LEOPOLDO SACCON (architetto della Proteco): «Il Piano dà il limite massimo, ma si può anche edificare zero. L'iniziativa è del privato, ma deve essere accolta dall'Amministrazione comunale in base ad un beneficio pubblico adeguato. Il lotto diventa edificabile solo se c'è un accordo tra il privato e il Comune».
LUIGI ALVERÀ (Cortina Dolomiti): «Il 50% delle volumetrie degli alberghi è inserito nell'Accordo di Programma con un piano di intervento più celere: questo non rientra con quanto appena detto dall'architetto Saccon».
LEOPOLDO SACCON (architetto della Proteco): «Una parte del commerciale verrà concessa tramite gara. Se l'operazione andrà in porto, buon segno: significa che c'è ancora qualcuno che ha bisogno di investire. Per questo c'è un costo: toccheremo il bosco di Gilardon. L'alternativa è accontentarsi di quello che c'è».
ANDREA FRANCESCHI (Sindaco): «L'immobilismo è perdente in una città che già deve inseguire. Dobbiamo rinnovarci».
MARCO DE BIASI (Progetto per Cortina): «Vale la pena evidenziare la sostenibilità ambientale del Pat, le scelte sono state fatte nel principio della conservazione dell'ambiente.
Siamo indietro, non dobbiamo aver paura di vedere cattedrali nel deserto».
LUIGI ALVERÀ (Cortina Dolomiti): «Le minoranze non hanno avuto che pochi giorni per vedere gli elaborati. Nel 2008 è stata richiesta la commissione per seguire il Pat, convocata solo due volte, nel 2009. Da allora non si è più saputo niente per tre anni. Negli ultimi venti giorni sono state convocate tutta una serie di commissioni con la presenza dei professionisti, per arrivare all'adozione solo pochi giorni fa».
ANDREA FRANCESCHI (Sindaco): «Noi abbiamo proposto delle cose, ma da parte della minoranza non abbiamo avuto nessuna proposta».
MICHELE DIMAI (Cortina Oltre il 2000): «Il 50% delle trasformazioni non è stato visto in Consiglio comunale, non c'è stata alcuna discussione pubblica. Negli ultimi trent'anni a Cortina si è costruito poco niente, la distruzione paesaggistica di cui parlate è una definizione non corretta. Per le prime case, si è parlato di diritto di superficie, ma non di chi la casa se l'è tenuta e non l'ha venduta».
ANDREA FRANCESCHI (Sindaco): «Il Pat in partenza è stato condiviso con tutti . I dati oggettivi hanno richiesto molto tempo, e l'iter si è allungato. Le scelte per buona parte erano già state approvate in Consiglio comunale. Di queste volumetrie, le novità sono quelle ricettive e commerciali, il resto sono cose già viste».
ROBERTO GASPARI (Cortina Dolomiti): «Nel precedente Consiglio comunale avete approvato due nuove case in diritto di superficie in zone di pregio, a Fraina e Col: come si giustifica questo con le linee del Pat che dicono di non toccare le Viles? Il commerciale viene raddoppiato in un momento in cui l'economia è in difficoltà, e viene dato in mano a poteri forti, esterni. Sarà un danno per i nostri negozi del centro».
ANDREA FRANCESCHI (Sindaco): «Quanto costano gli affitti in Corso Italia? I prezzi sono talmente alti da rendere difficili nuove attività commerciali. Nuove aree commerciali significa anche nuove opportunità per la gente di Cortina. Bisogna concedere qualcosa per avere in cambio qualcos'altro».
PIETRO GHEDINA (Progetto per Cortina): «Chi farà gli alberghi a Cortina? Gli alberghi non danno utili; se non ci sono utili, quali imprenditori investiranno? Non è difficile prevedere che i nuovi alberghi rimarranno chiusi. Avremo una grande cementificazione».
LUCA ALFONSI (Progetto per Cortina): «Tutti i poli che si svilupperanno chiamano il commerciale. La quantità di negozi la deciderà il mercato, non il singolo. Se non ci sarà mercato, non ci saranno nuovi negozi».
GIOVANNA MARTINOLLI (Progetto per Cortina): «Il Pat rappresenta quello che si può fare, non che si deve fare. Un piano con una grande valenza dal punto di vista di crescita della nostra comunità. I nostri giovani tendono ad andarsene, dobbiamo cercare di trattenerli, creare nuovi posti di lavoro, e creare i presupposti per mantenere i servizi sul territorio, come le scuole e gli ospedali, che dipendono dal numero di abitanti».
IRENE POMPANIN (Progetto per Cortina):
«Vorrei porre l'attenzione sul numero di abitanti di Cortina, un nodo cruciale su cui si è concentrata questa amministrazione, nel tentativo di trattenere o aumentare gli abitanti. L'Amministrazione ha voluto dare possibilità ai cortinesi di avere lavoro e casa; il Pat è un terreno, uno strumento per una Cortina in cui vivere. L'attenzione al numero di abitanti ci permette di mantenere sul territorio le scuole per i nostri giovani. Noi in quest'aula stiamo discutendo del futuro di coloro che nel nostro paese hanno meno di trent'anni. Poter garantire una rete formativa ai più giovani è un nostro dovere».
GIANPIETRO GHEDINA (Cortina Dolomiti): «Sono d'accordo che il Pat debba creare delle leve di sviluppo, ma come amministratori dobbiamo renderci conto della situazione attuale di Cortina:
il numero di abitanti è calato, gli alberghi nuovi sono impiantati o in difficoltà, il commercio quest'inverno ha avuto incassi minori del 35%. Vediamo prima di tutto cosa possiamo fare per i nostri operatori economici. La previsione a 10 anni delle volumetrie, o, anche se il termine è brutto, di cementificazione, è comunque a due velocità: 50% subito, e 50% si deciderà successivamente. Si parla comunque di 200 mila metri cubi di alberghi e 20 mila metri quadrati di superficie commerciale
- circa 200 negozi. Il libero mercato va bene, ma a volte può creare cattedrali nel deserto. Questi numeri mi danno preoccupazione».
HERBERT HUBER (Progetto per Cortina): «Sono deluso dalla scarsa propositività delle minoranze, che ancora una volta sembrano prigioniere del «non fare». Il Piano dal punto di vista turistico mi piace moltissimo, perché dà grande rilancio a Cortina pur nel rispetto dell'ambiente: è il primo grande progetto di pianificazione, una cosa mai avvenuta a Cortina. Siamo sicuramente nella direzione giusta., soprattutto dal punto di vista turistico. Facciamo sempre esempi del vicino Alto Adige, ora abbiamo la possibilità anche noi di riqualificare alcun aree. Il Pat ha sposato perfettamente le nostre linee guida, che corrispondono alle esigenze degli operatori, è lungimirante».
ROBERTO GASPARI (Cortina Dolomiti): «È ora di finirla di offendere questi vecchi che hanno lavorato negli anni Ottanta e di assumere un atteggiamento così saccente! Noi abbiamo fatto la nostra parte, voi adesso fate la vostra: vediamo, poi, quali saranno i vostri risultati. Nel frattempo, portate più rispetto per chi è stato qui prima di voi».
STEFANO DANDREA (Progetto per Cortina): «Alcune categorie si sono confrontate; con gli agricoltori, ad esempio, abbiamo seguito tutta la fase di concertazione fino alla stesura del Pat. Nella cura dell'ambiente sono state favorite le aziende agricole».
ENRICO POMPANIN (Progetto per Cortina): «Sono state soddisfatte molte esigenze degli artigiani, come l'Accordo pubblico/privato con il Consorzio Botteghe Artigiane e con la Scia».
LUIGI ALVERÀ (Cortina Dolomiti): in risposta a Huber: «Chi negli anni '75-79 ha lavorato sulla pianificazione del territorio ha chiuso l'edificazione indiscriminata e ha mantenuto questa linea fino al 2003. Chi conosce la storia del nostro paese lo sa; sarebbe meglio per chi non lo sa studiarsi gli atti. I terreni delle Regole sono stati utilizzati solo per la comunità. Oggi voi programmate di vendere quelle aree: questa è una delle cose più gravi che state facendo come scelta politica. In risposta a Irene Pompanin: «Io quest'anno compio 50 anni, della mia età eravamo in 150. L'anno scorso ne sono nati 37: le dinamiche di sviluppo sono condizionate da questi numeri. Non illudiamoci che le scelte di cementificazione risolvano questi problemi. Se ci fosse stato un confronto continuo lo strumento pianificatorio sarebbe stato migliore e condiviso. Sul Prg ultimo ci sono state oltre 50 riunioni: quello è un piano condiviso».