L'ULDA, l'Union dei Ladis de Anpezo, è nata nel 1975 per volontà di un gruppo di persone amanti delle loro radici con lo scopo di difendere e preservare la tradizione e la cultura della loro valle. A tale scopo l'associazione si dedica con amore, entusiasmo e competenza. Le stesse persone hanno promosso il referendum del 2007 che ha permesso di esprimere in modo inequivocabile la nostra volontà di passare alla provincia di Bolzano.
Molto ci sarebbe da dire sulla realtà che sta tornando, da qualche anno, all'attenzione di chi vuole che tramontino le tradizioni secolari, dialetti e costumi, travolti dal fenomeno che ha, fortunatamente , interessato le nostre valli dolomitiche.
Questo fenomeno che ha tolto dall'indigenza antica gli abitanti, ma è passato come un rullo compressore sulle tradizioni profonde proponendo modelli di vita diversi, talvolta allettanti, ha minato alle radici consuetudini antiche.
Troppo spesso l'uomo si accorge dei beni che possiede solo quando sta per perderli e allora si aggrappa ad essi per trattenerli il più a lungo possibile. E' ciò che accade ora a noi, abitanti di queste splendide amate valli dolomitiche: cerchiamo di mantenere ciò che ci appartiene da secoli e che si diversifica, di recuperare, per quanto ci è possibile, ciò che abbiamo perduto.
Non perché ci riteniamo migliori, ma perché siamo diversi per le vicissitudini che abbiamo subito in queste valli di montagna. Non credo che sarebbe bello vivere in un mondo dove tutti si comportano egualmente, dove tutti pensano e si vestono allo stesso modo, dove tutti parlano lo stesso idioma. Non mi si venga a dire che il mantenere le piccole culture, dentro una grande cultura della nazione in cui si vive, è causa di guai. E' un argomento, questo, che adottano coloro che guardano con ironia a questi piccoli gruppi etnici; persone che, io ritengo, non hanno radici e si sentono, buon per loro, cittadini del mondo. Non tutti possiamo sentirci cittadini del mondo! Molti hanno bisogno di sapere dove affondano le proprie radici, e nella consapevolezza di avere queste radici riescono a non farsi travolgere da modelli di vita che non comprendono, da proposte di valori che non li soddisfano.
State pur certi che sono sicuramente più affidabili e rispettosi gli uomini inseriti in un mondo che amano, che conoscono e che capiscono, e che si sentono rispettati.
Chissà se riusciremo a salvare l'erosione di questo tempo di incertezze, i nostri dialetti, i nostri costumi; sono consapevole che ci sono cose più importanti sulla scala di valori, ma vorrei anche sapere chi li stabilisce questi valori.
Certo è che se non riusciamo nell'intento che i rappresentanti di questi piccoli gruppi etnici si propongono, la nostra lingua, i nostri costumi, la nostra identità saranno tramontati per sempre e forse ci sentiremo tutti più liberi ma sicuramente più poveri.
Amelia Menardi Illing