Io, che per natura ho sempre "la testa fra le nuvole", sono corso a guardare la mostra di Stefano Zardini "Come le nuvole", e ne sono rimasto profondamente colpito e affascinato.
Le parole da lui scritte come proemio sono in realtą un poetico autoritratto, in cui ciascun verso ha inizio con aggettivi accostati a immagini, naturalistiche e umane, di profondo e incisivo significato spirituale.
«Necessario come
l'acqua trasparente
tenace come le fronde di un ulivo
inscalfibile come il granito
sulla montagna
vitale come le lingue del fuoco
sconfinato come il lungo
respiro dell'universo
importante e sincero come
una stretta di mano
ma soprattutto senza peso
e ogni giorno nuovo
come le nuvole».
A che cosa Stefano Zardini si riferisce con la serie degli aggettivi iniziali? A se stesso indubbiamente, al suo modo, del tutto personale, di accostarsi alla vita e alla natura. La macchina da ripresa, insomma, non č altro per lui che il concludersi di uno sguardo interiore, in grado di fissare, mediante scatti lungimiranti, i messaggi di veritą e di bellezza che soltanto lui č in grado di cogliere e di riprodurre
con il tocco magico delle sue dita.