Il bostrico: cosa succede nei boschi di Cortina? L’intervista a Michele Da Pozzo
    

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Il bostrico: cosa succede nei boschi di Cortina? L’intervista a Michele Da Pozzo

Barbara Fabjan

08/08/2023

Da un po’ di tempo si sente girare per i boschi del Trentino e del Bellunese un nome minaccioso, “bostrico”, un nome irto al suono, che in realtà deriva dal greco dove significa semplicemente “ricciolo”. Cos’è dunque il bostrico e cosa provoca?
È un insetto xilofago più insidioso dei tarli, perché si nutre del floema, lo strato più interno della corteccia degli alberi dove scorre la linfa. Interrompendo così la circolazione linfatica che nutre la pianta, la porta in breve tempo a morte. Abitualmente infesta una pianta su mille e svolge anche un ruolo ecologico importante perché attacca le piante deboli o giunte alla fine del loro ciclo vitale, ma se i boschi sono sotto stress idrico e termico come sempre più spesso accade, può improvvisamente proliferare e sovvertire l’equilibrio dell’ecosistema. Questa specie di b. (Ips typographus) attacca l’abete rosso.

Quali sono dunque adesso le aree boschive maggiormente colpite dal bostrico?
Sono i boschi monospecifici, composti quindi solo da abete rosso, che troviamo soprattutto in Pusteria e in Val Badia, Alto Agordino e Comelico, e là dove ha colpito la tempesta Vaia, in Val di Fiemme e Val di Fassa, schiantando o destabilizzando gli alberi e rendendoli più fragili. La fascia interessata è tra i 1000 e i 1500 metri, perché più in alto i boschi hanno un periodo vegetativo più breve ed una maggiore copertura nevosa.  

Com’è la situazione a Cortina?
A Cortina fortunatamente la struttura dei boschi è un po’ più resistente perché è mista di varie specie, ci sono pure il faggio, l’abete bianco e il pino silvestre, e c’è un costante monitoraggio condotto dalle Regole. Anche qui però ci sono delle zone colpite, soprattutto nei distretti forestali di Federa e Valbona. Si sono fatti piccoli abbattimenti, in particolare a tutela dei sentieri e della viabilità. 

Che cosa si può fare per arrestare il fenomeno?
Quando l’infestazione è così estesa non si può fare molto, se non procedere agli abbattimenti dove possibile. I tronchi poi vanno venduti in fretta perché attraverso i fori della corteccia possono penetrare dei funghi che provocano un azzurramento del legno e quindi il suo deprezzamento. Ci siamo accorti però che i boschi in questa emergenza sono capaci di una forma di autodifesa. Gli alberi attaccati cioè emettono delle sostanze volatili, i terpeni, che vengono recepiti dalle piante circostanti stimolando così la produzione di una resina resistente al bostrico. Bisogna essere quindi molto attenti negli abbattimenti a discernere questi segnali. Le piante quindi si parlano, davvero straordinario! Quanto pensa possa durare l’assedio del b.?
Il ciclo di solito dura non più di cinque anni, ma molto dipende dagli stress idrici e termici scatenati dal cambiamento climatico. I danni possono essere notevoli sia sotto il profilo paesaggistico, rilevante in zone a vocazione turistica, che per quello della stabilità dei versanti.

Quali sono gli enti preposti a combattere il fenomeno?
Sono i Servizi forestali regionale e provinciale. Per quel che riguarda Cortina quindi gli uffici che seguono e autorizzano gli abbattimenti, coordinando tutti gli enti proprietari, sono a Belluno. A questi vanno inviati i dati aggiornati ogni sei mesi. Per gli abbattimenti noi impieghiamo ditte locali di fiducia piuttosto che slovene o austriache.