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L'ULDA NON SI SCHIERERÀ PER NESSUNA FORMAZIONE POLITICA ALLE PROSSIME ELEZIONI AMMINISTRATIVE

Marina Menardi

01/03/2012
«Non daremo appoggio a nessuna delle liste che si presenterà alle prossime elezioni. Auspichiamo che ci sia collaborazione con chiunque venga eletto. Chiediamo un assessore alla Cultura ladina, la collaborazione con l'Istituto e con la Consulta». È questa la posizione dell'Uld'A per le prossime elezioni amministrative di Cortina d'Ampezzo, chiarite dalla presidente Elsa Zardini in seguito a una decisione presa dal Consiglio direttivo ancora nel mese di novembre. Precisazioni che vengono fatte dalla presidentessa - fresca di riconferma alla guida dell'Union Generela dei Ladins per altri tre anni - in seguito alle dichiarazioni di Eddy Demenego del gruppo "Progetto Referendum", in cui si accusa l'attuale Amministrazione comunale di non aver perorato il referendum del 2007 che aveva sancito il "sì" per il passaggio dei tre comuni ladini (Cortina,Colle Santa Lucia e Pieve di Livinallongo) alla provincia di Bolzano. Delusi dalla mancata collaborazione del Sindaco nel portare avanti l'iter del risultato del referendum, il gruppo "Progetto Referendum", presieduto da Eddy Demenego, aveva annunciato che si sarebbe attivato per portare la questione referendaria come punto cardine del programma della nuova lista che si opporrà a quella di Andrea Franceschi alle prossime elezioni amministrative. «Il sindaco Franceschi, il più titolato a dare attuazione alla volontà popolare in virtù del maggior numero di cittadini amministrati, se ne è invece totalmente disinteressato, ha insabbiato la pratica, dimostrando in tal modo di prendere in giro la popolazione disconoscendone il principale diritto, che è quello di veder riconosciuta la propria aspirazione» aveva dichiarato Demenego. Per il nuovo gruppo che si presenterà alle prossime amministrative, dunque, il passaggio di Regione viene considerato come fondamentale per il rilancio di Cortina in tutti i sensi. «Se Cortina non sarà autonoma lo spopolamento continuerà, così come il declino culturale e le tradizioni popolari si perderanno» ha concluso Demenego. «Il referendum non deve venire mescolato con questioni politiche, nel rispetto di chi ha votato per la riunificazione del popolo ladino, senza secondi fini». La Zardini non vuole insomma che qualcuno usi la questione referendaria per questioni elettoralistiche e ci tiene a chiarire alcuni punti sull'argomento. Innanzitutto, giustifica il sindaco Franceschi per non aver partecipato ai due ricorsi alla Corte Costituzionale dei comuni di Col e Fodom: «Bastava anche un Sindaco solo per poter portare avanti la questione ladina. Cortina non ha partecipato perché, avendo un nome molto noto, poteva essere scomodo » ha affermato. Per quanto riguarda il ricorso alla Corte europea fatto Elsa Zardini, presidente dell'Union dei Ladis de Anpezo dal Comitato Referendario a nome dei tre Comuni ladini, ha spiegato che ad un certo punto dell'iter è stato chiesto che tale ricorso fosse portato avanti dall'Union Generela, unico ente riconosciuto per la tutela delle minoranze linguistiche in due Regioni e tre Province. Anche in questo caso, quindi, il Comune non c'entra. La Zardini ha rimarcato con forza che "Progetto Referendum" e "Comitato Referendario per la riunificazione dei Ladini del Sella" sono due cose diverse. Il primo è un gruppo di persone, il secondo è un Comitato costituito da due persone per ognuno dei tre Comuni referendari, presieduto da Siro Bigontina, che ha promosso il referendum per il passaggio di Regione e ora lo sta portando avanti. «La sede del Comitato referendario è qui, presso l'Uld'A; se "Progetto referendum" vuole lavorare con noi è ben accetto e può venire qui e collaborare».
Elsa Zardini ha voluto anche ringraziare don Davide, il nostro parroco che recentemente ha lasciato Cortina per un altro incarico. «Ringrazio sinceramente don Davide per il rapporto schietto e sincero che ho sempre avuto con lui» ha dichiarato la Zardini. «Abbiamo avuto idee diverse su alcuni punti, ma ci siamo sempre confrontati serenamente - ha continuato -. A lui dobbiamo la prima messa in ladino a Pietralba, sappia che gli vogliamo bene e gli auguriamo un buon lavoro»,