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Stazione Cortina: c’è il cantiere ma manca il permesso della Soprintendenza. Nessun lavoro al via

Redazione

26/07/2024

COMUNICATO STAMPA

E’ noto che tutto il territorio di Cortina d’Ampezzo è sottoposto a vincoli sia di natura paesaggistica che architettonica al fine di preservarne la bellezza e le caratteristiche storico-culturali.

L’Ente preposto alla sua tutela è la Soprintendenza per i Beni Architettonici e per il Paesaggio del Veneto e sappiamo bene, anche per esperienza diretta, come siano vincolanti le sue prescrizioni a volte anche per interventi di poco rilievo come il colore degli intonaci o le dimensioni di un velux.

In questo momento di massima cantierizzazione è facile immaginare che l’attenzione della Soprintendenza su Cortina d’Ampezzo sia ai massimi livelli per mettere al riparo il paese da speculazioni e interventi massicci e impattanti sul paesaggio, da tutti considerato il nostro patrimonio più prezioso.

Tra tutti i progetti quello riguardante il piazzale dell’ex stazione è sicuramente il più contrastato tanto da aver indotto ben 2636 cittadini a firmare una petizione e  a finanziare di tasca propria il ricorso al TAR per opporsi a questa speculazione edilizia che, con il pretesto di sistemare qualche capannone e costruire un parcheggio sotterraneo che non aumenta significativamente i posti auto disponibili, fa costruire condomini, negozi e un albergo nell’area centrale del paese di proprietà pubblica.

Ed è qui che entra in gioco la Soprintendenza che con un decreto datato 25 marzo 2013 ha dichiarato tutto il complesso dell’ex stazione di “interesse culturale” ai sensi dell’art. 12 del del Decreto legislativo n. 42 del 22 gennaio 2004.

Nella relazione storico-artistica allegata si legge testualmente : “Gli immobili facenti parte del complesso sono da considerarsi un unicum di cui vanno preservate la leggibilità e la percezione di insieme, oltre che delle singole parti, pertanto la superficie scoperta riveste interesse culturale in quanto parte integrante del complesso dell’ ex Stazione Ferroviaria, nella sua funzione di pertinenza dell’articolato compendio ed in ragione delle connessioni delle aree scoperte con ciascun edificio prospettante su di esse”.

Alla luce di queste affermazioni poste nero su bianco, così chiare e lineari appare molto difficile che il Soprintendente possa autorizzare di riempire questi spazi con volumi di nuove costruzioni pari al doppio di quelle esistenti!

Infatti, in una lettera datata 4 luglio scorso, la Soprintendenza ha comunicato di non “ aver espresso alcun parere ex art. 21 (il vincolo monumentale) sul progetto di riqualificazione dell’area ex stazione di Cortina d’Ampezzo”.

E’ sorprendente  che si assegni una gara d’appalto su un bene vincolato e che addirittura si installi una mega cantierizzazione senza l’autorizzazione dei  beni culturali: forse si dà per scontato un parere positivo?
Ignorare o by passare quanto scritto nel decreto sopra citato appare assai arduo e poco sostenibile nel caso di un’eventuale impugnazione dello stesso atto di autorizzazione.

La partita dell’ex stazione di Cortina d’Ampezzo non è ancora conclusa e il Gruppo Cortina Bene Comune continuerà ad impegnarsi in tutte le sedi per evitare che un vincolo venga ignorato e che si proceda alla svendita di un bene pubblico, per il bene dell’interesse collettivo di tutti i cittadini.


Roberta de Zanna
CORTINA BENE COMUNE