“Il Comune di Cortina spende 400mila Euro all’anno in spese legali per difendersi dall’abusivismo edilizio, ma sono tra i soldi meglio spesi del nostro bilancio perché il territorio rappresenta il nostro patrimonio
più prezioso e la migliore eredità da lasciare ai nostri figli”. È questa la reazione a caldo dell'Assessore ai Lavori Pubblici Adriano Verocai alla notizia che il Tar del Veneto ha dato ragione al suo Comune una volta di più. Il Tribunale amministrativo, infatti, dopo aver respinto nei giorni scorsi l’istanza cautelare presentata da Nicola de Santis, che chiedeva di bloccare la graduatoria per l’assegnazione delle case in diritto di superficie, ha respinto parimenti il ricorso presentato dal signor Walter Bottos per un immobile a Pian da Lago un tempo adibito a laboratorio artigianale e poi abusivamente frazionato e trasformato in abitazione.
Secondo quanto hanno ricostruito i giudici, il signor Bottos aveva acquistato gli spazi dalla Falegnameria Scrocco dove erano già stati eseguiti, dice la sentenza “interventi al fine di rendere totalmente indipendenti gli uni dagli altri i vari locali (allora dormitori) situati al primo piano. Premesso di aver da sempre utilizzato la porzione dell’immobile acquisita in proprietà dalla falegnameria Scrocco quale unità abitativa, il ricorrente – il signor Bottos ndr -presentava un’ istanza per la concessione del condono edilizio”.
La richiesta evidenziava come il mutamento della destinazione d’uso da dormitorio a nuova unità abitativa era avvenuto prima del 30 marzo 2003, ultima data utile per acceder al condono.
Ma gli uffici comunali non ci hanno visto giusto e, indagando e incrociando diversi documenti, hanno visto emergere “elementi tali da escludere che alla data indicata dal legislatore si fosse verificato il mutamento, seppure funzionale, della destinazione d’uso”. Da qui il diniego del Comune e la lunga battaglia legale dalla quale l’Amministrazione, difesa dall’avvocato Alessandro Calegari, è uscito vincitrice al punto che il Signor Bottos, oltre che vedersi respinto il ricorso, è stato altresì condannato al pagamento di 3.000 Euro per le spese processuali.
Ma il costo, per il ricorrente potrebbe essere molto più alto. La riconosciuta legittimità dell’operato del Comune e del provvedimento di diniego del condono, infatti, potrebbe costringerlo a rimuovere tutte le opere fino a oggi realizzate. Un’eventualità che il signor Bottos cercherà probabilmente di scongiurare ricorrendo al Consiglio di Stato per sospendere la sentenza.
“Una mossa che potrebbe permettergli di limitare i danni” conclude Verocai “ma che non cambierà l’esito della vicenda: l’abuso edilizio a Cortina non è proprio di casa e finché questa Amministrazione rimarrà in carica, qualsiasi tentativo di speculare ai danni del nostro territorio verrà contrastato con ogni mezzo”.