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Consiglio comunale di febbraio: assenze a singhiozzo di Verocai e astensione della minoranza su tutti i punti

Patrizia Serra

01/03/2013
Un Consiglio comunale che poteva presagirsi sonnacchioso visto l'orario post-prandiale, quello dello scorso 6 febbraio convocato alle 15.00, ma che invece si è animato per i significati politici dei punti all'ordine del giorno.

Adriano Verocai, assessore all'Urbanistica, all'Edilizia Privata, nonché ai Lavori Pubblici e alla Cultura Ladina, si è distinto per le sue assenze apparentemente casuali durante le votazioni, facendo anche vacillare il numero legale dato che, con Herbert Huber assente giustificato, erano soltanto sette i consiglieri di maggioranza presenti, sindaco e vicesindaco compresi. Stefano Ghezze, capogruppo della minoranza, o per meglio dire dell'opposizione come da lui stesso sottolineato, ha chiesto più volte alla segretaria Musso se il numero dei votanti, vista l'astensione della minoranza su tutti i punti, fosse sufficiente a decretare valide le votazioni.

Rassicurati su questo aspetto dal segretario comunale, si è proceduto alla discussione del primo punto all'ordine del giorno: "Esposizione delle disposizioni normative e situazione delle previste unioni montane". In sostanza, la fuoriuscita di Cortina dalla comunità montana della Valboite è stata decisa da sei consiglieri.

LE UNIONI MONTANE. CORTINA RESTA SOLA
Per la serie, molto italica, "fatta la legge, trovato l'inganno", dopo l'abolizione delle Comunità montane, con la legge n.40/2012 il Veneto ha istituito le Unioni montane.
Dopo questa straordinaria decisione, che tanto ricorda il motto gattopardesco "cambiare tutto affinché nulla cambi", a Cortina si erano prospettate tre possibilità: Restare nella ex-comunità ora unione montana della Valle del Boite.

Creare una nuova unità montana con i comuni ladini di Colle di Santa Lucia e Livinallongo.
Uscire dalla Valle del Boite e restare da sola, possibilità legata al fatto di essere un Comune con oltre 5.000 abitanti, e scegliere con quali Comuni fare di volta in volta le convenzioni per associare i servizi.
L'orientamento della maggioranza è apparso subito chiaro quando il sindaco Franceschi ha dichiarato che «Non bisogna fare confusione tra identità e associazione dei servizi: sono due cose ben diverse. Associare i servizi non è sempre semplice perché essendo il Comune più grande e con più dipendenti rischiamo di dover essere sempre noi a prestare il personale (cosa poi verificatasi poche settimane dopo con il prestito di due dipendenti al comune di San Vito, vedi a pag. 14).Meglio mantenere buoni rapporti con tutti, ma restare soli».

A questo punto l'opposizione ha chiesto chiarimenti, visto che la bozza di delibera di giunta presentata alla minoranza parlava della decisione di mantenere lo status quo restando nella Valle del Boite e non di uscirne.

Visibile l'insofferenza di Verocai quando il Sindaco spiegava che nella riunione di Giunta della mattina precedente si era parlato o di restare nella Valle del Boite o di uscirne e restare soli, ma non era stata decisa né l'una né l'altra cosa, fino a quando lo stesso Franceschi nel pomeriggio si era potuto confrontare con il sindaco di Colle Oscar Troi e decidere per la soluzione meno vincolante per il comune di Cortina. Decisione poi ratificata da un emendamento presentato dal consigliere Nicola Bellodis col quale si chiedeva di recedere dalla Comunità della Valle del Boite. Stefano Ghezze ha così chiesto la sospensione del Consiglio per avere il tempo di leggere l'emendamento e prendere atto del cambiamento di rotta della maggioranza, dichiarando nello stesso tempo di non poter procedere alla votazione perché non erano stati rispettati i tempi per la visione dei documenti. Si è così resa necessaria una sospensione della seduta di oltre 10 minuti per consentire alla minoranza di leggere l'emendamento, pausa durante la quale Verocai è uscito dall'aula.

Fermo restando che secondo il gruppo di minoranza si trattava di un cambio di rotta e non di un emendamento, e che quindi sarebbe stato necessario rinviare a una nuova seduta la discussione del punto, la delibera è passata con sei voti della maggioranza, l'assenza di Verocai, e l'astensione della minoranza, che sarebbe stata invece favorevole a restare nella Valboite. La fuoriuscita di Cortina dalla vecchia comunità montana della Valboite lascia tra l'altro in sospeso alcune questioni pratiche non definite dalla legge regionale, come la spartizione dei beni immobili (locali e mezzi) della comunità montana.

RINVIATA LA MODIFICA DEL PRG SULLE "CASSONATURE"
Il secondo punto all'ordine del giorno "Variante urbanistica per modifica/integrazioni art. 3 Nta di Prg - Cassonature" riguardava l'Articolo 3 del piano regolatore, ossia quello che regolamenta i Parametri urbanistici.

Vista la natura prettamente architettonica dell'argomento, la discussione ha visto confrontarsi i tecnici delle due parti (Rocco Dal Pont per l'opposizione, Enrico Pompanin e Stefano D'Andrea per la maggioranza), ovviamente anche in questo caso su posizioni contrapposte. Il nocciolo della questione era la regolamentazione delle cosiddette "cassonature", ossia la possibilità di chiusura sotto le falde del tetto. Secondo la maggioranza, la variante era stata richiesta dall'ufficio tecnico per non lasciare dubbi interpretativi in fase di approvazione dei progetti e fornire una direttiva univoca, mentre quella attuale lascia spazio a interpretazioni diverse. Secondo l'opposizione era invece una ulteriore e inutile complicazione in un campo, quello urbanistico, già di per sé complicato e per voce di Dal Pont la minoranza ha chiesto di emendare la proposta di variante urbanistica.

Il Sindaco ha quindi sospeso la seduta per fare entrare la responsabile dell'Ufficio Tecnico, l'ingegner Emanuela Zaetta, col compito di spiegare alla maggioranza l'emendamento proposto dall'opposizione.
Alla fine, Verocai, pur dichiarandosi convinto della validità della variante proposta, decide di ritirare il punto dall'ordine del giorno. Stefano D'Andrea spiega che integreranno il punto con schemi grafici per renderlo più facilmente comprensibile prima di riportarlo in commissione e poi in un successivo consiglio comunale.

IL VALORE DEL DIRITTO DI SUPERFICIE

Il terzo punto in discussione "Nuovo valore da attribuire al diritto di superficie" è nato dalla richiesta della Regione Veneto di valutare il valore del diritto di superficie per Cadelverzo di Sotto, prima soggetto a uso civico. Così, se il valore iniziale del terreno era di 55,12 euro al metro quadro, la nuova valutazione ha fatto lievitare tale valore sino a 168 euro al metro quadro, come se si trattasse di edilizia libera e non vincolata dal diritto di superficie. Il valore dei terreni è così arrivato a 413.000 euro, con un aumento di spesa di oltre 40.000 euro per ciascun assegnatario (gli appartamenti previsti sono infatti 10).

Il Comune ha così chiesto all'avvocato padovano Vittorio Domenichelli una soluzione per mantenere il precedente valore attribuito al diritto di superficie. Secondo l'avvocato ciò sarebbe possibile in quanto il Comune non compie una speculazione edilizia. La minoranza, pur dichiarandosi d'accordo col mantenimento del valore più basso per il diritto di superficie, si dichiara perplessa sul fatto che per sostenere la propria posizione la maggioranza si basi sul parere di un avvocato che non fa altro che trovare un cavillo giuridico e chiede se la valutazione riguarderà anche Cadelverzo di Sopra.

Il vicesindaco Pompanin conferma che le valutazioni saranno fatte anche per tutte le assegnazioni future. La delibera passa con i sette voti favorevoli della maggioranza e l'astensione dei tre consiglieri di minoranza, che hanno tra le altre cose rimarcato le imprecisioni su questo come su altri documenti (mancanza del nome del responsabile di procedimento, correzioni a penna, la dicitura "delibera di giunta" anziché "delibera di consiglio").

Il quarto punto in discussione, "Approvazione regolamento dei lavori, forniture e servizi in economia" riguardava l'abrogazione del precedente regolamento comunale del 2007 ed è passato con i sette voti favorevoli della maggioranza e l'astensione dell'opposizione.

L'ultimo punto, "Approvazione regolamento dei controlli interni" si è reso necessario in quanto l'ultimo Testo Unico ha chiesto ai Comuni di adottarsi di un nuovo regolamento per i controlli interni, pena il commissariamento del Comune. Il punto è passato con l'astensione dei tre consiglieri di minoranza e soltanto sei voti favorevoli della maggioranza, rimasta ancora una volta senza Adriano Verocai, uscito prima dall'aula consiliare.

Campanile di bronzo a dipendente In pensione
Il consiglio comunale è iniziato con la premiazione di Quintino Palla, dipendente comunale appena andato in pensione. Dal 1979 sino alla fine dei 2012 il signor Palla è stato in forze al Comune come falegname specializzato. Il Sindaco gli ha consegnato il campanile di bronzo, simbolo di Cortina, per ringraziarlo dei suoi 33 anni di servizio per il Comune.

Gli effetti della fuoriuscita dalla Valboite

La minoranza che in Consiglio comunale si era dichiarata favorevole a restare nella Valboite, il giorno dopo è stata pubblicamente sconfessata da Eddy Demenego, che di questa minoranza era stato in qualche modo sostenitore durante la scorsa campagna elettorale, quando la lista "Per la nostra Cortina" capeggiata da Stefano Ghezze aveva sposato i temi referendari. Dopo questa votazione si è delineata una curiosa situazione, con Eddy Demenego che, dopo tante stoccate al sindaco Franceschi, plaude adesso al Primo Cittadino per la decisione di uscire dalla Comunità montana della Valboite, anche se avrebbe preferito un'ideale ricostituzione del Capitanato d'Ampezzo con l'unione ai due comuni ladini di Colle Santa Lucia e Livinallongo, forse d'accordo con Adriano Verocai, che ha manifestato il proprio disappunto allontanandosi dall'aula al momento della votazione, mentre la minoranza avrebbe preferito mantenere lo status quo e restare nella Valboite.