Ottimo, l'Amministrazione comunale ha pareggiato i conti! Anche noi - come molti - abbiamo espresso una certa preoccupazione per un eventuale deficit che avrebbe limitato il programma delle attività comunali nei prossimi anni. Preoccupazione che continuiamo a ritenere fondata, perché non era certo frutto di faziosi allarmismi, ma si fondava sul fatto che negli ultimi giorni dell'anno, proprio per fare quadrare i conti, il Comune aveva messo in vendita in tutta fretta un cespite - ancora in costruzione e in condizioni di mercato di piena recessione - con tempi di realizzo talmente stretti da non fare presagire di certo un affare. Fortunatamente l'asta è andata deserta e si è salvata una parte del patrimonio comunale, visto che i conti, alla fine, sono risultati in linea con il Patto di Stabilità. Resta da capire perché il manifestare preoccupazioni, opinioni o l'esprimere giudizi di qualsiasi tipo, siano di prassi recepito dal Sindaco come un attacco personale, fatto solo per il gusto di fare e per «gufare». Dopo tutto, l'allarme di cui si sono fatti portavoce i «detrattori di professione», trova la sua fonte nelle motivazioni addotte proprio dall'Amministrazione nella delibera del 26 novembre, per la messa all'asta del «Q8»: «Dato atto che per il rispetto del patto interno è necessario incassare una somma di denaro di ca.
6-700.000 euro entro il corrente esercizio...
Ritenuto opportuno, pertanto procedere alla vendita degli immobili sopra descritti... perché si tratta di beni non utilizzabili direttamente dal Comune sia perché l'introito ricavabile è utile e sufficiente alle contingenti finalità legate al rispetto del patto di stabilità e finanziamento delle opere pubbliche comunali».
Siamo sinceramente contenti che l'Amministrazione abbia rispettato il patto di stabilità, va tutto a nostro vantaggio… di noi cittadini. Tuttavia, questo è un fatto che resta agli atti: speriamo di tutto cuore che nessun 'uccello del malaugurio' costringa mai l'Amministrazione a vendere gli immobili comunali prima di aver fatto i conti, come si è rischiato di fare questa volta.