Si è da poco spenta l'eco dell'ultima supernova scoperta al Col Druscié, una SN tipo Ia nella galassia NGC7753 nel Pegaso, il 25 gennaio scorso, che ecco, a pochi giorni di distanza, arrivare puntuale l'ennesima scoperta del CROSS Program, la 40^ dell'ormai lunga serie iniziata nel lontano 1999.
Questa volta, però, la scoperta è davvero eccezionale per importanza scientifica. Ad essere individuata da Alessandro Dimai, l'8 febbraio scorso nella galassia a spirale barrata NGC4294, nella costellazione della Vergine, non è stata una “semplice” supernova, ma un rarissimo evento di “pre-esplosione” di una stella supermassiccia, che gli astronomi chiamano col nome scientifico di “evento LBV” (Luminous Blue Variable). In tutta la storia dell'astronomia, sono solo poche decine gli eventi LBV individuati, contro le oltre 6.000 supernovae fin'ora scoperte in tutto il mondo.
Per comprendere appieno la rarità di questo evento, basti ricordare che a generarlo possono essere solo le stelle più massicce e luminose di una galassia. Tanto per intenderci, in una galassia come la nostra che conta oltre 200 miliardi di stelle, i candidati a divenire LBV sono solo una dozzina!
Si comprende quindi che, quando viene scoperto un evento LBV, per gli astronomi di tutto il mondo è un'occasione unica per poter analizzare in dettaglio le ultime fasi evolutive di queste stelle super massicce. L'evento LBV scoperto al Col Drusciè è stato probabilmente generato da una stella con massa pari a 100-150 volte quella del Sole e una luminosità paragonabile a 5-6 milioni di volte la nostra stella. Un vero e proprio “faro” nel cosmo che, se fosse posto nelle vicinanze del Sole, diciamo a 30 anni luce di distanza, sarebbe perfettamente visibile in pieno giorno come un secondo Sole!
Queste stelle di enorme massa, hanno però la vita breve, ed in pochi milioni di anni evolvono verso la catastrofica fine esplosiva di supernova. Poco prima di esplodere, vanno incontro a eventi parossistici di variazione luminosa, provocati da espulsione violenta di materiale stellare. Proprio uno di questi eventi è stato immortalato al Col Drusciè lo scorso 8 febbraio. La luminosità della stella è aumentata improvvisamente di milioni di volte, rendendola visibile ad una distanza di oltre 60 milioni di anni luce (tale è la distanza della galassia ospite NGC4294).
Come sempre avviene in questi casi, Dimai ha allertato via Internet gli astronomi dell'Osservatorio di Asiago, che hanno immediatamente analizzato la stella e confermato la natura peculiare e la rarità dell'evento.
Maggiori dettagli ed immagini dell'evento si possono trovare sul sito Internet dell'Associazione Astronomica Cortina www.cortinastelle.it e sul sito dell'Italian Supernovae Search Project italiansupernovae.org
fonte: comunicato stampa