Purtroppo tocca tristemente, come un mostruoso mantra ricorrente, l’obbligo di discutere e contestare l’ ennesima proposta di riattivare lo “aereoporto” Sant’Anna - di Fiames a Cortina.
Non paghi delle inesattezze sino ad ora dette a supporto della petulante invocazione, i sostenitori di quello che più che una pista di atterraggio va considerata una tomba a cielo aperto, ripropongono, come esito della perizia a suo tempo effettuata, la unica responsabilità della tragedia del 31.5.76 ultima in ordine temporale ma non ultima in quanto a simili eventi, a carico del pilota del Cessna U206 la cui caduta causò la morte dei cinque passeggeri e dello stesso pilota.
Ora senza voler sminuire l’ errore di valutazione da parte del pilota nel dare gas ai motori in presenza di ricorrenti “raffiche di vento” tanto che il Cessna dopo il primo stacco, posò nuovamente il carrello sulla pista, non è sotto gli occhi e valutabile anche da parte di qualsiasi ignorante di volo che se la pista del S. Anna fosse stata non di soli micidiali 1129 metri ma di almeno 1500/1700 metri il pilota Carlo Lorenzi non sarebbe stato costretto, per evitare l’impatto frontale con la montagna ad effettuare la violenta virata a sinistra che causò, ovviamente, con la mancanza di portanza, il conseguente stallo e la caduta dell’aereo?
Del resto anche il certamente più esperto pilota Cesare Rosà, peraltro fondatore della stessa aviosuperficie, se non ricordo male nell’ agosto 1964, perì in fase di decollo sulla medesima pista con un monomotore.
Ma allora se sotto il profilo giuridico l’accertamento delle responsabilità a fini risarcitori devono fermarsi a coloro che decisero e gestirono la partenza, non vi dubbio che, a dir poco sotto il profilo del concorso ”morale”, la responsabilità avrebbe dovuto essere attribuita anche a coloro che consentirono l’utilizzo di quella micidiale superficie.
Non va infine ignorato il notevole inquinamento sia sonoro che dell’aria per gli scarichi dei motori che da soli renderebbero come rendono semplicemente folle l’idea.
Vero è che i cortinesi non possono non farsi carico del traffico stradale che rende ahinoi l’arrivo a Cortina un “calvario” per la parlamentare frequentatrice della località; si può viceversa sommessamente suggerire alla stessa di spostarsi verso località più comodamente accessibili: siamo certi che i cortinesi se ne farebbero una ragione!
Cordialmente
Avv. BdC