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Il Comune di Cortina al fianco delle Regole di San Vito: la centralina idroelettrica sul Boite non s'ha da fare

Redazione

28/11/2012

Le Regole di San Vito non saranno sole a sostenere il ricorso presso il Tribunale Superiore delle Acque Pubbliche contro la centralina del Boite: “Il Comune di Cortina d’Ampezzo” dice il sindaco Andrea Franceschi “sarà al loro fianco nel difendere il territorio”.
E’ questo il mandato della Delibera di Giunta votata all’unanimità nella Regina delle Dolomiti. Oggetto del ricorso, da parte delle Regole di San Vito, è l’assegnazione alla Società Idroelettrica Alpina s.r.l. - decreto dell'unità di Progetto Genio Civile di Belluno n.113 del 25/07/2012 – della concessione per una centralina sul fiume Boite. Il progetto presentato dalla Regole al fine di assicurarsi la concessione e assicurare così la salvaguardia del corso d’acqua è stato scartato: da qui il ricorso e l’intervento del Comune di Cortina nella forma giuridica dell’adiuvandum.

“Il tema delle centraline idroelettriche e il modo in cui verranno gestite è di vitale importanza per il nostro territorio” motiva il sindaco Franceschi. “Se a guidarne la costruzione sarà l’interesse della Comunità, allora possono essere utili. Se sarà il profitto, il territorio verrà sfigurato”.
“Per questo non è il caso di essere a favore o contro le centraline a prescindere, ma bisogna valutare caso per caso”. Nel caso del Boite “il fiume verrebbe prosciugato, il suo ecosistema distrutto e, i turisti, al posto di un rigoglioso corso d’acqua, si troverebbero con una distesa di sassi”. Con in più la beffa di vedere “i danni pagarli la Comunità e i profitti spartirseli dei soggetti privati”.
“No” dice Franceschi “le centraline idroelettriche non devono essere lasciate ai privati né ad accordi con i privati. Dove queste strutture non sono dannose allora si possono fare e devono essere fatte - direttamente ed esclusivamente – dai Comuni e dalle Regole che investiranno i profitti sul territorio. Il fine deve essere il bene pubblico, non il mero profitto”. l rischio che il territorio venga sacrificato per mero interesse, altrimenti, “è troppo grande”.

“La normativa in questione, purtroppo, non ci aiuta granché: obbliga le Comunità a presentare comunque un progetto alternativo a quello dei privati mentre le tutele previste, come il deflusso minimo garantito, non preservano i corsi d’acqua dall’essere di fatto prosciugati”.
“Per questo” conclude il sindaco “bisogna continuare a vigilare e, all’occorrenza, schierarsi e fare fronte comune con chi si leva a difendere quello che è, e sarà per generazioni, il nostro patrimonio più grande: il territorio”.

(comunicato stampa)