Contributo in risposta all'articolo dell 'Avv. Bruno de Costanzo sull'aeroporto
    

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Contributo in risposta all'articolo dell 'Avv. Bruno de Costanzo sull'aeroporto

Lettere al giornale

09/04/2023

Mi preme fornire un supporto di tipo tecnico alle parole contenute nell’intervento del pregiatissimo Avvocato Bruno dè Costanzo, pubblicato sulle “Voci di Cortina”  il 5 aprile 2023 (leggi qui l'intervento). 

Il pilota che fu coinvolto nel tragico incidente del 31 maggio 1976 era Carlo Lorenzi.

Era un giovane pilota pressoché trentenne e con poca esperienza di volo in montagna che pur essendo un "montanaro” purtroppo aveva sottovalutato le difficili condizioni che si possono incontrare volando in montagna.

Un suo collega, il pilota Carlo Grisogoni, cercò di metterlo in guardia da queste insidie, ma fu del tutto inutile. Infatti quando avvenne l'incidente nel 1976 che poi portò alla chiusura dell'aeroporto furono fatti tutti gli errori che non si sarebbero dovuti mai fare: aereo fuori peso, decollo verso Nord con forte vento, pilota con poca esperienza, condizioni proibitive e decisione di continuare il decollo oltre il punto di non ritorno. L'aeroporto di conseguenza fu chiuso e bollato definitivamente come "pericoloso", ma in quel caso la bella pista di Fiames proprio non aveva colpe e quindi sarebbe il caso che da ora in poi si smettesse definitivamente di additare l’aeroporto di Cortina con la nomea di “aeroporto pericoloso e maledetto”  in quanto è figlia di un epoca remota purtroppo ricca di superstizioni e dicerie.

Semmai sono perfettamente d’accordo con il fatto che le responsabilità non si sarebbero dovute fermare solo al pilota ma anche ai gestori che devono essere preparati e ligi a delle regole ferree. Chi ha esperienza in fatto di volo in montagna sa perfettamente quali condizioni possono essere potenzialmente pericolose e quali invece no.

L'aeroporto di Cortina d'Ampezzo per ragioni di sicurezza, necessita di piloti professionisti e di regole non derogabili. La particolare orografia, l'elevazione la situazione micrometeorologica locale, impongono procedure obbligatorie che devono essere ben comprese e rispettate oggi più che mai.

Su Fiames le procedure oggi come allora prevedono di decollare sempre verso sud (anche con un po' di vento in coda non più di 5 nodi) e atterrare sempre verso nord. Solo in caso di venti da sud molto sostenuti, che rendono problematico l’avvicinamento e atterraggio con vento in coda, è possibile avvicinare da nord, con ratei molto alti (per intendersi sopra i 5 gradi) e con difficoltà notevoli, prima fra tutte l'impossibilità di effettuare un circuito classico visto che nella stretta valle non è possibile neanche una virata base.

L'avvicinamento è quindi diretto da nord e, una volta in valle con l'aeroporto in vista, bisogna smaltire i circa 400 metri tra il passo e il fondo valle, con un angolo di rampa decisamente accentuato. In compenso in caso di necessità la riattaccata non pone alcun problema aprendosi a vallata su Cortina. Diverso è atterrare da sud: in condizioni calme nessun problema ma con venti di nord, specie se sostenuti, la valle del Boite è molto impegnativa con venti di caduta e turbolenze sensibili; in questo caso riattaccare può essere possibile solo all'altezza di Cortina, in modo da avere la possibilità di virare, poi proprio dopo il punto di non ritorno non c'è nulla da fare, bisogna mettere a terra l'aereo, anche se la situazione non è ottimale.

Ma su Fiames è possibile anche migliorare le performance della pista a tutto vantaggio della sicurezza con lo spostamento dell’orientamento della medesima di circa 5 gradi verso est, questo consentirebbe un migliore approccio alla pista e distanze di sicurezza adeguate al tipo di aerei utilizzati. Infatti gli aerei attualmente in commercio sono molto diversi da quelli utilizzati in passato come quello che all’epoca fu coinvolto nell’incidente dove perse la vita Cesare Rosà, ormai cimelio da museo.

Ma non è tutto: utilizzando il materiale di scavo delle gallerie della “variante di Cortina, come già anticipato in un mio intervento precedente, si potrebbe alzare tutta l'area dell'attuale aviosuperficie di circa 2/2,5 mt e portarla a livello della strada dell’Alemagna, questo consentirebbe un migliore approccio alla pista sia da nord che da sud. Il materiale di risulta potrebbe essere portato a Fiames attraverso un nastro trasportatore appositamente attrezzato lungo il torrente Boite, questa soluzione già adottata per lo scavo delle gallerie per la realizzazione della metro di Milano, eviterebbe il continuo via vai di camion e risolverebbe un problema dello smaltimento di almeno 900 mila metri cubi di materiale. Anche le Regole di Ampezzo ne avrebbero un beneficio economico diretto vedendosi riconosciuta una buona parte dell’introito riferibile allo smaltimento.

Mi consenta anche una breve ma adeguata analisi geo-sociale.

Negli anni ‘80 Cortina contava circa 10 mila residenti. Negli anni a venire ne sono stati persi più della metà. Oggi la maggior parte della popolazione è ultra sessantenne se non già pensionata.

Mi rendo perfettamente conto che un pensionato a Cortina voglia fare il pensionato e basta, quindi mettersi comodo in terrazzo a prendere il sole senza che un piccolo aeroplano o un elicottero lo “disturbi” e gli copra per qualche secondo la visuale sulle Tofane, oppure farsi una scampagnata in rifugio senza dover pensare all’aeroporto, alle gallerie della variante di Cortina e alle Olimpiadi.  Insomma non gliene può fregar di meno, ma la comunità ampezzana non è fatta solo di pensionati ma anche di attività produttive che contribuiscono fattivamente affinché quel pensionato o i cittadini possano fruire di determinati servizi.

Il Comune di Cortina nel 2021 ha registrato un bilancio di spesa di circa 27 milioni di euro di cui almeno 15 milioni coperti con le riscossioni verso le attività alberghiere e altri 4/5 milioni coperti dalle riscossioni sulle attività produttive e sulle seconde case.

Se il Comune in futuro vorrà sopravvivere, dovrà aprirsi all’economia circolare e programmare investimenti in infrastrutture per portare benessere e per incrementare la popolazione residente.

Va anche ricordato che la situazione della neve al momento è tragica: dal 2011 ad oggi abbiamo perso circa il 75% del volume di acqua ciò significa che le stagioni sciistiche si baseranno sempre di più sulla neve artificiale con la conseguenza di stagioni invernali sempre più corte, ergo minori introiti per le casse pubbliche.

Tutto ciò porta a doversi confrontare con il fatto che ci si deve organizzare per poter costruire maggiori opportunità e nuove possibilità per nuovi insediamenti produttivi e commerciali e quindi creare le condizioni per un maggiore introito per il Comune da destinare ai servizi che dovranno essere più veloci e adeguati alla vita quotidiana della comunità ampezzana, come richiesto a gran voce dalla popolazione.

L’ aeroporto, o meglio l’aviosuperficie, è uno dei tanti progetti che in futuro faranno si che l’economia turistica possa contribuire fattivamente al benessere della comunità ampezzana.

Quando sento che a qualcuno da fastidio vedere le code di macchine di turisti sulle strade, vi dico che per evitarle serve una galleria che alleggerisca il traffico e un piccolo aeroporto che invece di far utilizzare l’auto porti i turisti in aereo. Turisti che hanno i soldi e che spendono denari sonanti a Cortina. Tradotto maggiori benefici per tutti.

Questo è solo uno dei tanti esempi ma vale per ogni progetto che possa servire a questa comunità per incrementare la popolazione e di conseguenza migliorare la qualità della vita e i servizi. Paesi come Gstaad o St.Moritz e recentemente anche Livigno, sono riusciti a fare molto bene negli anni e ora vivono di rendita e tutte queste realtà guarda caso hanno a disposizione un aeroporto. Ma perché Cortina deve essere da meno?

Le Olimpiadi del 2026 saranno un biglietto da visita per oltre 3,5 miliardi di telespettatori che dovranno guardare a questa comunità e volerla visitare a tutti costi.

Il miglior biglietto da visita sarà come sempre il passaparola. Se i turisti non troveranno servizi all’altezza delle loro aspettative se ne andranno e non torneranno mai più.

La logica conseguenza vuole che anche le attività produttive ne risentiranno con repentine chiusure di attività e quindi con minori introiti per il Comune e ulteriore riduzione della popolazione residente.

Oggi in questa finestra temporale all’ombra delle Olimpiadi si cela una grande opportunità di crescita e di realizzo per Cortina dove tutti dovrebbero fare la propria parte non solo per se stessi ma per il futuro della comunità intera.

Forse è il momento di fare scelte consapevoli anche se impopolari e soprattutto per il bene delle generazioni future.

Diversamente non serve lamentarsi in modo sterile andando a sbandierare ai 4 venti che le cose non vanno bene, se non ci si vuole aprire al futuro e al progresso, bisogna che tutti prendano atto ed accettare di buon grado che con questo trend ci saranno sempre meno denari da spendere, più problemi e sempre meno servizi per la comunità e quindi sempre meno opportunità per tutta Cortina.

Adesso credo sia arrivato il momento di parlare con i fatti e non più con le polemiche.

Auguro a tutti voi una Buona Pasqua

Cristiano Spazzali