Il mese più rappresentativo dell’estate meteorologica quest’anno ha palesato un’instabilità più frequente ed accentuata del consueto, che spesso è sfociata in fenomeni di forte intensità. Nel recente passato si sono avuti mesi di luglio ancora più instabili e con meno giornate soleggiate, come ad esempio negli anni 2011, 2014 e 2019, ma quasi mai con piogge così abbondanti durante gli episodi di instabilità. Nella prima settimana del mese è prevalsa sulle Alpi una lieve circolazione ciclonica per la marginale azione di una vasta depressione nord-europea. Dal giorno 7 al giorno 11 si è avuta la prima espansione verso il nord-Italia del campo di alta pressione africano, prima di una sua temporanea attenuazione nei giorni 12 e 13. Una seconda, più consistente espansione dell’anticiclone africano verso l’arco alpino è iniziata il giorno 14 ed è perdurata fino al giorno 18.
Dal 18 al 25 si sono avuti sulle Alpi e sulle pianure del nord Italia 8 giorni caratterizzati da un’instabilità di rara intensità e frequenza, con continua formazione di grossi e, per fortuna, veloci sistemi temporaleschi che hanno causato, oltre a violenti rovesci, anche violente raffiche di vento (downburst). In pianura si sono verificate grandinate devastanti, con formazione di un paio di tornado. Questi ripetuti ed intensi fenomeni sono da attribuire al fatto che il nord-Italia si è trovato, per una settimana, sulla zona di confine fra il campo anticiclonico africano, che dominava ancora sul centro-sud Italia e che manteneva aria calda e molto umida al nord, ed una depressione nordeuropea, che favoriva frequenti infiltrazioni di aria fresca in quota e molto instabile. Dopo il transito di una saccatura fra il 25 ed il 26, che ha spodestato l’anticiclone dall’Italia, la pressione in quota è aumentata di nuovo a fine mese.
Le temperature medie mensili sono risultate mediamente 0.5-1.0°C superiori alla norma, uno scarto determinato dal periodo di caldo intercorso dal 9 al 18. Lo zero termico è variato fra un minimo di 2820 m del giorno 27 ed un massimo di ben 5122 m del giorno 16. Quest’ultimo valore, rilevato sulla verticale dell’aeroporto di Udine-Rivolto, ma rappresentativo anche per la provincia di Belluno, batte il precedente record del 30 luglio 1983 (5098 m). Lo scarto dalla norma della temperatura media di Belluno da inizio anno sale ulteriormente e si porta a +0.9°C.
Le precipitazioni totali mensili sono state ovunque più abbondanti del consueto, soprattutto sulle Dolomiti. In alcune località è piovuto il doppio del normale o anche di più, come ad esempio a Borca di Cadore (285 mm, contro una media di 124 mm) e ad Arabba (306 mm, contro 135 mm). Per 6 delle 8 località campione, rappresentate in tabella, si è trattato del luglio più piovoso dell’ultimo quarantennio. La frequenza delle piogge è stata superiore alla norma, ma non come ci si poteva aspettare, con 13-17 giorni piovosi (solo 10 a Sant’Antonio Tortal), a fronte di una media di 11-13. Questo testimonia il fatto che l’abbondanza delle piogge è stata determinata dalla loro anomala intensità negli episodi di tempo instabile-perturbato, più che dalla loro elevata frequenza. Il bilancio pluviometrico da inizio anno non mostra ora anomalie significative, con qualche modesto deficit ad Agordo e Sant’Antonio Tortal (attorno a -20%) e qualche esubero a Caprile, Arabba e Santo Stefano (attorno a +25%).
Eventi o fenomeni particolari da ricordare di questo mese:
• Giorno 12: in mattinata una linea temporalesca causa forti raffiche di vento (downburst) in Valbelluna, con velocità massime di 88 km/h a Quero, 84 a Belluno, 2 80 a Lamon e 76 km/h a Santa Giustina.
• Giorno 13: nella notte un’altra linea temporalesca determina nuove forti raffiche (downburst), con 97 km/h sul Faloria e 84 km/h a Belluno
• Giorno 18: nel tardo pomeriggio una nuova linea temporalesca proveniente da nord-ovest viene preceduta e accompagnata da diffusi downburst, che in alcuni casi vengono intensificati dalle strettoie offerte dalle valli, con molti tetti di edifici danneggiati o sollevati e schianti boschivi, localmente estesi, come ad esempio a Campolongo di Cadore. I dati di velocità massima del vento più elevati, misurati dalle stazioni meteorologiche automatiche, sono pari a 111 km/h a Cortina, 76 ad Agordo e 73 a Falcade, per quanto riguarda le valli, e 143 km/h a Cima Pradazzo e 162 km/h sulle Pale di San Martino per le zone in quota
• Giorno 20: forti rovesci temporaleschi causano locali dissesti idrogeologici sulle Dolomiti, con colate detritiche nella zona del Monte Cristallo-Passo Tre Croci e di Lozzo-Pian dei Buoi
• Giorno 24: uno dei tanti, intensi sistemi temporaleschi transitati sulla provincia, provoca in serata locali dissesti e danni da vento e grandine sul Feltrino e parte della Valbelluna
• Giorno 25: un ennesimo, grosso e veloce sistema temporalesco transita nella notte sulla provincia, con raffiche di 102 km/h al Passo Valles e 75 km/h a santa Giustina
In tutto si sono avuti 9 giorni soleggiati, 20 variabili o instabili e 2 giorni di prevalente maltempo.
ARPAV. – Dipartimento Regionale per la Sicurezza del Territorio –