Si legge che, Stefano Pirro, presidente dell’Associazione Albergatori di Cortina, auspica la costruzione della pista di bob come da progetto presentato per la candidatura olimpica.
E' una posizione condivisibile dal suo punto di vista e di quello delle attività ricettive che rappresenta, perché pensa che probabilmente la pista da bob sarà una futura attrattiva turistica in grado di aumentare i flussi turistici che usufruiranno poi degli alberghi.
Ma le aspettative di una piccola fetta di popolazione o di stakeholder non deve andare a ledere gli interessi della maggioranza, che probabilmente avrà un danno da questo impianto, sia economico sia ambientale.
Se gli impianti da sci sono delle ferite ambientali, hanno almeno una giustificazione economica, hanno un ritorno sia contabile diretto per chi ha investito e un indotto per tutti gli altri operatori economici della valle d'Ampezzo.
La pista da bob, a parte l'evento olimpico che porterà gli atleti a gareggiare e a soggiornare per il periodo delle gare (massimo due settimane) presenta dei grossi dubbi sul ritorno economico in futuro, visti gli alti costi e la scarsa richiesta del mercato.
Se c'è qualcuno che pensa che la pista sia utile anche dal punto di vista economico, si levi dalle proprie tasche qualche soldo e partecipi direttamente alla costruzione e alla futura gestione della stessa: è troppo comodo che la collettività si faccia carico di enormi costi di costruzione e gestione quando il ritorno economico sarà di pochi.
Si cambi metodo, allora, che la pista sia privata! Che venga pagata e gestita con fondi privati!
E poi fra 20 anni ci ritroviamo a verificare la convenienza economica dell'operazione. E se ci saranno utili, se li possono tenere coloro i quali hanno investito, né più né meno degli impianti di risalita.
Che sia pubblica o privata, rimane comunque aperto il problema ambientale della costruzione (alberi tagliati e micro ambiente rovinato) e delle problematiche relative alla gestione, soprattutto degli impianti di refrigerazione.
Manuel Fantini