Ho letto con molto interesse l'articolo del professor Pappacena (mio professore di lettere al liceo) sul vostro giornale sul "clima artistico" della Cortina degli anni 70 e 80.
Mi sono tornate alla mente tutte le mostre, gallerie d'arte, incontri tra artisti e discussioni sull'arte, a cui assistevo ancora troppo giovane per dire la mia.
Ma si sa, l'arte e la voglia di organizzare "cose artistiche" sono genetiche e così poi col tempo mi sono rifatto.
Il bello di quel fermento artistico era la collaborazione di tutti; per quel che ricordo, in casa mia era sempre un gran daffare per trovare uno spazio espositivo. Tutti i negozi sfitti o vuoti lungo Corso Italia andavano bene.
Poi c'era un gran lavoro di allestimento: moquettes, pannelli, luci, cubi di legno, basamenti, manifesti, pubblicità.
E così nascevano gallerie d'arte dove, a turno, esponevano tutti gli amici artisti di Cortina, pittori e scultori.
Le gallerie 3d, la Medea, la saletta Piccinini, la saletta Ghedina... facevano da contraltare alle grandi e blasonate gallerie d'arte del corso che esponevano i grandi nomi dell'arte mondiale, gestite da famosi galleristi cittadini.
Quello che ricordo con più piacere era che in quelle sale tutti parlavano d'arte lontani da logiche di mercato dove si devono vendere quadri e sculture. Uno spazio così adesso non c'è più e non penso sarebbe possibile farlo rivivere.
Oggi le esposizioni che si vedono sono prevalentemente di artisti "quotati", a cui forse neanche interessa vendere le loro opere, che sfruttano la vetrina della Regina delle Dolomiti in stagione per poi avere in curriculum questa prestigiosa località.
Ritornando all'articolo del professor Pappacena, forse si sarà dimenticato tra i benemeriti di quella Cortina artistica il nome di mio padre Dino come animatore e deus ex machina insieme alla moglie Gabriella di questo tipo di gallerie d'arte, ma non importa; lo faccio io, con il piccolo orgoglio di sapere che in quelle sedi espositive, anche se troppo giovane, c'ero anch'io.
Grazie
Andrea Gaspari