È finalmente stata liberata dai panni che da alcuni mesi la celavano la chiesa parrocchiale. Le attese e le preoccupazioni… erano tante:sapere che sarebbe diventata bianca destava legittimi timori nei più. Ora possiamo dire tranquillamente che è molto bella.
Per spiegare e motivare le scelte progettuali fatte all'interno e all'esterno, che hanno portato alla realizzazione delle rilevanti modifiche, sono intervenuti, in una serata appositamente organizzata, tutti gli addetti ai lavori, unici assenti i rappresentanti della Soprintendenza.
Primo ad intervenire, con evidente e meritata soddisfazione, il direttore del Gruppo Dottor Spa, Pietro Dottor: «L'intervento sulla chiesa di Cortina è stato molto impegnativo, abbiamo lavorato a 360°. Ci sono volute 72.000 ore di cantiere, monitorate costantemente con 12.000 scatti fotografici e 66 ore di registrazione video. Il lavoro è stato compiuto, tra gli altri, anche da numerosi volontari e non si è verificato nemmeno un incidente!».
È toccato al progettista e direttore dei lavori architetto Gianluca Ghedini scendere nella descrizione dettagliata degli interventi e lo ha fatto partendo dall'inizio, dal 2006, quando prese il via il primo stralcio, con il posizionamento del nuovo impianto di riscaldamento a pavimento, la sostituzione del pavimento stesso e il rifacimento dell'impianto elettrico. In quell'occasione è stata realizzata la prima importante modifica: l'Altare Maggiore, smontato completamente e restaurato, è stato abbassato di 50 centimetri, o meglio, è stato riportato all'altezza originaria: fu negli anni '50 che, forse per motivi liturgici, si decise di sopraelevarlo. L'altare, il fulcro della liturgia, è stato posto al centro del presbiterio, circa due metri e mezzo più avanti, in direzione dei fedeli.
Oggi, come spiega Monsignor Giacomo Mazzorana, direttore dell'Ufficio dei Beni Culturali e Arte Sacra della Diocesi di Belluno, «è importante che la nuova sistemazione rispecchi la visione di una nuova Chiesa che viene avanti in senso comunitario, in cui cioè il Sacerdote non celebri più separato dai fedeli…».
Anche il pavimento è cambiato: demolito quello che tutti ricordavamo, risalente agli anni '50, si è scelto di utilizzare un tipo di pietra diversa, di provenienza locale, dalla tonalità volutamente neutra, affinché non alterasse l'impatto sugli altri elementi decorativi. Impossibile ritrovare la pietra originale, osservabile all'interno della nuova cappelletta sul lato sinistro della navata, ma dalle poche foto di allora si può distinguere abbastanza chiaramente il modo in cui l'antico pavimento era posato e questo è stato riprodotto fedelmente.
Per quel che riguarda i dipinti e gli intonaci, affrontati nel secondo stralcio, ha spiegato ancora Ghedini, si è conservato quello che c'era senza modificare nulla, ravvivando e pulendo tutto dallo spesso strato di fumo e polvere depositatosi negli anni.
Le paraste erano un tempo decorate, ma non essendo state trovate tracce sufficienti per poter riprodurre i motivi decorativi originali, si è scelto di lasciarle grigie.
Si è arrivati così all'ultima grande novità: l'esterno ed il suo nuovo colore. «Ci sono stati numerosi incontri per capire e mappare la stratigrafia degli intonaci esterni, sui quali, nel tempo, sono stati fatti numerosi interventi di restauro con malte cementizie… il colore originario era biancorosato». È stato demolito lo zoccolo in cemento che percorreva l'intero perimetro della chiesa, il quale agevolava le infiltrazioni d'acqua.
Sono state completamente rimosse le vecchie scandole dei campaniletti laterali e sostituite con quelle nuove di larice a spacco invecchiato 4 anni: operazione questa particolarmente lunga e impegnativa.
È stato rimosso il materiale in silicone, che era stato messo sulle statue dei Santi Filippo e Giacomo per allontanare i piccioni ed è stato cambiato l'orologio.
C'erano originariamente alcuni elementi pittorici sulle pareti esterne, alcuni filetti decorativi, ma ne sono rimaste pochissime tracce ed anche in questo caso si è preferito non inventare nulla; sono stati ricostruiti fedelmente e restaurati i fregi e riempite e messe in sicurezza le crepe.
Tutte le maestranze che hanno collaborato alla realizzazione dei lavori hanno ricevuto un meritato encomio e i funzionari della Soprintendenza hanno condiviso le scelte ed apprezzato il lavoro.
Altra novità la cappelletta interna per le candele votive dei fedeli, già stanzetta per le scope, intonacata di fresco e dotata di impianto di aspirazione. È auspicabile, al fine di preservare più a lungo la bellezza e la pulizia dei dipinti e degli altri elementi decorativi, che il minor numero possibile di ceri brucino in chiesa. Il pavimento della cappelletta, la porta d'ingresso in ferro battuto e la porzione di intonaco grigio attorno a questa, sono quelli originali. L'immagine della Madonna in vetro dipinto all'interno è stata offerta di propria iniziativa da Pio Alverà.
Ecco il nuovo volto della chiesa e le motivazioni che stanno alla base delle scelte compiute, con buona pace di chi non le condividesse.
C'è, ad esempio, chi ritiene che le soluzioni stilistiche che vennero adottate nel tempo per arricchire l'estetica della chiesa, a fronte di grossi sacrifici da parte dei parrocchiani, fossero degne di maggior rispetto; anche l'immagine della Madonna in vetro nella nuova cappelletta, dal punto di vista stilistico, lascia alcuni perplessi.
Per completare l'opera si sta pensando di indire un concorso tra artisti di livello internazionale per la costruzione di un nuovo altare: quello attuale andrà sostituito, perché il Concilio Vaticano II ha stabilito «opportuno, che in ogni chiesa vi sia l'altare fisso».
L'ingente operazione è costata in totale 3.200.000 euro: 700.000 euro nel 2007 per il primo stralcio, 2.000.000 nel 2008 per il 2° e, dato ancora non definitivo, 550.000 euro per l'ultimo stralcio di quest'anno. Sono Nicola Colli e Paolo Ghezze, del consiglio parrocchiale per gli affari economici, ad esporre i dati del bilancio.
A fronte di queste spese, la Parrocchia ha potuto contare su circa 590.000 euro, provenienti da raccolte fondi e liberalità e da vari generosi contributi di Regole, aziende e associazioni locali.
Un ulteriore incasso di 400.000 euro era previsto grazie ad un accordo pubblicitario con l'Audi, che prevedeva una maxiaffissione come era successo per il campanile, ma l'amministrazione non l'ha autorizzata. I rimanenti 2.600.000 euro quindi, sono stati coperti dalla vendita di un immobile di proprietà della Parrocchia: decisione difficile, ma presa all'unanimità dal consiglio per gli affari economici.
Si pensava inizialmente che i costi del restauro potessero essere almeno parzialmente coperti dalla vendita di Villa Alessandra, operazione che era stata concordata con la precedente amministrazione e sulla quale si contava soprattutto per la ristrutturazione dell'edificio della Canonica, ma che al momento si è arenata. Ora si cercherà di recuperare il volume alienato non appena sarà possibile o a Villa Alessandra o all'interno della Canonica. È l'avvocato Ghezze ad accendere i toni nei confronti dell'amministrazione:
«Ci si auspicava che il Comune fosse più collaborativo ma ora la Parrocchia non ha più urgenza e sarà il Comune a dover venire incontro…». L'applauso più caldo e sentito, al termine della serata, è stato quello per Don Davide Fiocco, il nostro giovane determinato Parroco, che ha fortemente voluto il restauro e che con tenacia ha reso possibile la sua completa realizzazione.