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IN UN PAESE NORMALE…

Lettere al giornale

20/06/2024

«È il più grande progetto degli ultimi cinquant’anni». Parole del sindaco.

Anche il più controverso (2.500 firme contrarie, seppur ignorate), ma questo è un altro discorso. Cancellato il parcheggio della stazione, cancellati gli spazi per gli autobus di linea e quelli dei turisti, cancellati i bagni pubblici (seppur indegni), cancellata l’edicola (prospettata un’alternativa improponibile, per i gestori, ma anche per gli utenti), cancellati bar e self-service, cancellati i parcheggi dell’autonoleggio, spostato il mercato all’estrema periferia, con risultati prevedibili. 

Certo, tutto indispensabile, dato il mega cantiere che lì avrà luogo (quando? Ad oggi è tutto chiuso, in maniera evidentemente provvisoria, ma non un operaio, né un mezzo in movimento).

In un paese normale, a fronte di un progetto che inevitabilmente crea disagi pesanti a tante persone che qui vivono e ai tanti che ci vengono per lavorare e, non ultimo, ai moltissimi ospiti che affolleranno la conca nei prossimi mesi, si predispongono piani alternativi, con indicazioni chiare, con cartelli illustrativi, che indichino dove parcheggiare l’auto, dove prendere un autobus, dove fare la pipì. 

No, si prospettano invece, nei prossimi mesi, la riqualificazione della piazza ex mercato (via altri parcheggi), la bretella che porterà al costruendo impianto alla ex polveriera (via un altro parcheggio), senza aver comunicato alla popolazione una sola notizia certa, una sola indicazione. A ciò si aggiungono il piazzale delle poste in cantiere e i tanti lavori dei privati, che appesantiscono ulteriormente la situazione. Certo, tutto in nome della vicinanza alla gente, della comunicazione e della trasparenza sbandierate in campagna elettorale. 

In un paese normale, ammesso che queste opere debbano essere fatte tutte insieme, si provvede ad una capillare informazione, sui media, ma anche casa per casa (tipo campagna elettorale, appunto), spiegando nel dettaglio cosa fare ora e soprattutto cosa sarà dopo, quali miglioramenti avremo (a fronte della svendita di un pezzo importante del centro), quanti posti macchina effettivi saranno a disposizione di lavoratori, residenti e turisti. 

Noi cittadini non sappiamo niente, ma immagino che in amministrazione abbiano idee chiare su tutto questo, come accade in un paese normale. Perché allora a nessuno dei membri della maggioranza  viene in mente niente? Tutti unanimi nel silenzio?

In un paese normale, di fronte a tanto, i cittadini scenderebbero in piazza con i forconi: lo faremo?


Renzo Stefani