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Alpini, bell'età

Roberto Pappacena

01/10/2012
La mattina di domenica 3 settembre ho avuto la gioia di fare uno spuntino in compagnia di antichi amici al pranzo con gli Alpini. C'era nell'aria una atmosfera vivida ed amicale che ha fatto bene al mio cuore.

Mi è mancata, tuttavia, la gioia di cantare insieme come avveniva negli anni indimenticabili della giovinezza. Mi sono risorte, a un tratto, nella mente e nel cuore, le parole della stupenda classica canzone che si cantava una volta insieme nei rifugi: «Lassù sulle montagne, - tra boschi e valli d'or, - tra l'aspre rupi echeggia - in cantico d'amor!».

Per fortuna, a un certo punto, fra gli Alpini è balzato fuori Luigi Braido, di Tai di Cadore, uno di quelli della "bella età", che non ha ovviamente cantato, ma in compenso ci ha fatto ascoltare, durante un brindisi, alcuni versi da lui scritti, densi di antica saggezza, ma anche di amarezza. Che calore, che gioia ascoltarlo mentre recitava: «Sull'orlo del bicèr, - alzato il comedòn, - l'ha trovà consolaziòn - perché a sto mondo non era - più niente de bon, - ne' la justizia ne' amor, - tanto manco religion!».

Porterò sempre custodita nella memoria, la calda raccomandazione che ci ha regalata prima che si chiudesse il pranzo: «Prima pensa. Poi parla, perchè parole poco pensate - portano pena!".