È nato tra le polemiche e ha debuttato tra le polemiche che adesso diventano ricorsi legali da parte dei Comuni esclusi. Il cosiddetto Fondo Brancher (anche se il nome esatto è Fondo per lo sviluppo dei Comuni di confine), croce e delizia dei Comuni confinanti con la ricca e autonoma regione del Trentino Alto Adige, a fine maggio ha reso noti i progetti che per primi usufruiranno dei soldi messi a disposizione da Trento e Bolzano, 80 milioni di euro all'anno equamente divisi a metà dalle province più ricche, più fortunate, più privilegiate d'Italia, così pare.
Se dovessimo fare la classifica dei progetti approvati in base all'entità del finanziamento approvato, la parte del leone, nel primo anno di finanziamenti dal Fondo Brancher, la fa il comune di Valvestino, località al confine tra la province di Brescia e Trento con una cifra che sfiora i 19 milioni di euro per la realizzazione di un tratto stradale. Segue Malcesine per la realizzazione di una ciclopista sino al comune di Brenzone: oltre 17 milioni di euro. Cortina si becca la medaglia d'argento, rispettabilissima, con l'approvazione del progetto per la costruzione di una cabinovia sulle Cinque Torri, al quale vanno 14 milioni e 766mila euro, da dividersi però con progetti per la "mitigazione del rischio valanghivo nei comuni di Cortina, Colle Santa Lucia e Livinallongo di Col di Lana, la triade ladina unita e riunita almeno nel pericolo delle valanghe. Le pastoie burocratiche non sono roba da poco per accedere a questi finanziamenti, tanto più ambiti in questi tempi di vacche magre per tutti i Comuni italiani, di confine o meno, e l'apparato veronese messo su per analizzare i progetti presentati non ha finora brillato per efficienza e velocità. Ma il tutto è dovuto, pare, agli ingranaggi ancora da oliare, alla novità della materia, alla scrupolosità con cui la Cap (Commissione Approvazione Progetti) ha analizzato i progetti presentati all'Odi (Organismo di indirizzo). Anche le efficienti provincie non hanno stavolta brillato per tempestività, restie ad aprire in modo indiscriminato i cordoni della borsa. Istituito con la Legge finanziaria per il 2010, si è indietro di due anni, quindi sul piatto ci sono 160 milioni di euro teorici. Sì, perché tra i se e i ma, nel dubbio che il tesoretto altoatesino venga ripartito non solo con i Comuni confinanti ma anche con quelli a essi vicini, Bolzano ha per il momento tralasciato di versare la metà di quanto stabilito, bricioline da 40 milioni di euro. Perciò, anche i progetti approvati sono 35, quelli che avranno i finanziamenti saranno soltanto i primi 21. Per questo motivo dovrà attendere il finanziamento di 300.000 euro richiesto da Cortina e Colle Santa Lucia per il "sostegno e promozione della cultura, storia e lingua ladina - sostegno per le spese di funzionamento dell'Istituto culturale ladino Cesa del Jan".
Adesso c'è un anno e mezzo di tempo per affidare i lavori, i quali dovranno essere terminati entro tre anni, pena l'esclusione dai successivi bandi per due anni (vedi Box). La scadenza per la presentazione dei prossimi progetti è il 16 luglio. Una prima novità è che ogni Comune non potrà presentare più di due progetti, piccola clausola introdotta per evitare che certi Comuni abbiano anche tre o quattro progetti approvati e altri nessuno.
L'altra è che i finanziamenti saranno divisi tra progetti sino a un massimale di 800.000 euro e progetti sino a un massimale di 10 milioni di euro, con la creazione di due graduatorie distinte.
Il progetto consiste nella realizzazione di una cabinovia di collegamento fra le zone sciistiche di Cortina d'Ampezzo, e delle "5 Torri" in alternativa al collegamento oggi realizzato con autobus. La stazione di partenza, localizzata a "Son dei Prade", è posta poco più alta della strada statale n. 48 "delle Dolomiti" in prossimità di un ampio parcheggio e facilmente raggiungibile dalla stazione di monte della seggiovia quadriposto "Olimpia" che è praticamente l'ultimo impianto di risalita della zona sciistica ad ovest di Cortina. Il collegamento diretto da Son dei Prade a Bai de Dones avrebbe una lunghezza di circa 4700 m, eccessiva per la tipologia d'impianto in oggetto; esso inoltre sorvolerebbe tre volte la strada statale in zone di notevole pregio paesaggistico. Si opta pertanto per la soluzione di due tronchi di cabinovia con stazioni intermedie di transito. Questa suddivisione in due tronchi offre la possibilità di poterli far funzionare separatamente e quindi facilitare le eventuali necessità di soccorso in linea; inoltre, c'è la possibilità d'installare le stazioni motrici ed i due magazzini di ricovero cabine nelle intermedie, dove il loro notevole ingombro non crea disturbo paesaggistico, lasciando le stazioni terminali ridotte al minimo indispensabile.
La linea del secondo tronco "Cianzopè - Bai de Dones" si sviluppa sull'ampio pendio di bosco al lato destro orografico del "Fourzago" di fondo valle con la stazione di arrivo praticamente sopra al garage dei battipista posto posteriormente alla stazione di valle della seggiovia quadriposto "Bai de Dones - Alpe Potor".La posizione della stazione a Bai de Dones sarà facilmente accessibile sia dagli sciatori che scendono dalle 5 Torri, sia da quanti utilizzano il parcheggio oppure sono scesi dal Passo Falzarego.Il collegamento realizzato dai due tronchi di cabinovia al momento è privo di piste da sci pertanto il trasporto sarà effettuato in entrambi i sensi, con l'esercizio limitato alla sola stagione invernale.La tipologia d'impianto scelto è la cabinovia ad ammorsamento automatico con cabine a otto posti seduti, dotate di portasci esterni per garantire un maggior comfort di viaggio e garantire una facilità di utilizzo sia da sciatori che pedoni. L'impianto viene dimensionato tecnicamente per una potenzialità di trasporto di 1800 P/h con un inizio di esercizio alla portata ridotta di 1100 P/h, in considerazione di un avvio graduale del sistema di collegamento.