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La Povertà a Casa Nostra

Morena Arnoldo

01/12/2012
In un periodo difficile come quello in cui stiamo vivendo, il gesto di aiuto gratuito diventa ancora più nobile e prezioso. Per questo motivo il sostegno di privati cittadini, enti privati e pubblici è letteralmente vitale per venire incontro a situazioni d'indigenza.

L'associazione "Insieme si può" e la Cassa Rurale ed Artigiana di Cortina si sono unite per dare un aiuto concreto alle famiglie in difficoltà economica. Si tratta del progetto "la povertà a casa nostra", coordinato dall'associazione che da sempre si occupa oltre che di finanziare operazioni di aiuti a livello internazionale, anche del sostegno alle povertà locali. Chiediamo delucidazioni in merito al signor Francesco De Bon, responsabile del progetto.

Da quando è partito il progetto e quali sono le motivazioni che lo animano?

Dalla sua fondazione, anno 1983, l'Associazione "Insieme si può…" si è sempre occupata anche del sostegno dei casi di povertà locale, "delle persone vicine", come recita lo Statuto dell'Associazione. A causa della crisi, dal 2009 ad oggi, le richieste di sostegno da parte delle famiglie del nostro territorio, sono quintuplicate; le persone hanno iniziato a venire in ufficio a chiedere un aiuto pressoché ogni giorno. Per questo motivo nel 2010 l'Associazione ha deciso di attivare un vero e proprio progetto a sostegno dei casi locali, con un fondo dedicato e una commissione apposita.

Il vostro intervento si rivolge ai residenti della provincia di Belluno. Sarebbe possibile avere un quadro generale della situazione di povertà del territorio?
Dal punto di vista del nostro osservatorio la situazione delle nuove povertà in provincia è grave e non intravediamo possibili miglioramenti nei prossimi mesi. Non sono rare inoltre le richieste d'aiuto provenienti da altre parti del Veneto.

La situazione di crisi economica e povertà, che conseguenze ha sulla psicologia e i comportamenti delle persone colpite?
Le porte dell'ufficio e quelle dei nostri Gruppi sono aperte all'aiuto e all'accoglienza di queste persone, che spesso ci raccontano anche delle loro difficoltà psicologiche, affettive ed emotive. Per questo motivo l'ascolto attento e partecipe è un apporto fondamentale per restituire un po' di quella dignità e di quella forza perdute.

Quali sono i problemi che maggiormente riscontrate?

Le storie che ascoltiamo parlano di mancanza o di perdita di lavoro, di pesanti problemi familiari a essi conseguenti, di spese mediche non più sostenibili, dell'impossibilità di mantenimento dei figli a scuola o all'asilo, di altri gravi disagi spesso con ricadute psicologiche e psichiche.

Come e quali criteri utilizzate per decidere a chi indirizzare il denaro?

Dotatasi di proprio Regolamento interno per l'accesso al Fondo, la Commissione valuta singolarmente ogni caso sulla base di precisi requisiti, in modo tale da garantire l'accesso prioritario alle persone/famiglie con maggiori difficoltà. Prima condizione per poter accedere al progetto è che la persona/ famiglia si sia rivolta o si rivolga ai servizi sociali del Comune di residenza e che gli stessi si siano espressi sul loro intervento.

Immagino che non sia comunque facile decidere chi aiutare e chi no…

In questo senso mi preme sottolineare che il nostro intervento ha subito un forte ridimensionamento nel corso dell'anno. Se all'inizio, infatti, potevamo far fronte a richieste varie, anche nei confronti di persone che vivevano da sole e con qualche piccolo lavoretto, ora non possiamo che sostenere solo famiglie numerose e/o con problemi complessi. Siamo costretti a fare una sorte da "triste classifica", spesso assai difficile da definire.

Una volta individuati i "casi" più gravi, come avviene l'erogazione del denaro?

Tranne che in casi del tutto particolari, non viene di norma erogato denaro contante
brevi manu al richiedente, ma si effettuano direttamente ai creditori i pagamenti degli scoperti sulla base del documento di debito (bollette luce e gas, acqua, rifiuti, spese scolastiche, mediche e alimentari, arretrati, fatture, canone d'affitto e altro).

Una volta risolta la situazione d'emergenza, mantenete rapporti con la persona che ha ricevuto un aiuto da parte dell'Associazione?

I nostri rapporti con le persone rimangono strettamente legati al sostegno; per precisa scelta non riguardano la loro vita personale e/o famigliare. Talvolta è doloroso e non facile da gestire ma un certo distacco è necessario anche per non creare false speranze.
Ciononostante capita che le persone che hanno concluso il progetto di aiuto passino a trovarci per salutare o ringraziare.

La Cassa Rurale ed Artigiana di Cortina ha stanziato un contributo iniziale di 10.000 euro; inoltre per ogni contributo, la Cassa Rurale raddoppierà la cifra versata, per rendere ancora più concreto il supporto all'iniziativa dell'Associazione…
Sì, la Cassa Rurale ha da subito colto l'emergenza e la gravità del problema e, riscontrando in "Insieme si può…" un valido interlocutore, si è proposta per partecipare al finanziamento del progetto.Il contributo della Cassa è per noi determinante: senza la sensibilità e il sostegno di enti come questo non riusciremmo a far fronte alle moltissime richieste che riceviamo.

Quanto denaro è stato raccolto fino ad oggi?

Il dato economico sarà disponibile solo una volta chiuso il bilancio. C'è da dire che per fortuna riscontriamo una sensibilità sempre maggiore nella gente che riconosce un problema che ormai appartiene a tutti.
La comunità di Cortina si sta dimostrando decisamente sensibile al progetto; in questo senso il sostegno del gruppo locale dell'associazione "Insieme si può…"e dei volontari del territorio è determinante.

Ringraziamo Francesco De Bon, i volontari dell'Associazione "Insieme si può…" e tutti quanti vorranno contribuire al progetto.

Chiunque può partecipare al progetto, versando il proprio contributo sul conto corrente della Cassa Rurale (IBAN: IT23A 08511 61240 0000 0002 3078), intestato a "Insieme si può", con la causale
"Progetto povertà a casa nostra". Per ogni contributo, la Cassa Rurale raddoppierà la cifra versata.