Marco Travaglio, ospite ad una Montagna di Libri, contestato per un quarto d'ora di ritardo
Marina Menardi
27/08/2012
Marco Travaglio subito contestato a Cortina d'Ampezzo ancora prima di aprire bocca. È iniziato con un quarto d'ora di ritardo l'incontro con Marco Travaglio all’Alexander Girardi Hall di Cortina d'Ampezzo, organizzato da "Una Montagna di Libri", la rassegna culturale curata da Francesco Chiamulera.
Il numeroso pubblico presente in sala ha atteso con pazienza l'inizio della serata, incitando con alcuni applausi il vicedirettore del "Fatto quotidiano" a presentarsi dopo alcuni minuti di ritardo. Appena entrato in sala, Travaglio è stato subito attaccato da una spettatrice che si è accanita contro di lui intimandolo a scusarsi per il ritardo. Un'accoglienza non delle migliori, a cui tuttavia il noto giornalista ha subito ovviato con un «mi scuso moltissimo per il ritardo».
Chiuso l'incidente, la serata si è svolta in un clima sereno di fronte ad un pubblico che non ha mancato di applaudire sui numerosi temi affrontati dal giornalista.
Tra questi, l'accusa negli ultimi giorni da parte del quotidiano "La Repubblica" al "Fatto quotidiano" di essere un «giornale di destra travestito da sinistra». «È complicato spiegare il motivo di questa etichetta, perché non so da dove sia partita la polemica» ha esordito Travaglio. Salvo poi spiegare come tutto sia partito dalla questione delle intercettazioni tra Napolitano e Mancino nelle indagini condotte dalla Procura di Palermo sui rapporti tra Stato e mafia. «Noi abbiamo detto che era stupefacente che il Presidente della Repubblica e il suo consigliere si attivino con tal fervore contro la Procura a favore di un privato cittadino quale è Mancino» ha spiegato Travaglio. «Sembrava che il Quirinale si fosse trasformato in un ufficio reclami a disposizione di Mancino. Scalfari ha fatto una campagna dura contro i procuratori, accusando magistrati e poliziotti di aver intercettato Napolitano. Mauro, il direttore di Repubblica, ha detto che il "Fatto" è una destraccia, e l'epilogo tragicomico di tutto è Bersani che urla "fascisti". Cosa si saranno mai detti Mancino e Napolitano? Noi non abbiamo fatto altro che stimolare il Presidente a rivelare i contenuti della telefonata, su cui invece c'è totale segretezza, o addirittura intimazioni a distruggere i nastri».
Travaglio difende l'operato di Napolitano per quanto rientra nelle sue funzioni, come nell'aver imposto il governo tecnico. «Oggi l'85% del Parlamento è dalla parte del Governo, e questo dimostra che Napolitano ha fatto bene a non sciogliere le Camere dopo le dimissioni di Berlusconi. Sul fatto che il Presidente della Repubblica possa coordinare le indagini delle Procure, invece, non ho trovato nessuna legge. Dubito - ha continuato - che un cittadino qualsiasi possa appellarsi alla massima carica dello Stato per avere un trattamento speciale di fronte alla giustizia». Due parole anche sulle prossime elezioni e sulla nuova legge elettorale. «Credo che questa legge verrà cambiata, anche perché se ne vergognano gli stessi che l'hanno fatta. La nuova di cui stanno discutendo ora però non sembra migliore: evita le alleanze prima delle elezioni, salvo farle il giorno dopo e fregare così l'elettore. La nostra legge elettorale non fa che alimentare quella che chiamano l'antipolitica, perché cancella il canale di comunicazione tra elettori e eletti».