Carissime Voci di Cortina,
scrivo in merito alla risposta del Signor Assessore Da Rin al Signor Matteo Magri.
Oops! Sto scrivendo a voi, giornale ‘partitico’ e dichiaratamente polemico, anziché parlare direttamente con l’amministrazione attraversando la soglia delle famose porte spalancate...
Chissà perché, nella mia ingenuità penso di avere un ascolto maggiore da parte di un giornale e dai suoi lettori (compreso il Signor Da Rin) nel dire quello che la libertà sancita dalla nostra democrazia mi consente di dire.
In sintesi, non mi aspettavo che una protesta (o richiesta?) fatta in forma così garbata come quella del proprietario de Il Faro potesse suscitare tanto spirito veemente di reazione da parte di un amministratore che dovrebbe ascoltare recependo le istanze dei suoi concittadini, le quali istanze possono arrivare nelle forme più svariate. Non è chi è ‘al potere’ che decide come. Ma tant’è. Anche il sindaco sembra arrabbiarsi (mi è sembrato in modo quasi intimidatorio, vedi ultimo consiglio comunale) di fronte alle sollecitazioni della minoranza ‘la smetta… la finisca... ’ . Mi chiedo ancora: è il potere che in democrazia decide cosa, come, e quando?
E a proposito di democrazia mi piace ricordare (spesso con un senso di scoramento) che uno dei modelli fondamentali della culla della democrazia ossia la democrazia ateniese (‘Qui ad Atene noi facciamo così. Qui il nostro governo favorisce i molti invece dei pochi: e per questo viene chiamato democrazia - discorso di Pericle agli ateniesi nel 461 a. c) è la partecipazione. Partecipazione, che è anche condivisione, e può essere manifestata in diversi modi a seconda dei ruoli e delle circostanze, esprimendo dubbi e pareri e rispettando le regole della convivenza civile.
Quindi anche manifestare un proprio disagio per una situazione che mette a rischio lavoro e imprenditorialità nella forma e nei modi che si è scelti trascurando (magari a ragione, chissà) la via delle ‘porte spalancate’ non dovrebbe essere bollato come un atto disdicevole. Dovrebbe essere preso semplicemente, con riguardo e capacità di riflessione, come lo sfogo di un concittadino amareggiato. In questo modo si eviterebbero polemiche, anzi si apprezzerebbe un’amministrazione che interagisce pacatamente con i propri concittadini, e le minoranze, ridimensionando il tutto nel contesto della comunicazione del vivere civile.
Dunque, niente proclami o fanfare di ‘restyling e lavoriamo per voi’ che lasciano il tempo che trovano e che nella situazione attuale di confusione e disagio totale non abbagliano né convincono neppure i cittadini più ossequiosi, e i turisti più affezionati. Perché non cercare di stare vicini condividendo questo tratto di cammino?
Le amministrazioni finiscono ma quello che si è fatto rimane. Cortina e i suoi cittadini meritano attenzione, riguardo, cura e considerazione sotto tutti gli aspetti e tutte le rappresentanze “… con scrupolo e coscienza nell’interesse del Comune e in armonia con gli interessi della Repubblica e della Regione”.
Comune come bene comune? Comunità?
Mary Gino