Il Liceo linguistico Orsoline ha deciso di chiudere "temporaneamente" i battenti; una decisione sofferta e causata principalmente dal fatto che le iscrizioni al primo anno erano ridotte all'osso già dal precedente anno scolastico. Per poter sopravvivere, la scuola avrebbe bisogno che il numero degli iscritti al primo anno fosse di almeno 8/10 alunni. Nei mesi scorsi, il preside Rinaldo Ottone aveva spiegato come sia difficile far funzionare una realtà scolastica con un numero così limitato di ragazzi; e questo sia dal punto di vista educativo e didattico, sia da quello più strettamente economico.
Si era parlato della possibilità di interessare il Comune per cercare di trovare il modo di evitare la chiusura definitiva.
L'assessore competente Giovanna Martinolli e il preside del liceo hanno recentemente avuto un incontro. «L'incontro è stato positivo: da parte del Comune ho riscontrato una grande disponibilità.
Però non sappiamo come potrà tradursi concretamente quest'apertura» afferma il professore. «La scuola per esistere ha bisogno di garanzie per le famiglie e per gli insegnanti, oltre che di una certa stabilità nel tempo. È indubbio che l'attuale crisi faccia saltare i punti più fragili del sistema: forse il liceo rientra in questa categoria». I professori, dal canto loro, sarebbero disposti a creare una cooperativa tra loro e a rinunciare a parte dello stipendio pur di riaprire.
«Per il Comune è oggettivamente difficile dare un contributo a una scuola privata a discapito di una pubblica. Ci troviamo in una posizione difficile» ammette Giovanna Martinolli. «Il bacino di utenza è quello che è e da lì non si esce… Però si potrebbe trovare il modo di aiutare le famiglie».
L'assessore propone di riconsiderare la riapertura del convitto alle Orsoline. «Potrebbe essere un modo per riaprire le classi, i posti al convitto qui in centro sono limitati e le richieste sono tante».