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L'aereoporto di Fiames:una struttura importante, rimasta troppo a lungo nell 'oblio

Alice Gaspari

01/04/2012
È strano come, tra le tante strutture chiuse che si rimpiangono amaramente a Cortina, faccia fatica a trovare posto l'aeroporto di Fiames. Ci si arrabbia e si fa un gran parlare (giustamente) per la piscina, per la pista di bob, per gli alberghi, persino per la ferrovia, ma non per l'aeroporto. Perché? Razionalmente esso dovrebbe essere in cima alla lista delle nostre priorità: avere la possibilità di far volare direttamente qui i turisti anziché imbottigliarli nell'Alemagna, o di organizzare pacchetti con volo charter, o di aggiungere il capitolo "aeroporto" al dossier Cortina 2017 semplificherebbe e ottimizzerebbe enormemente i nostri sforzi per rilanciare il paese. Ma allora perché il pensiero di riaprirlo è sempre rimasto una vaga e remota ipotesi nel sentire comune e nei programmi elettorali? Perché Cortina, nei confronti dell'aeroporto, prova un sentimento funesto legato agli incidenti che l'hanno segnato e i sentimenti, si sa, non vanno d'accordo col pensiero razionale.
Nonostante i dossier ministeriali abbiano confermato senza ombra di dubbio che si sia trattato di errori umani, nell'immaginario collettivo è ancora l'aeroporto di Fiames col suo forte vento a raffiche che soffia tra le cime incombenti ad essere considerato il colpevole, colpevole e pericoloso.
Ma le indagini hanno appurato che il pilota (brevettato) del volo privato che è precipitato nell'incidente che tutti conosciamo, è decollato con i serbatoi pieni, molto sovraccarico di passeggeri e partendo da meno di metà pista. Se questo non bastasse, possiamo aggiungere che aveva al suo attivo soltanto tre ore di volo sulla macchina che pilotava quel giorno. Prima dei due incidenti, su quella stessa pista, decollavano e atterravano regolarmente voli di linea con piloti professionisti, che hanno spostato migliaia di passeggeri per cinque anni, senza mai alcun problema. Oggi sono passati più di trent'anni, siamo impantanati in una crisi senza precedenti che rende ancora più impellente il bisogno di rilanciare il turismo e il paese intero e siamo nel vivo della campagna elettorale: Voci di Cortina desidera portare all'attenzione dei lettori/elettori e dei candidati alcune informazioni utili per riflettere e discutere di questa importante struttura. Abbiamo chiesto ad un professionista del volo un parere sulla fattibilità di un aeroporto aperto al traffico passeggeri a Cortina. Si tratta del comandante Giuseppe Liva: 16.800 ore totali di volo su bimotori, trimotori e quadrimotori; friulano di nascita e orgogliosamente ladino, nel 1946 ha frequentato l'istituto Tecnico Malignani di Udine ed è entrato in aeronautica nel 1968; pilota militare dal 1969 al 1980, dal 1974 pilota delle frecce tricolori; dal 1980 al 2004 pilota di Alitalia; ha finito la sua carriera come comandante di B747 (Jumbo); tuttora istruttore e esaminatore di volo strumentale all'aero club di Treviso.

Comandante, l'aeroporto di Fiames è pericoloso?
«Non è pericoloso. Il grande nemico degli aerei al giorno d'oggi è solo la nebbia a terra, problema che fondamentalmente a Cortina non sussiste. Quello di Fiames, come tanti altri, è un aeroporto nel quale però non può atterrare chiunque: ci vogliono piloti professionisti con un'abilitazione speciale, come ad esempio a Bolzano e Lugano. La pista deve essere autorizzata dall'ENAC (Ente Nazionale per la Aviazione Civile) e ci possono volare solo macchine S.T.O.L (short take off and landing), come il Boeing de Havilland Dash 7 in fotografia, che decolla in 700 metri di pista con 50 passeggeri. Sono macchine a turboelica, a basso impatto ambientale: motori a basso consumo e bassi livelli di rumore, fatti per trasporti di terzo livello da aeroporti internazionali a piccoli aeroporti periferici. Le nuove leggi sanciscono inoltre che sia il gestore dell'aeroporto ad assumersene la responsabilità, affidandogli contestualmente la capacità giurisdizionale di acconsentire o negare l'atterraggio ad un pilota che non abbia sufficiente esperienza e professionalità. L'attuale pista di Fiames è lunga 1.285 metri e larga 15; andrebbe portata ad una larghezza di 30 metri e, per una maggior sicurezza nel decollo verso nord, andrebbe allungata di circa 400 metri a sud (tutto su terreni comunali e regolieri n.d.r.)».
Quanto potrebbe costare riaprirlo?
«1.200 km di pista attrezzata ed asfaltata (con anche l'illuminazione per il volo notturno che qui non sarebbe indispensabile)costano 1.800.000 euro (costo della pista di Campoformido appena costruita dall'ENAC) più il costo della recinzione obbligatoria dell'intero perimetro con una barriera di due metri di filo spinato; a Cortina bisogna considerare il fatto che 1285x15 metri sono praticamente fatti».
Sembrano costi ragionevoli;che tipi di voli e che giro di passeggeri potenzialmente potrebbe avere Cortina?
Sarebbe un aeroporto di terzo livello, con voli charter e di linea da 50 passeggeri, in collegamento con grandi aeroporti internazionali: ad esempio Cortina potrebbe essere collegata con Milano, Monaco, Venezia e Bologna. Potrebbero atterrare e decollare anche 1000 passeggeri al giorno, senza considerare il volo notturno.