L’idea di attivare una sezione sperimentale qualificata dalla pedagogia montessoriana nell'ambito delle Scuole Medie presenti sul territorio di Cortina d'Ampezzo nasce a seguito di una riflessione condivisa dalle Istituzioni (Polo Valboite, Istituto Comprensivo, Comune di Cortina) e dopo la visita da parte delle stesse alla Scuola Media Statale Michael Pacher di Bressanone, all'interno della quale nel 2003 è stata istituita dalla provincia autonoma di Bolzano una sezione sperimentale ispirata ai principi pedagogici di Maria Montessori.
L'Alto Adige da tempo, infatti, sta dimostrando una crescente attenzione a tale pedagogia e lo dimostra l'incremento nel territorio di scuole primarie improntate al metodo.
In Italia vi sono solo due istituzioni di scuola secondaria Montessori: una si trova a Perugia, istituita nel 2002, l'altra a Bressanone, anche se a partire dagli anni Cinquanta non sono mancate in tutta Italia iniziative in tal senso, venute meno per difficoltà di carattere organizzativo piuttosto che culturale. La scuola di Bressanone è organizzata secondo un' intelligente mediazione tra una metodologia di tipo «tradizionale», secondo cui i docenti tengono lezioni e spiegazioni collettive, gestite però attraverso una didattica sempre centrata sull'allievo e una metodologia tipicamente montessoriana per cui sono organizzati spazi per il lavoro libero, momenti cioè in cui viene concesso tempo all'attività liberamente scelta e autogestita dagli studenti dove l'insegnante diventa guida e facilitatore.
Il martedì, giorno della settimana in cui la scuola è aperta al pubblico che desidera recarsi in osservazione, si svolge l'attività di lavoro libero; ciò che colpisce è il silenzio laborioso e produttivo che regna nelle aule: si vedono studenti impegnati in lavori individuali e di gruppo, occupati ad eseguire i compiti della giornata, a consultare materiali predisposti dagli insegnanti, a scrivere, studiare, leggere, disegnare, in una parola a lavorare.
Ci sia oppure no il docente, li assistino un professore oppure no, entrino visitatori, essi continuano indisturbati a lavorare.
Per richiedere, poi, la mediazione dell'insegnante o per esprimere il desiderio di venire interrogati, i discenti hanno la consuetudine di segnalarlo alla lavagna senza recare disturbo ai compagni.
«I dubbi e le perplessità, le difficoltà organizzative e culturali che hanno accompagnato l'avvio del progetto sperimentale» ha dichiarato la dottoressa Elisabeth Floss, dirigente scolastico dell'Istituto, «sono stati superati proprio grazie agli studenti, che progressivamente si appassionavano al proprio lavoro ed entusiasti raggiungevano risultati positivi».
I ragazzi che frequentano la scuola media (o secondaria di 1° grado) sono coloro che stanno affrontando il periodo più difficile per l'essere umano: dominati dalla necessità di costruirsi una propria identità, gli adolescenti sono alla ricerca dell'indipendenza dal genitore e dall'adulto in genere. È quindi necessario che le agenzie educative, famiglia e scuola, si attivino per creare un ambiente educativo in grado di offrire un'alternativa alla dipendenza ed alla subordinazione che l'adulto spesso instaura con i giovani. Secondo Maria Montessori, che si è occupata anche di questa fascia di età nel libro
Dall'infanzia all'adolescenza, le ribellioni e l'instabilità del comportamento giovanile sono risposte ad un ambiente solitamente inadeguato, improntato ad una relazione con l'adulto/ educatore di tipo subordinato.
Nello stesso testo la dottoressa sottolinea i principali limiti della scuola di allora, dimostrandoci la sorprendente attualità di tali assunti: da un lato l'assenza di collegamento tra vita reale e cultura, mancanza che non consente all'adolescente di comprendere quale sia l'importanza della formazione scolastica per il suo futuro, e dall'altro un'impostazione metodologica per cui gli studenti sono costretti a studiare non per interesse, ma per dovere. All'interno di una scuola attualmente impegnata nella ridefinizione degli obiettivi e delle metodologie, la pedagogia montessoriana ha molto da offrire, soprattutto se l'obiettivo primario fosse quello di forgiare individui capaci di progettualità, responsabilità ed autonomia, capaci di fronteggiare ogni nuova condizione che la società presenta, in un processo di ricerca continua. È nella capacità di «adattamento» la qualità principale dell'uomo moderno, sostiene Maria Montessori, in grado di adattarsi ad una società in perpetua evoluzione che offre ogni giorno nuove prospettive di lavoro, sovvertendo, però, i tradizionali tipi di impiego. Le difficoltà per istituire una sezione sperimentale Montessori in Italia sono molte (formazione dei docenti, stabilità in servizio degli stessi, reclutamento del personale), ma credo che offrire un'alternativa educativa ai nostri figli sia un dovere piuttosto che una priorità e, se inizieremo a crederci tutti, l'unione, si sa, fa la forza.
Tiziana Pivotti