«Repetita iuvant»: un motto questo, denso di saggezza, che l'amico Evaldo Gaspari ha fatto suo riproponendo alla Alexander Hall le stupende immagini della sua mostra sul "Trenino delle Dolomiti": un vero e proprio poema epico, cui aveva già dedicato, nel 1994, un libro fondamentale, oggi purtroppo esaurito. «Un'occasione, questa mostra, da non perdere, per addentrarsi nel romantico mondo del treno, mezzo popolare e affascinante, e del modellismo ferroviario, che tanto appassiona grandi e piccini».
Non intendo qui riproporre frasi, notizie, osservazioni contenute egregiamente nel libro e nell'azzurro depliant a disposizione dei visitatori. Desidero invece chiarire un concetto che mi sembra essenziale per capire l'importanza storica e umana di questa mostra. Oggi purtroppo ci rendiamo conto del fatto che la ferrovia è in ribasso rispetto al trionfare dell'automobile che gremisce le strade con intensità sempre maggiore.
Mi rendo conto, sì, che la macchina offre la possibilità di un'"autonomia" di orario e di movimento che il treno purtroppo offre sempre meno. Ma come era bello - e riguardo con gioia, in questo senso, il film con Alberto Sordi protagonista, "Vacanze d'inverno" - entrare in un vagone affollato di viaggiatori distesi e sorridenti, e percorrere lunghi tratti contemplando lo scorrere dei paesaggi attraversati! C'era, in quei viaggi in compagnia, un piacere, una gioia che oggi la tensione nervosa ha quasi del tutto demolito.
Questa mostra, insomma, densissima di immagini, di riproduzioni e di illuminanti spiegazioni, ci pone in condizione di abbandonarci alla visione di un mondo affascinante che Evaldo Gaspari, e noi con lui, ha vissuto intensamente come protagonista, e che ha oggi riproposto con la commossa e commovente competenza di un grande, nostalgico artista.
Una profonda riconoscenza, infine, è dovuta a tre grandi tecnici, amici e collaboratori di Evaldo: Elio Boni, di Caralte, e Silvio Marinello, di Valle di Cadore, costruttori della grande elettromotrice 004; Fabio Cerato, di Mestre, costruttore della Stazione di Cortina d'Ampezzo.