Giochi 2026, de Zanna: «Basta col ricatto che se non facciamo l’impianto ci tolgono le gare di sci!»
    

Ricerca avanzata

Tutte queste parole:
Frase esatta:
    
logo

Ricerca sul sito

Ricerca normale (una di queste parole):
Tutte queste parole:
Frase esatta:

Giochi 2026, de Zanna: «Basta col ricatto che se non facciamo l’impianto ci tolgono le gare di sci!»

Redazione

13/09/2024

COMUNICATO STAMPA

Basta con questo ricatto che se non facciamo l’impianto di collegamento ex Polveriera – Socrepes ci tolgono le gare di sci!

Ci sono altri modi per raggiungere la zona di gare e lo dimostra il fatto che in occasione dei Mondiali di sci 2021, che prevedevano il doppio delle competizioni in quanto sci alpino maschile e femminile dove, come è ben noto agli appassionati, lo sci maschile richiama un numero di spettatori nettamente superiore, era stato predisposto un piano di mobilità basato sull’impianto esistente della Freccia nel Cielo, con la realizzazione di un passaggio pedonale  e con un sevizio di navette, senza ravvisare la necessità di ulteriori infrastrutture.

Mi si dirà che le Olimpiadi richiamano un pubblico più vasto: questo non è un buon motivo per costruire un impianto, vorrà dire che faremo venire il numero di spettatori che siamo in grado di trasportare/ospitare, non uno di più non uno di meno. Del resto lo sappiamo bene che i grandi eventi sono soprattutto un fatto mediatico televisivo, su cui il numero degli spettatori fisicamente presenti ha scarsissimo rilievo.

Questo impianto viene presentato come una soluzione ai problemi di traffico di Cortina d’Ampezzo ma in realtà sarebbe solamente al servizio dello sci, attivo dunque nella sola stagione invernale mentre d’estate girerebbe a vuoto coma già sta accadendo per la cabinovia Son dei Prade – Bai de Dones. Inoltre rimarrebbe il traffico verso le piste da sci e conseguente caos poichè l’utente preferirebbe comunque avvicinarsi alle piste e parcheggiare gratuitamente piuttosto che pagare un ticket di parcheggio. Sempre che questo parcheggio venga realizzato! Sappiamo già che è stato rinviato a dopo le Olimpiadi ma sappiamo anche che al 31.12.2026 SIMICO chiuderà i battenti e quel che è fatto è fatto, abbiamo già avuto l’esempio con il Commissario dei Mondiali 2021 che doveva costruirci la piscina, la palestra, la pista ciclabile e invece siamo rimasti col cerino in mano!

L’utilizzo dell’impianto sembra dunque rivolto soprattutto agli sciatori pendolari della domenica, andando ad aumentare quel tipo di turismo mordi e fuggi che mal si concilia con la programmazione turistica del paese dove si stanno costruendo molti hotel a 5 stelle, senza contare i segnali negativi che vengono dal mondo dello sci a causa dei cambiamenti climatici e dei sempre maggiori costi legati a questo sport.

Che la zona dove si vuole costruire l’impianto sia ad altissimo rischio frane non è sicuramente una novità, basta fare un giro lungo la strada di Mortisa per vedere come è ridotta, non serve di sicuro una laurea in geologia, il continuo movimento del versante è sotto gli occhi di tutti e se ne sono ben resi conto i tecnici della Regione Veneto che hanno posto uno stop al progetto richiedendo molti chiarimenti ed integrazioni. Ed è proprio in capo ai tecnici che sta la responsabilità riguardo questo progetto, solo loro possono certificare o meno la realizzabilità dell’opera, garantirne la stabilità e la durate nel tempo, serve a poco che  politici e amministratori facciano la voce grossa, qui c’è in ballo la sicurezza delle persone e del territorio!

Dal punto di vista paesaggistico è facile immaginare l’impatto negativo che avrebbe tale opera: per chi arriva da sud la prima immagine che si apre sulla conca di Cortina d’Ampezzo è proprio sui prati intonsi di Convento e Mortisa, tale immagine verrebbe irrimediabilmente violata dalla costruzione dell’impianto e relativi piloni, e il villaggio di Mortisa, con le sue caratteristiche ancora ben conservate, dovrebbe subire l’impatto della stazione intermedia, delle cui dimensioni abbiamo già brutti esempi sul territorio. E che dire degli abitanti di Lacedel che vedrebbero sfilare le cabine davanti alle loro finestre e sopra le loro abitazioni subendo anche un danno di svalutazione degli immobili.

Anche in questo caso la trasparenza e l’informazione sul progetto sta a zero, il confronto pubblico non esiste, tutto viene deciso dentro le stanze dei palazzi,  probabilmente noi cittadini non ci facciamo sentire abbastanza, e si che da tutte le parti provengono molte critiche e indignazione per quello che sta succedendo a Cortina, per lo sfregio a cui stiamo sottoponendo il nostro territorio, solo gli addetti ai lavori  sembrano non prenderne atto e continuano con i loro proclami trionfalistici e a dichiarare che è l’ambiente è tutelato (sic!), speriamo solo che prevalgano le ragioni tecnico – scientifiche e che non ci sia il solito Ministro che interviene con un colpo di mano, come già avvenuto per la pista da bob.

Roberta de Zanna
CORTINA BENE COMUNE