Sabato 13 agosto è stato inaugurato il nuovo Museo Etnografico presso la sede dell’ex segheria delle Regole a Pontechiesa. Il percorso museale è incentrato sulle Regole d’Ampezzo, quale secolare proprietà collettiva della valle di Cortina d’Ampezzo.
Ne parliamo con Alessandra Menardi, dell’Ufficio cultura delle Regole, che ha scritto il progetto scientifico del Museo.
Non c’era già un museo di questo genere in Ciasa de ra Regoles? Perché un altro a Pontechiesa?
Innanzi tutto la differenza è nella concezione stessa del museo: i musei oggi sono diventati dei servizi sociali. Il museo in Ciasa de ra Regoles, inaugurato nel 1975, si era costituito grazie a donazioni spontanee che hanno visto nell’istituzione regoliera una tutrice del patrimonio: a volte di oggetti singoli, a volte di piccole e preziose raccolte. L’importanza era data alla patrimonializzazione della propria tradizione, come per la gran parte dei musei etnografici nati negli anni ‘70: l’accento era sui beni
materiali da raccogliere e conservare. Il nuovo museo si pone lo scopo di comunicare non più solo il patrimonio dei beni materiali, ma il patrimonio di tradizioni nella totalità, anche quello delle tradizioni immateriali e delle consuetudini regoliere. L’attuale allestimento tiene conto, inoltre, della funzione educativa e comunicativa dei musei e di come l’oggetto etnografico possa o continui a comunicare in quanto in relazione. Vi è poi uno spazio, prima non contemplato, per attivare la didattica museale.
Museo etnografico: qual’è la funzione?
Questa tipologia di musei e gli oggetti in essi esposti raccontano la storia della comunità. In fondo la definizione migliore sarebbe quella di musei etnostorici. Deve prima di tutto essere un museo sentito come proprio dalla comunità.
Quali sono considerati “oggetti etnografici”?
I beni etnografici sono beni culturali, tutelati come gli altri beni artistici o storici o archeologici. Nel Codice dei Beni culturali (noto come Codice Urbani) sono dichiarati beni culturali anche le cose immobili e mobili che presentano interesse etnoantropologico e le altre cose individuate dalla legge quali aventi valore di civiltà. Spesso però non sono considerati tali e non viene loro riservata un’adeguata conservazione. Una falce o un aratro non più utilizzati possono essere il ricordo della fatica, rappresentare il vecchiume “da spacà su”, ma per la generazione successiva diventano la testimonianza di una civiltà rurale da cui partire per recuperare la propria identità comunitaria.
Quali sono i contenuti del nuovo museo? Cosa può vedere il visitatore?
Il percorso museale si snoda nelle sale al piano terra e al primo piano dell’ex segheria. Il contenuto espositivo è così diviso in una parte, al piano terra, in cui al visitatore viene presentata la realtà storica e sociale delle Regole d’Ampezzo, e una parte, al secondo piano, dedicata alla particolare gestione collettiva del territorio: dalle tradizioni regoliere relative al pascolo, seguite nel ciclo annuale dalla primavera all’autunno, al bosco, alle tradizioni forestali e all’attuale gestione di tutela ambientale. Al seminterrato trovano posto le collezioni museali che non rientrano nel discorso espositivo riguardante le Regole d’Ampezzo: sono le prestigiose collezioni di artigianato artistico - intarsio, ferro battuto, filigrana d’argento- ma il visitatore può ammirare anche le tipologie del vestito tradizionale. I manufatti artigianali sono preceduti da una sezione dedicata al MuseoElisabettiano aperto in Ampezzo nel 1909, a testimonianza di una volontà lontana nel tempo di conservare. Alcuni oggetti di quel museo sono oggi esposti a distanza di un secolo.
Perché si sono scelte le Regole come tema del percorso museale?
L’unica scelta museologica, che poteva dare unicità al museo, era quella legata alle Regole d’Ampezzo. Rappresentava l’identità di una comunità, e identità vuol dire specificità. Nel momento in cui si opera una scelta museografica, si dà di conseguenza una missione al museo: conservare, valorizzare e promuovere le tradizioni regoliere. Il progetto museale si coniuga così con il piano culturale dell’istituzione Regoliera, che ha tra le finalità previste dal Laudo anche la conservazione e la promozione del patrimonio culturale della comunità ampezzana. Se la tradizione è il consenso attraverso il tempo, le Regole sono la tradizione da comunicare con il nuovo museo.
Qual sono gli obiettivi che si prefigge il museo?
Per incontrare il pubblico si dovranno soprattutto trovare occasioni di dialogo con il territorio, attivare corsi, conferenze, visite tematiche. Andranno instaurate collaborazioni con altri musei “vicini”, come i nuovi musei ladini. Un ambito fondamentale per questa tipologia di musei è la pedagogia museale, quindi il “lavoro” con le scuole. Il museo deve diventare un luogo d’incontro, un laboratorio sulle tradizioni della comunità. Il museo etnografico si affianca nell’offerta museale agli altri due musei delle Regole d’Ampezzo, il museo d’arte moderna con la straordinaria collezione di opere del Novecento Italiano e il museo paleontologico, che con la ricca raccolta di fossili documenta la genesi delle Dolomiti.
L'EDIFICIO
Il nuovo museo trova sede in una storica segheria alla veneziana della Magnifica Comunità d'Ampezzo.In antico, nella conca d'Ampezzo, le segherie e i mulini a moto idraulico erano assai numerosi e quasi tutti a conduzione privata.Questi impianti, del tutto o in buona parte in legno, erano dislocati lungo le rive del torrente Boite, del Roncato e, per la maggior parte, del Bigontina.
A Pontechiesa nel primo Ottocento, la famiglia Apollonio mise in funzione un mulino e, per sfruttare l'acqua del Boite come forza idraulica, scavò una roggia sul bordo di Piàn Serieto della lunghezza di circa 180 metri verso nord, dove si poté effettuare l'opera di presa. L'acqua del Boite, così raccolta, defluiva lungo la roggia e dava forza al mulino. Sempre a Pontechiesa, era stata costruita la conceria della famiglia Ghedina Tomasc e la bottega di fabbro della famiglia Colli. Si aggiunse più tardi, in quella stessa zona, la Segheria comunale.
L'impianto era stato in funzione a Pezié de Parù per molti anni e, dopo essere stato accuratamente smontato, venne rimontato sul bordo del Boite. Per il funzionamento della nuova segheria venne usata l'acqua di scarico a valle del mulino della famiglia Apollonio con la costruzione di una nuova roggia sulla sponda sin. del Boite. La sega era sistemata in un edificio in muratura e legno; la parte meccanica dell'impianto e le strutture interne di movimento erano in legno ad eccezione dei ferri di scorrimento sul telaio fisso e le ganasce a bronzine nel telaio mobile della sega, che aveva una sola lama posta nella parte laterale del telaio. Il letto, dove si caricava il tronco da segare, scorreva su rulli di legno attraverso il telaio della sega e l'avanzamento dello stesso era dato dall'asse della ruota, che azionava un rullo avvolgente una grossa fune trainante il letto (ciar) stesso. La ruota a pale era piazzata all'esterno del muro, sistemata su un albero piuttosto lungo che entrava nel muro mettendo in movimento la manovella sotto la sega, il cui braccio faceva salire e scendere il telaio con la lama. L'impianto era del Comune e lavorava con due turni, diurno e notturno. La lama aveva le punte a becco d'aquila e tagliava solo nel movimento discendente; quindi, per tagliare una tavola di ml 4 ci impiegava da 4 a 5 minuti. Nel frattempo il "sigato" (addetto alla sega), se era in inverno, si rifugiava nella piccola cucina a scaldarsi. Passato, poi, alle Regole d'Ampezzo, con l'accordo del 1957 sui beni di proprietà regoliera, l'impianto venne smontato e sostituito con uno moderno, elettrico e automatico della ditta Primultini, dopo alcuni lavori di rafforzamento del pavimento.
In seguito, venne interrata la roggia ormai inutile.La segheria venne definitivamente chiusa e smantellata nei primi mesi del 1987.
BOX INFO
È aperto in località Pontechiesa nell'ex segheria delle Regole d'Ampezzo il nuovo Museo Etnografico.
Orari:
Fino al 30 settembre: tutti i giorni mattina 10.00/12.30, pomeriggio 16.00/19.30, visitabile per gruppi anche in altri orari previa prenotazione al numero 0436 2206.
Prezzi:
• Ingresso intero: € 8,00
• Ingresso ridotto (over 65, bambini 6/14 anni): € 5,00
• Ingresso famiglia: € 15,00
• Ingresso gratuito: bambini fino a 6 anni e Regolieri.
Il biglietto è cumulativo, con lo stesso è possibile visitare gli altri due musei delle Regole d'Ampezzo, il Museo Paleontologico Rinaldo Zardini presso l'Alexander Girardi Hall e il Museo d'Arte Moderna Mario Rimoldi in Ciasa de ra Regoles.
Sussidi alla visita:
È disponibile l'audioguida in lingua italiano, inglese, tedesco, giapponese.
Contatti:
Tel. +39 0436 2206 - in orario di apertura tel. +39 346 6677369 e-mail: museo@regole.it