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Il tribunale di Pieve di Cadore non deve chiudere

Redazione

31/01/2013
“Un provvedimento che non avvantaggia nessuno ma toglie a 40mila persone la possibilità di accedere facilmente alla Giustizia. Che diritto c’è se molti, soprattutto anziani, si vedono di fatto negato la possibilità di vederselo riconosciuto?”. E’ con queste parole che il Sindaco di Cortina Andrea Franceschi annuncia l’ordine del giorno con il quale la Giunta ampezzana fa propria la delibera del Comune di Pieve di Cadore. “La sede distaccata del Tribunale deve rimanere attiva” spiega il Sindaco Franceschi: “Si tratta di un bacino di ben 22 Comuni, anche lontani da Belluno, che si rivolgono storicamente al Tribunale di Pieve. Le persone, per ricorrere alla Giustizia, se dovessero rivolgersi al capoluogo, sarebbero costrette a tragitti in macchina che, soprattutto nei periodi di maggiore affluenza sulle nostre montagne, durerebbero anche due-tre ore per ogni volta”. E i ricorsi al Tribunale non sono pochi, stando alla delibera di Pieve: 300 nuovi provvedimenti iscritti all'anno per volontaria giurisdizione, 150 per curatele e amministrazioni di sostegno, 300 procedimenti civili con 600 pendenti e 400 nuove iscrizioni fino al 2008 per i procedimenti penali. Un grande carico di lavoro portato avanti da tre cancellieri, due giudici onorari e un magistrato togato con il supporto dei dipendenti comunali che, nel corso del tempo, hanno cercato di alleviare il cronico sotto organico del Tribunale. “La paventata chiusura” denuncia il Sindaco di Pieve di Cadore Maria Antonia Ciotti “si appalesa come una mancanza di considerazione rispetto alle esigenze delle istituzioni locali e della popolazione tutta”. “Una chiusura che non avvantaggia nessuno” ribadisce Franceschi “perché anche il Tribunale di Belluno è sotto organico e spostare laggiù tutte le cause non migliorerebbe certo l’iter dei processi in corso, anzi. Se poi pensiamo che la sede distacca del Tribunale di Pieve è di proprietà di quel Comune e da sempre concessa in uso gratuito da quella Amministrazione che addirittura fornisce il materiale di consumo, diventa evidente che anche il movente economico non giustifica lo spostamento del Tribunale”. “Lo sforzo dei Comuni riuniti dimostra quanto importanza noi Sindaci attribuiamo alla presenza delle sede distaccata del Tribunale e che disagio comporterà per i nostri territori la sua chiusura. Non c’è campo della vita economica che possa prescindere dall'amministrazione efficiente della Giustizia. Già ora, le aziende rinunciano a riscuotere i crediti intorno ai mille euro perché semplicemente non conviene affrontare il processo. Se a ciò si vuole anche aggiungere la chiusura di un Tribunale e l’accesso difficoltoso ad un altro lontano, che fine farà il diritto nei nostri paesi?