IL PARCO GIOCHI «CANTORE»
    

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IL PARCO GIOCHI «CANTORE»

Lettere al giornale

01/12/2009

Caro Comitato, in quanto mamma di due bambini mi ritrovo ciclicamente «costretta », mio malgrado, ad una visita al parco giochi «Cantore».

Sapendo lo stato in cui versa,lo evito accuratamente, alle volte però, ci passo davanti e i bambini, vedendolo, vogliono entrare a giocare.

Mi stupisco ogni volta di più dello stato di abbandono in cui si trova. E mi indigno. E va bene che c'è un cantiere vicino, ma come è possibile lasciare in quello stato un'area pubblica in posizione così centrale, per di più un parco giochi???!!! Sporcizie di ogni genere, in ogni angolo: avanzi di cibo e di bevute, vetri e lattine compresi; non mancano ovviamente in gran quantità e ben distribuiti, i soliti bisogni di cani, che fanno pensare ad un'area adibita al «deposito e scarico».

E questo tralasciando lo stato dei giochi stessi:tutti malmessi, rotti, alcuni perfino inutilizzabili.

Questo è quello che vedo ogni volta che mi capita di metterci piede.

A completamento dell'idillio di recente si sono aggiunti dei graffiti sulla recinzione del cantiere dell'hotel Italia. Edificanti svastiche, corredate dal solito repertorio razzista e fascista.

Che rispondere al figlio che sta imparando a leggere e domanda cosa c'è scritto e perchè qualcuno scrive sui muri e sui giochi?!? Nessuno si accorge che a Cortina non solo non si fa mai niente di nuovo per i bambini e ragazzi, ma nemmeno si mantiene decorosamente quello che già c'é? Certo ci rimane il mitico parco giochi in zona asilo, anche quello spesso sporco o incolto. E privo di panchina (l'anno scorso erano due, quest'estate ne é rimasta una, ora nessuna). O forse in un parco giochi non ci si può sedere? Non manco di citare il paradiso dello stadio, chiuso fuori stagione, quando le attività sportive all'interno fervono: mamme e bambini lo affollano nonostante la chiusura,questi testardi... E cosa trovano o, meglio, non trovano: le altalene eliminate causa nevicata imminente (...) e la casetta adibita a magazzino sdraio. Costretta da tanta desolazione, spesso emigro verso Dobbiaco o dintorni e mi imbatto in tanti compaesani... I parchi che hanno lì mi fanno veramente dubitare dello stato mentale dei loro amministratori: questi hanno la perversione di immedesimarsi, di concepire quello che può piacere e servire ad un bambino e hanno l'ardire di realizzarlo, incredibile...

La domanda nasce spontanea: ma nessuno dei nostri «che decidono » ha un figlio in età da parco giochi e vede come stanno le cose?

Vittoria Broglio