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U.N.I.T.A.L.S.I. - Unione Nazionale Italiana Trasporto Ammalati a Lourdes e Santuari Internazionali

Morena Arnoldo

01/02/2009

Continua il nostro viaggio per conoscere da vicino i volontari delle diverse associazioni di Cortina, impegnati nell'aiuto al prossimo.

Questo mese è la volta dell'U.N.I.T.A.L.S.I., che si occupa del trasporto degli ammalati nei luoghi di pellegrinaggio. La signora Luisa Zambelli partecipa da quasi trent'anni a questi viaggi ed è ben contenta di parlarci della sua esperienza.

Di cosa si occupa esattamente l'Associazione e chi l'ha fondata?

L'U.N.I.T.A.L.S.I. aiuta le persone ammalate ad andare nei santuari, che altrimenti non riuscirebbero a raggiungere. La storia dell'Associazione ha un legame particolare con il Santuario Mariano di Lourdes, che è la meta privilegiata dei suoi pellegrinaggi. Venne fondata nel 1903 da Giovanni Battista Tomassi, figlio dell'amministratore dei Principi Barberini.

Tomassi era un ragazzo affetto da una grave forma di artrite deformante irreversibile che lo costringeva in carrozzella da quasi dieci anni. Provava un forte senso di ribellione verso Dio e la Chiesa. Avendo saputo dell'organizzazione di un pellegrinaggio a Lourdes, Tomassi chiese di parteciparvi con una precisa intenzione: giungere dinanzi alla grotta di Bernadette e, qualora non avesse ottenuto la guarigione, togliersi la vita con un colpo di pistola. Una volta arrivato davanti alla Grotta, venne profondamente colpito dalla presenza dei volontari e dal loro amorevole servizio nei confronti dei numerosi sofferenti. Nacque in lui il forte desiderio di aiutare gli ammalati a venire al santuario, se non per una guarigione fisica, almeno per quella spirituale, come era accaduto a lui. Da quel momento in poi decise di fondare un'Associazione, in modo da rendere l'organizzazione di questi viaggi la più efficace e coordinata possibile.

Da quando esiste l'U.N.I.T.

A.L.S.I. a Cortina e come è organizzata la sezione?

L'Associazione esiste dagli anni settanta e fa parte della sottosezione di Bassano del Grappa.

Per tutto quello che concerne i viaggi facciamo riferimento al sig. Paolo Soravia, presidente della sotto- sezione di Belluno Feltre. Il responsabile del gruppo di Cortina è mio marito, il sig. Primo Alverà. Autonomamente organizziamo a fine maggio«la Giornata della Speranza. Con una lettera del parroco invitiamo tutte le persone anziane di Cortina a prendervi parte. Di solito si celebra una messa e poi si partecipa ad un rinfresco, che fino a poco tempo fa si svolgeva all'hotel San Marco. La Cooperativa ci dà una mano con le bibite, a tutto il resto pensiamo noi.

Quali sono le mete dei vostri viaggi?

Generalmente visitiamo ogni anno i santuari di Lourdes, Loreto e Fatima, ma possono esserci anche altre mete. Due anni fa, per esempio, era stato organizzato un viaggio in Polonia, per visitare il santuario di Czestochowa.

Qual' è lo spirito che muove i volontari ad intraprendere questi viaggi assieme agli ammalati?

Ognuno ha le sue ragioni personali, dettate dalla fede o semplicemente dal desiderio di aiutare gli altri. Quello che è certo, è che il contatto con le persone ammalate è una cosa straordinaria.

La loro forza d'animo e il loro coraggio è ammirevole e la loro felicità di trovarsi in quei luoghi è contagiosa. Parti da casa con l'intenzione di pregare per tante cose, poi una volta giunto a destinazione e aver visto quanto dolore c'è, torni ringraziando per quello che hai. È una lezione straordinaria di vita.

Di solito chi partecipa a questi viaggi, continua a dedicarsi agli altri, collaborando con la Parrocchia o in altri modi.

Organizzare viaggi di simile portata, con ammalati, infermieri, attrezzatura non deve essere facile, senza contare che ogni volta partite in numerosissimi…

L'organizzazione dei viaggi è un lavoro estremamente delicato ed è affidato alla sezione di Belluno, a cui noi facciamo sempre riferimento.

Come minimo in uno dei nostri viaggi siamo in 400.

A settembre del 2008 quando siamo andati a Lourdes eravamo addirittura in 700, tra ammalati, infermieri, barellieri, sorelle, pellegrini, sacerdoti e medici.

La grande partecipazione era dovuta al fatto che si festeggiava l'anniversario dei 150 anni dall'apparizione della Madonna a Bernadette. Oltre al treno che di solito prendiamo a Belluno per fare il viaggio, si sono aggiunte tre corriere.

Il viaggio in treno a Lourdes dura 24 ore. Come fate a trasportare gli ammalati? E una volta arrivati a destinazione, come gestite le varie mansioni?

Due vagoni dei 14 riservati chiamati «attrezzati», sono organizzati come fossero degli ospedali mobili, con attrezzature, medici e infermieri. Si viaggia in carrozze a cuccetta, in modo da poter dormire più comodamente.

Una volta arrivati a destinazione, gli ammalati soggiornano negli ospedali: di solito facciamo riferimento all'ospedale Salus Infirmorum, di proprietà dell'U.N.I.T.A.L.S.I. di Roma.

Tutto è organizzato nei minimi particolari. Ognuno di noi sa esattamente quale è il suo compito, gli orari dei turni, la responsabile a cui fare riferimento, dove sono alloggiati gli ammalati, le celebrazioni e i momenti di preghiera. Le donne vengono chiamate «sorelle», mentre gli uomini «barellieri». Siamo tutti in divisa e quindi riconoscibili.

Poi, oltre agli ammalati, ci sono i pellegrini, cioè coloro che vengono esclusivamente per pregare.

Assistere gli ammalati in questi viaggi non deve essere facile, da un punto di vista psicologico, ma anche fisico…

Nell'81 ho partecipato al mio primo viaggio a Lourdes e man mano che sono passati gli anni l'U.N.I.T.A.L.S.I. ha saputo organizzarsi sempre meglio. Fino a qualche anno fa bisognava pulire gli ammalati, cambiarli, portarli in bagno, a volte medicarli perché c'erano pochi infermieri .

Da circa 10 anni numerosi infermieri diplomati e medici partecipano ai nostri viaggi. Grazie alla loro presenza gli ammalati vengono seguiti in modo professionale e anche il lavoro dei volontari è cambiato, diciamo che si è «alleggerito».

Ma quali sono i vostri compiti e come vengono distribuiti?

I responsabili devono valutare chi si ha di fronte. Nel caso si tratti di una persona alla sua prima esperienza, le si daranno compiti più leggeri. Non si fanno mai pressioni e si cerca di essere molto rispettosi della persona e della sua capacità di essere coinvolto in quel momento. Le sorelle e i barellieri assistono gli ammalati, spingono le carrozzelle, fanno servizio nelle piscine, svolgono i turni di notte e di giorno per tenere compagnia agli ammalati.

Quando partiamo per tornare a casa dobbiamo lasciare tutto perfettamente pulito e ordinato, dove hanno soggiornato gli ammalati, quindi ci occupiamo anche delle pulizie.

Tutta l' organizzazione, gli ospedale , il viaggio costano parecchi soldi…

Noi soci paghiamo il viaggio e il soggiorno. Nel caso i famigliari degli ammalati o qualche giovane che desidera venire abbia delle difficoltà, lo si aiuta a livello economico, in modo che non debba rinunciare al viaggio. Una volta all'anno la sede centrale di Roma ci chiede di vendere gli ulivi in piazza; il raccolto va tutto alla sede, che organizza cose grandiose, come per esempio un viaggio solo per bambini ammalati.

Nei vostri viaggi partecipano tanti giovani?

Degli altri comuni ci sono parecchi giovani, mentre di Cortina purtroppo, pochi. Eppure nel corso di questi viaggi ci si diverte, si ride, si scherza… Quando si torna a casa si è contenti. Uno dà quello che può, ma riceve tantissimo. Come dicevo prima, è una lezione di vita, che dovrebbero vivere tutti, almeno una volta. Questa esperienza ti aiuta a spostare lo sguardo dal tuo «orticello» e ti rendi conto di cosa vale veramente nella vita.

Prossimo viaggio?

A Loreto, verso fine aprile. A settembre invece torniamo a Lourdes. Chiaramente siete tutti invitati.

 

Ringraziamo la sig.ra Luisa Zambelli e tutti i volontari dell'U.N.I.T.A.L.S.I. per la loro preziosa opera.

 

Responsabili: Alverà Primo Contatti: 0436 4022 Associati: circa una trentina www.unitalsitg.com