zonizzazione dell'area voluta dalla Regione in fase di approvazione del Prg. Un altro inghippo che ostacola la possibiltà di usufruire a piacimento dell'area, di cui ci occuperemo nel prossimo numero.