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Saldare un debito con la legge "pagando" in natura: ora è possibile

Morena Arnoldo

01/09/2012
Da circa un anno è consentito a chi viene multato per eccesso di velocità o stato di ebbrezza, di commutare la pena pecuniaria nello svolgimento di lavori di pubblica utilità presso l'Amministrazione. Tutto ciò è possibile grazie ad una convenzione stipulata dal comune di Cortina con il tribunale di Belluno. «Sosteniamo con convinzione le iniziative», afferma l'assessore alla Cultura e ai Servizi sociali Giovanna Martinolli «che aiutano a sensibilizzare ed educare, piuttosto che punire. Siamo certi, infatti, che questo genere di sanzione sia molto più efficace rispetto al solo pagamento di una multa». Chiediamo all'Assessore qualche delucidazione in merito.

Qual è il principio alla base del provvedimento?
L'idea di fondo è quella di dare la possibilità a chi viene sanzionato di mettersi a disposizione della comunità con le proprie capacità e di trasformare una sanzione, sia quella pecuniaria, sia quella detentiva, in ore di lavoro, come previsto dalla normativa. Personalmente trovo che poter mettersi a disposizione della Comunità con le proprie abilità e il proprio tempo per saldare un debito con la legge, sia segno di grande maturità civile di un paese.

Quando è stata stipulata la convenzione con il tribunale di Belluno?
La delibera di Giunta è del 12 luglio 2011, la convenzione è stata formalizzata col tribunale il 25 luglio 2011. C'è poi una successiva integrazione dell'aprile 2012, per inserire la possibilità di lavorare anche per la partecipata Gis.

Quali stimoli avete ricevuto per arrivare a tale normativa?
Il primo input ci è arrivato dai diretti interessati, cioè dai cittadini che avevano subìto le sanzioni e che, informati dai loro legali, hanno chiesto di commutare la pena, secondo quanto previsto per legge. A quel punto ci siamo mossi per attivare il sistema come assessorato ai Servizi sociali.

Viviamo in un continuo stato di controllo (ultimamente anche i controlli della velocità con gli autovelox), ma questa iniziativa sembra quasi alleviare l'atmosfera, dando un tocco di leggerezza a quello che può essere il dover scontare una pena…Come dire, che quello che può essere male, ha poi un finale positivo. Che ne pensa?
I controlli per la sicurezza stradale sono necessari. Sicuramente il lavorare per la propria comunità rende la pena più accettabile e in un certo senso più "educativa".

La sua "messa in atto" dipende anche dal fatto che ultimamente i controlli sulla velocità e lo stato di ebbrezza si sono fatti più serrati?
Non direttamente, direi che dipende più dal fatto che le sanzioni sono inasprite con l'ultimo codice della strada e spesso diventa difficile saldare il proprio debito.

Da quando è in vigore la normativa e quante domande avete ricevuto?

Ad oggi abbiamo ricevuto dieci richieste. Sette di questi progetti sono conclusi, uno è in corso e due in attesa della sentenza definitiva.

Ci sono altre iniziative simili nei Comuni vicini? E lontani?
L'iniziativa sta prendendo sempre più piede in tutta la Provincia e anche nel resto d'Italia.

In cosa consistono le "attività non retribuite a favore della collettività"?
Il tipo di lavoro dipende dalle capacità e dalle inclinazioni delle persone che ne fanno richiesta. Chi nella vita fa un lavoro manuale o ha particolari abilità, viene, in linea di massima, impiegato in un campo simile. Per esempio, un falegname o un operaio, potranno essere affiancati agli operai comunali nelle loro mansioni quotidiane. Inoltre, ci sono state persone che hanno contribuito nella sorveglianza alle mostre o in casa di riposo.
In teoria il "lavorare per la comunità", anche se, diciamo, "costretti", dovrebbe ottenere un risultato positivo anche sul diretto interessato, che suo malgrado si trova a fare del bene per il suo paese… Le persone sono, prima di tutto, riconoscenti per avere la possibilità di commutare pene che, spesso, prevedono sanzioni sia pecuniarie sia detentive piuttosto alte. Poi ci sono state persone che si sono offerte per il futuro, a titolo di volontari, proprio perché hanno avuto modo di scoprire come il lavorare per la propria comunità sia gratificante.
D'altra parte, l'interessato si trova a lavorare per "scontare" di fronte a tutta la comunità una pena rappresentando un esempio per tutti… Il più delle volte chi fa questo tipo di lavori non è individuabile immediatamente.
Ognuno, poi, è libero, all'interno della propria cerchia di amicizie, di portare la propria esperienza e condividere la propria soddisfazione. Sicuramente il rendersi utili è un ottimo esempio, anche se a Cortina il mondo del volontariato è già ricchissimo.

A livello pratico, l'imputato come può richiedere di commutare la pena pecuniaria e a chi?
La prassi prevede che l'avvocato della persona sanzionata faccia richiesta al Comune di disponibilità.
Quando il Comune dà la propria disponibilità, il Giudice quantifica il monte ore di lavoro. A questo punto, i servizi sociali del Comune preparano un progetto con il luogo di lavoro, l'orario, si nomina un tutor, si informano gli organi (Polizia e Carabinieri) preposti al controllo. Il progetto viene inviato all'avvocato, al suo assistito e agli organi di Polizia.
Alla fine del periodo di lavoro, viene stilata una relazione da parte dei servizi sociali del Comune per la chiusura del progetto e di solito viene comunicata al Comune l'estinzione del reato da parte del tribunale.