LA FORZA DEL SIMBOLO
    

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LA FORZA DEL SIMBOLO

Ennio Rossignoli

01/10/2009

Succede: il simbolo che coincide con il significato nel momento in cui questo definisce la realtà.

Complicato? A pensarci un momento neanche tanto: è come dire che Cortina, simbolo di un benessere graziato dalla natura, di un mondo «altro» rispetto a quello comune, «è» quel mondo, «è» il frutto prezioso di un ignoto disegno provvidenziale. Messa lì, al centro di una conca incoronata da montagne tra le più belle del mondo, Cortina è stata via via un luogo di straordinarie imprese sportive, di raffinate mondanità, di grande cultura e rumorose ribalte politiche. O di tutte queste cose insieme. Cosicché oggi il suo marchio simbolico corrisponde alla verità di una storia che ha i suoi riscontri puntuali nello svolgersi immutabile delle stagioni, quelle naturali e quelle umane. Ma anche se quel marchio ha perso un po' della sua lucentezza, corroso com'è dalla ruggine del tempo e soprattutto dai cambiamenti subiti dalla società e dai suoi modelli, il simbolo resiste al di sopra di ogni contingenza, più forte di qualsiasi cedimento a un costume universalmente omologato. Perfino più forte della crisi che attanaglia il mondo odierno. E se un tempo le folle accorrevano agli eventi dello sport, oggi si ammucchiano a ascoltare tonitruanti ministri in maglione. C'è qualcosa di nuovo e di vecchio nella normalità cortinese: il ricambio generazionale ha aperto ai giovani, che si inventano collocazioni impensate, o entrano (e rientrano) nella macchina sociale della tradizione, pur di non abbandonare la propria terra. Rimane qualche antica diffidenza, e qualche sopravvalutazione sempre nemica di quella autocritica che implica coscienza dei problemi e umiltà nel fronteggiarli. E resta una certa comoda propensione alla abitudinarietà. Dunque grandi meriti nella difesa del territorio, piccoli meriti nella coerente programmazione di un turismo lasciato in preda a certe improvvisazioni di troppo, a progetti che hanno talvolta gambe troppo corte (o troppo lunghe). Gli organi giusti, adatti allo scopo, non mancano, e non mancano le risorse intellettuali: per questo non possiamo - e vogliamo - non dirci ottimisti!