Sono rare le dichiarazioni dell'assessore Pompanin sulla stampa locale; lontano dalle polemiche e dai litigi, è concentrato solo sul suo lavoro, del quale oggi andiamo a parlare.
Incominciamo dall'artigianato e dall'inizio: gli artigiani lamentavano un certo disinteressamento da parte della precedente amministrazione nei loro confronti; in tutta risposta Franceschi, nella composizione della sua giunta, ha creato l'assessorato all'artigianato.
Come si è mosso, Assessore?
Inizialmente abbiamo cercato di capire insieme quali fossero i problemi. La principale afflizione per il settore è senz'altro l'urbanizzazione di Pian da Lago. Come tutti sappiamo la situazione è molto complessa e l'iter è stato allungato ulteriormente dalla necessità di adeguare le rete fognaria prima di poter procedere all'urbanizzazione.
L'impianto era stato progettato per portare acque miste al depuratore di Socol, ma problemi di quote hanno reso impossibile questa soluzione. Allora è stato costruito un altro piccolo depuratore a sé stante, che però si è rivelato insufficiente, soprattutto a seguito della costruzione dei nuovi capannoni e in caso di abbondanti precipitazioni.
Dopo aver valutato altre possibili soluzioni, la situazione è stata risolta con la realizzazione di una seconda conduttura che porta tutte le acque nere al depuratore, mentre quelle bianche sono convogliate nella vecchia rete. Le spese di costruzione sono state di circa 250.000 euro, dei quali un terzo coperti dal BIM. Il nuovo progetto di urbanizzazione è pronto, è stato approvato dai Beni Ambientali e stiamo ultimando i calcoli computometrici per preparare il bando. Il costo previsto è di 750.000 euro, già stanziati nel 2010. I lavori partiranno la prossima primavera.
L'unica cosa che rimane ancora esclusa è la strada d'accesso, che verrà realizzata nel 2011.
Quindi, alla fine, l'urbanizzazione di Pian da Lago la pagheremo tutti?
Le opere che dovevano essere a carico del consorzio verranno addebitate ai consorziati, che rispondono anche se il consorzio non esiste più; definire chi si deve far carico di cosa non è facile, anche perché con i lavori per le fognature abbiamo spaccato un po' dappertutto; poi, ad esempio, i pozzetti per i pali dell'illuminazione che erano già stati realizzati, ma erano stati posizionati in maniera assurda tra la strada e il marciapiede, rendendo problematico lo sgombero della neve, vanno spostati.
Gli ex consorziati sono disposti a pagare?
Finora abbiamo avuto solo incontri informali; il Comune spende soldi pubblici e cercheremo di andare incontro agli artigiani interessati, ma nel rispetto degli accordi presi inizialmente.
Sono fiducioso, troveremo un accordo.
Che altri problemi sono emersi con gli artigiani?
Hanno sempre chiesto di poter pubblicizzare i propri lavori.
Abbiamo cercato di realizzare con loro mostre o esposizioni, ma non è facile, soprattutto per problemi di tempistica: i periodi migliori per le esposizioni sarebbero quelli di alta stagione, ma in quei giorni nessuno ha tempo. Quest'anno, grazie ad un miglior coordinamento e grazie anche all'A.P.E., siamo riusciti a realizzare il progetto Totem, che ha avuto un ottimo riscontro, oltre che dal punto di vista pubblicitario, anche come occasione per avviare proficue collaborazioni tra artigiani. Abbiamo assicurato agli artigiani la massima disponibilità per nuovi progetti.
Dal punto di vista pubblicitario? Sembra che ai turisti non siano interessati molto i nostri totem, alla fine sono state riconsegnate solo un migliaio di schede e alla premiazione f inale c'era poca gente…
L'evento all'Alexander Hall era in concomitanza con altre manifestazioni, comunque quello che ci interessa soprattutto è incominciare una «comunicazione»;
in questa ottica ha un notevole peso la pubblicazione sulla rivista AD, oltre che su quelle del Consorzio. È importante anche promuovere la collaborazione tra artigiani e direi che ci siamo riusciti. Abbiamo intrapreso un percorso anche allo scopo di ottenere un marchio territoriale per i nostri prodotti, e questo è un obiettivo molto importante.
Ma chi lo vuole il marchio territoriale?
Non c'è uniformità di vedute su questo, molti artigiani non sembrano interessati, ma secondo me, se lo si riuscisse a realizzare, porterebbe dei grandi vantaggi e molti cambierebbero idea.
Servono nuovi capannoni? Sono stati previsti nel P.A.T.?
Sono pervenute osservazioni nelle quali si faceva richiesta di nuove volumetrie artigianali.
Alcune ditte si sono trasferite in Cadore: vorremmo riportarle qui, altre sono in affitto, le terremo senz'altro in considerazione.
Cambiamo argomento: la Protezione Civile…
A Cortina la Protezione Civile è legata all'ambiente: i problemi sono quelli di ordineco: frane e flussi delle acque e le emergenze provocate dalle escursioni in montagna. Al di là delle emergenze, è importante la prevenzione, che è a carico dei proprietari dei terreni; il grande problema che c'è stato finora è che i vari enti si sono scaricati l'un l'altro le responsabilità. Da parte nostra abbiamo coinvolto tutti gli enti: Regole, Veneto Strade, Anas, Guardia Forestale, Genio Civile, ed abbiamo stilato un piano di interventi in base alla proprietà e alla competenza di ciascun ente coinvolto. Ad esempio, a Rio Gere, le Regole, proprietarie dell'area a monte della strada, si sono impegnate a preparare un progetto per l'allargamento della sede della frana e per la costruzione di un bacino di raccolta, mentre Veneto Strade si è assunta l'incarico dello svuotamento del materiale depositato sotto la sede stradale, dove la proprietà è del Genio Civile.
Ora ciascuno ha assunto il proprio incarico che, oltre alla realizzazione degli interventi stabiliti, prevede l'impegno alla manutenzione degli stessi nel tempo.
Fanno parte della Protezione Civile il Soccorso Alpino, il nostro fiore all'occhiello, che opera in maniera autonoma; poi la Croce Bianca, tutte le Armi e i Vigili del Fuoco.
E nell'emergenza? Per capire come si muove la macchina della Protezione Civile facciamo un esempio: poniamo, per assurdo, che scavando la galleria dell'Anas a Mortisa o Lacedel venga giù tutto, strada, abitazioni…. Cosa succede?
In base alla gravità dell'evento si attiva il numero necessario di squadre e mezzi. Se ci possono essere persone coinvolte si portano subito le unità cinofile che si mettono immediatamente alla ricerca delle persone perlustrando tutta l'area, che contemporaneamente viene delimitata e bloccata: è importante che non passino molte persone perché le loro tracce potrebbero confondere i cani. L'area va subito messa in sicurezza, poi si provvede a liberare le strade per ripristinare al più presto la viabilità. Devo dire che finora, negli interventi che abbiamo effettuato, siamo stati impeccabili.
Cosa succede a Val?
Abbiamo previsto di fare una convenzione con il C.N.R.
dell'università di Padova per studiare la situazione, poiché sembra che tutte le acque a monte tendano a incanalarsi in quella zona: dobbiamo capire come intervenire per limitare i movimenti del terreno e canalizzare le acque superficiali; una volta pronti, chiederemo i fondi alla Regione. Per quanto successo nell'agosto del 2008 a Val di Sotto, l'inchiesta è ancora in corso. Per ora è stato appurato che l'evento è stato fortuito: il tombotto sotto al piazzale di Socrepes si è intasato e l'acqua ha trovato un'altra strada.
Com'è noto ci sono stati dei dissapori con la Comunità Montana… Come è andata la gestione autonoma della falciatura dei prati?
Secondo me è andata bene, anche se è migliorabile. Ci sono zone impervie in cui gli operatori di Cortina non vanno, per le quali dobbiamo cercare degli accordi.
Per i terreni comunali è stato dato incarico a due operatori della Cooperativa Cadore. Poi c'è il problema che alcuni privati non vogliono che altri falcino i loro prati, perché temono l'usucapione; vorrei dire che questo problema è facilmente risolvibile tramite la stipula di un contrattino che preveda un compenso simbolico anche solo di un euro.
Il costo che sosteniamo è più o meno lo stesso di prima, ma risparmiamo la quota per la gestione dei lavori di falciatura che la Comunità Montana tratteneva per sé, 9/10.000 euro.
… E come vanno le cose alla discarica?
La raccolta dei rifiuti urbani e la discarica sono attualmente gestite dalla Comunità Montana e appaltate alla Manutencoop.
La ditta manda la fattura alla Comunità Montana che a sua volta la gira ai Comuni in base alla loro ampiezza; Cortina paga circa il 68% del totale. La Comunità Montana, per la gestione del servizio, trattiene una quota del 2%, circa 180.000 euro, dei quali 120.000 provengono da Cortina.
La convenzione con la Comunità Montana scadrà nell'agosto del 2010. Stiamo valutando cosa fare, se incominciare a gestire la cosa in maniera autonoma o diversa.
Sì, Teo Sartori aveva presentato delle proposte…
La proposta di Sartori è valida, ma l'appalto va assegnato con un bando pubblico.
Ora che facciamo la raccolta differenziata, non dovremmo incominciare a pagare meno la tassa sui rifiuti?
No, non è detto. Il guadagno che abbiamo dalla raccolta differenziata è la salvaguardia dell'ambiente.
Le energie alternative: quali progetti sta portando avanti?
Verrà realizzato a spese del CEV un impianto fotovoltaico sul tetto della scuola elementare, con 20 kw di potenza e con una produzione di 24000 kilowattora all'anno; una parte dei ricavi andrà al CEV mentre con la parte che rimarrà al Comune, saranno coperti quasi per intero i costi energetici dell'edificio. Il problema è il tetto della scuola… prima va ristrutturato; l'opera è stata inserita nel programma opere pubbliche.
Anche allo stadio del ghiaccio era stato ipotizzato un impianto fotovoltaico:
si farà?
Quel progetto non è più stato portato avanti. Abbiamo piuttosto in progetto di costruire nuove centraline idroelettriche come quella di Majon: sono soluzioni molto convenienti perché vanno a regime in soli cinque anni, ma richiedono investimenti immediati abbastanza consistenti, e dobbiamo sempre fare i conti col patto di stabilità che ci lega le mani. Stiamo valutando se sia il caso di affidare questi lavori alle due società partecipate GIS e Se.Am.
Parliamo un po' della Sua nuova delega a «villaggi e frazioni»: i lavori pubblici nelle zone periferiche sono stati scorporati dalla delega dell'assessore Majoni?
L'ufficio competente è sempre quello dei lavori pubblici, siamo comunque molto legati.
Le frazioni e i villaggi sono un po' trascurati rispetto alle zone centrali, e il mio ruolo è quello di tenerli in maggior considerazione nell'ambito dei lavori pubblici.
Un ottimo lavoro in questo senso lo sta già facendo Umberto Walpoth, della commissione per le migliorie sul territorio, che è in costante contatto con i capivilla.
Si tratta di tutti quegli interventi piccoli, ma importanti che possono migliorare la cura e il decoro delle zone periferiche. Per quest'anno abbiamo deciso di dotare ogni sestiere di un albero di Natale, che verrà posizionato nei pressi delle chiesette.
Secondo Lei, il consigliere Ghedina dovrebbe dimettersi?
Da consigliere no, ma dovrebbe formalizzare la sua posizione nei confronti del gruppo di maggioranza:
non ne fa più parte.
È favorevole al progetto di tangenziale dell'Anas?
Sì, sono favorevole, ma con qualche intervento migliorativo, come ad esempio il passante di Zuèl ed altri piccoli accorgimenti.
Ringraziamo l'assessore Enrico Pompanin e gli auguriamo di riuscire a realizzare i suoi progetti.