Sul n. 49 del giugno 2008 di «Voci di Cortina», a pag. 13, era stato pubblicato il mio articolo sulla gloriosa ferrovia delle Dolomiti, supportato da pari intervento del signor de Battaglia su il «Trentino», che esalta la ferrovia Trento Malé, sul cui tracciato, per quasi cinquant'anni, sono sfrecciati i due locomotori «Cortina», acquisiti dopo lo smantellamento della Calalzo- Cortina-Dobbiaco nel 1964. Ora i due treni, dopo quasi 60 anni di glorioso servizio, abbisognano di corposa ristrutturazione, intervento quantificabile in oltre due milioni di euro e di fronte ai cui costi il Consiglio d'Amministrazione della Trento Malé pare intenzionato a mandare definitivamente in pensione i due elettrotreni. Di diverso parere il presidente Ceola, che considera i due treni «pezzi unici al mondo» e il cui costo per il recupero deve essere visto in un contesto più generale: come dire «non di solo pane vive l'uomo…!». Allego in originale l'articolo de «L'Adige» dove appare - a colori - uno dei due elettrotreni.
Proviamo ad immaginare se oggi arrivassero a Cortina! Altro che Dolomitibus, con tutto il rispetto per il loro prezioso servizio.
Grato per la Vostra ospitalità, porgo cordiali saluti e buon lavoro.
Geom. Fiorenzo Filippi
«I treni storici "Cortina" restano in garage. Congelata la ristrutturazione: costa troppo» di Franco Gottardi.
Ci sono due treni parcheggiati nei pressi delle stazioni di Trento e di Malè, due vecchi locomotori Cortina realizzati in occasione delle Olimpiadi Invernali del 1956 e in seguito acquistati e utilizzati per quasi cinquant'anni lungo la ferrovia delle valli del Noce.
Fino a qualche anno fa hanno regolarmente viaggiato, poi all'arrivo dei nuovi Alstom sono stati messi in pensione. Ma adesso che si avvicina il centenario della «vaca nonesa», che cade il prossimo 11 di ottobre, Provincia e Trentino Trasporti stanno pensando di rimetterli in moto.
«La Provincia ci ha invitato a ristrutturarli, o meglio riclassarli come si dice in gergo tecnico, mettendo a disposizione la cifra di 1 milione 150 mila euro» spiega Vanni Ceola, presidente di Trentino Trasporti Esercizio. Il fatto è che quei soldi non bastano per tirare a lucido i due convogli. «Siamo ancora in trattativa - conferma Ceola – perché tutte le ditte ci dicono che ci sono difficoltà, che alcuni pezzi vanno ricostruiti.
La cifra indicata basta solo per un locomotore ». Per tutti e due ci vorrebbero insomma almeno 2 milioni. E in tempi di crisi economica, in un momento in cui la Provincia stessa introduce serrati controlli di spesa e mette in campo strategie per contrastare la congiuntura negativa, un intervento del genere può apparire un lusso che nemmeno il ricco Trentino si può permettere.
Così almeno deve avere pensato una parte del consiglio di amministrazione.
La proposta infatti, dopo un'animata discussione, è stata per il momento congelata. «Nessun contrasto, ne abbiamo discusso in maniera pacata come si è parlato anche di tante
altre cose e abbiamo deciso di fare una riflessione ulteriore. Ci confronteremo anche con la Provincia per decidere il da farsi» dice il presidente.
Certamente rimettere in carreggiata due treni realizzati più di mezzo secolo fa solo per festeggiare degnamente il centenario sarebbe una follia. In realtà il progetto non si limita a questo.
L'idea coltivata da Ceola era quella di sistemare i due locomotori rendendoli operativi per servizi particolari: «Si potrebbe pensare ad un trenino della neve fino a Marilleva, a viaggi turistici domenicali. O magari anche ad affittano per matrimoni: ce lo chiedono sempre più spesso». Il presidente cita come esempi il treno del vino che corre tra le colline della Toscana e i treni storici di cui ogni ferrovia dei Cantoni svizzeri va fiera. «Ci sono associazioni che organizzano gite su questi convogli e i giapponesi vengono addirittura apposta fino in Svizzera. Si parlerebbe insomma anche del Trentino e sarebbe un veicolo pubblicitario».
Va detto che i due Cortina non sono romantici treni a vapore ma normali trenini elettrici. «Sono però due pezzi unici al mondo - puntualizza Ceola - due locomotori di 35 metri fatti apposta per i giochi olimpici che noi vorremmo recuperare anche dal punto di vista filologico, ripristinando il blu e bianco che erano i colori originali quando viaggiavano sulla Dobbiaco-Cortina».
Il presidente ha qualcosa da ribattere anche a chi solleva dubbi sull'opportunità della spesa: «Tutti dicono che per rilanciare l'economia bisogna spendere. Va stabilito se realizzare un treno storico ha un valore o è una spesa inutile. L'alternativa è demolirli.
lo credo che riclassarli possa essere un valore. Comunque vedremo cosa fare assieme alla Provincia».
Tratto da «L'Adige» del 5 feb. 2009