Legambiente ha pubblicato un dossier che studia il fenomeno delle seconde case nelle Alpi italiane. Posto sotto esame è il conflitto fra questa tipologia edilizia e lo sviluppo dell'impresa turistica intesa come risorsa dell'economia montana.
Il problema dei ≪letti freddi≫ - cioè delle residenze utilizzate poche settimane all'anno - e ormai una preoccupazione generale per lo sviluppo sociale ed economico dei paesi turistici. Il caso viene indagato da tempo e ormai risulta un fattore critico cruciale per una corretta programmazione delle politiche locali.
Andiamo subito alle conclusioni dello studio con il capitolo che riguarda Cortina d'Ampezzo.
Secondo i dati del censimento Istat 2001, la nostra cittadina conta 10.433 posti letto totali - di cui 4.700 alberghieri - ed è la località delle Alpi italiane con più posti letto in assoluto, ≪a conferma≫ - citando testualmente Legambiente - ≪che il turismo alpino di qualità si regge ancora sull'ospitalità tradizionale in albergo e affini e non cede il passo ad un'edilizia aggressiva e speculativa, che in alcune località si è sostituita al turismo quale economia principale.≫. La nostra vallata, comunque, si misura con un numero assai elevato di seconde case: 3.957 su un totale di 6.428 abitazioni totali. La realtà cortinese ha raggiunto comunque un certo equilibrio, in quanto ≪la sovrabbondanza di seconde case è almeno in parte equilibrata da una forte e ben strutturata offerta alberghiera e para-alberghiera≫. In generale nel Veneto - a detta dello studio - non si e fatto molto per arrestare lo sviluppo delle seconde case e questo errato modello di sviluppo turistico è stato perseguito spesso solo come mero investimento immobiliare.
Ciò che appare rilevante per la nostra specifica situazione è che vi sono timidi segnali di inversione di rotta; gli studiosi di Legambiente colgono lo sforzo locale di bloccare la 'speculazione' riconoscendo che ≪l'Amministrazione comunale ha posto un freno alle seconde case e ha previsto nuovi volumi residenziali solo per i residenti ≫. Le indicazioni del dossier confermano la bontà delle scelte di pianificazione del territorio attuate dal Comune ampezzano negli ultimi anni, sia sulle direttrici degli appartamenti, sia sulla linea d'incentivo dell'attività alberghiera; le ultime Amministrazioni hanno di fatto bloccato qualunque nuova costruzione di ≪seconde case≫ e l'attuale Giunta Franceschi ne ha fatto un vero e proprio cavallo di battaglia, condiviso da tutta la popolazione (osserviamo la partecipazione plebiscitaria alla raccolta di firme
≪contro≫ la sentenza del Tar che disconosceva di fatto queste scelte).
Legambiente critica i ≪letti freddi≫ soprattutto a causa della necessita di sovradimensionare le infrastrutture locali a fronte di edifici i cui proprietari non si fanno vedere per 50 settimane l'anno. Anche i benefici economici delle seconde case - la loro costruzione, la manutenzione, il turismo d'affezione che portano - sono controbilanciati dai problemi legati al consumo del suolo, al danno paesaggistico, agli effetti dei costi di terreni e di immobili che diventano proibitivi per i residenti e incentivano l'espulsione delle popolazioni locali dal territorio di origine.
E insomma ormai appurata la considerazione che un eccesso di seconde case degradi la qualità turistica di una località e la condanni al declino. Il turismo è bene accetto quando ≪esso non stravolge i numeri e le relazioni di una comunità, soverchiandola numericamente e producendo fenomeni di alienazione e espressioni di insofferenza≫.
Il problema non è solo italiano.
Tutte le localita dotate di attrazione turistica richiamano gli investimenti edilizi. Secondo Legambiente, pero, la specificità italiana è quella che ≪da noi invece i capitali speculativi (e spesso di dubbia provenienza) trovano quasi sempre le porte spalancate da amministratori locali le cui scelte dipendono da valutazioni di brevissimo periodo (in genere legate alle scadenze di mandato) e non da strategie di sviluppo turistico…≫. E’ allora confortante constatare come l'amministrazione del territorio di Cortina sia riuscita a svincolarsi da logiche miopi e speculative e che ormai la strada per uno sviluppo urbanistico sostenibile sia intrapresa con determinazione. Resta comunque l'allarme per l'affermazione forte di Legambiente che dice: ≪In Italia, … , non esiste una politica di disincentivazione delle seconde case...≫.
Venendo ai numeri e alle diverse realta regionali, lo studio Legambiente misura nel 60% la media di seconde case rispetto al totale delle abitazioni.
Se Cortina d'Ampezzo arriva al 62% di seconde case rispetto al totale abitazioni (in pratica nella media generale), paesi come Madesimo (Sondrio) rappresentano l'estremo di 13 case vuote per ogni nucleo familiare residente;(fonte: dossier 2009 Legambiente - Cemento d'alta quota)
Pragelato ne conta 12 e Sestriere arriva a 10.
Le località con il minor numero di seconde case sono tutte situate in Alto Adige. Legambiente sottolinea a questo proposito come il Sudtirol rappresenti una forte anomalia positiva nel panorama delle Alpi italiane, ≪in cui il fenomeno delle seconde case e del tutto marginale rispetto alla dimensione di impresa assunta dall'accoglienza turistica…≫.
Le motivazioni sono molteplici e vanno da una tradizione storica a specifiche disposizioni normative e regole di governo del territorio diverse da quelle del restante territorio italiano.
Il segreto dell'approccio altoatesino e quello di ≪concepire il turismo come (piccola) 'impresa dell'accoglienza' e non come operazione speculativa, avendo d'occhio il benessere di tutti, dei residenti e degli ospiti …≫.
Le località più sbilanciate in negativo nel rapporto tra residenze (come pure ricettività) e presenza di seconde case sono quelle del Piemonte. Le situazioni più critiche sono quelle delle 'valli olimpiche' (in particolare l'Alta Val Susa). Anche la Valle d'Aosta non è messa bene. Il Veneto sconta dati migliori, pero con una forte presenza di seconde case nella fascia prealpina.
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Comune Popolazione 2001 Tot. posti letto Abitazioni residenti 2e case Totale abitazioni % 2e case
Cortina d'Ampezzo (Bl) 6.085 10.433 2.471 3.957 6.428 61,56%
Regione Veneto 60.348 67.336 24.978 46.499 71.477 65,05%
Regione Valle d'Aosta 31.220 36.860 13.945 32.529 46.474 69,99%
Regione Lombardia 78.575 41.657 31.443 68.055 99.498 68,40%
Regione Trentino 92.550 100.469 37.430 57.271 94.701 60,48%
Regione Alto Adige 202.991 161.870 67.546 17.287 84.833 20,38%
totale Alpi Italiane 506.449 455.842 194.671 293.408 488.079 60,11%
prime 25 posizioni: cemento 58.734 75.474 24.864 109.783 134.647 82%
ultime 40 posizioni: turismo 77.419 53.824 25.201 3.843 29.044 13%
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LE SECONDE CASE
(estratto dal documento preliminare del Piano di Assetto del Territorio PAT approvato dalla Giunta Comunale)
«… La scelta di fondo è quella di congelare tale processo; primariamente per conservare i valori ambientali e paesaggistici che costituiscono il fondamento del turismo ampezzano, in secondo luogo per consentire un reale rafforzamento del sistema dell'impresa turistica che opera in termini di profitto e non di rendita».