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Speculazione in stazione: l’ex sindaco Gaspari: «Un colpo allo stomaco. Stiamo svendendo il paese»

Marina Menardi

23/12/2023

«Mi viene da piangere al pensiero che la stazione venga data in mano alla speculazione. È un colpo allo stomaco per quanti sforzi e sacrifici sono stati fatti per ottenere quell’area». Sono le parole di Roberto Gaspari, sindaco del Comune di Cortina d’Ampezzo nel 1987, quando si formalizzò l’atto di permuta con il Demanio con il quale il Comune ricevette l’ex stazione ferroviaria con immobili annessi in cambio di terreni comunali in zona Revisana, da destinare alla costruzione di nuove caserme per i Carabinieri e la Polizia di Stato (poi si è costruita invece la caserma dei Vigili del Fuoco). 

Gaspari è intervenuto giovedì sera all’incontro organizzato dal Comitato civico Cortina sul progetto di riqualificazione della stazione, spiegando a tutte le persone presenti come andò quando il Comune riuscì ad ottenere l’area dell'ex stazione ferroviaria, fino ad allora di proprietà del Demanio. 

«È stato molto difficile, costoso, abbiamo mosso tutte le nostre conoscenze personali a Roma, per arrivare alla permuta. Avevamo un terreno che valeva dieci e in cambio chiedevamo un terreno che valeva 100. Ci chiedevano un corrispettivo di 4 miliardi e mezzo di lire, ma non li avevamo: come potevamo fare allora? Abbiamo fatto ulteriori trattative con il Demanio e alla fine siamo riusciti ad ottenere una riduzione del corrispettivo ad un miliardo e mezzo, attraverso l’imposizione di un vincolo da parte del Demanio che l’area rimanesse esclusivamente a servizio pubblico. In caso di inadempimento, il Comune avrebbe dovuto restituire quanto ricevuto. Così abbiamo fatto la permuta. Sono andato io stesso a firmare l’atto a Belluno. Avevamo qualche inquilino in stazione, ci hanno detto che quando scadeva il contratto non potevamo più affittare a privati perché l’area doveva rimanere completamente pubblica. Solamente il bar poteva restare. Il fatto ora che abbiano tolto questo vincolo in cambio di un edificio per la sede della Polizia non mi va giù. Il Comune può comunque dare un’area per costruire la caserma. Si svende il paese, è questo il punto. Bisogna mantenere il paese, non svendere anche le aree comunali, la nostra anima, abbiamo già svenduto abbastanza, ora cerchiamo di mantenere quello che è nostro, della comunità».