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Villaggio Olimpico: de Zanna insiste sul recupero di immobili abbandonati

Redazione

26/06/2023

Non serve essere ambientalisti e nemmeno industriali illuminati, anche un bambino capisce che spendere 40 milioni di euro per costruire un villaggio olimpico che poi verrà smantellato rappresenta un enorme spreco di denaro pubblico e nessuna eredità interessante per il territorio.

Noi l’avevamo detto fin da subito che l’idea di realizzare il villaggio a Fiames, tra l’altro classificata come zona pericolosa dal punto di vista idrogeologico, era sbagliata (e stendiamo un velo pietoso sulla diatriba che ha suscitato l’alternativa della Piana di Campo), abbiamo sempre sostenuto che l’occasione poteva essere sfruttata per recuperare immobili abbandonati e anche il Villaggio Eni di Borca di Cadore rientrava tra queste possibilità.

Ora, a poco più di due anni dalle Olimpiadi, anche la Provincia di Belluno, i Sindacati e perfino Confindustria sposa questa proposta. Cosa dimostra tutto ciò? 

A mio parere due cose:

1) L’enorme dose di improvvisazione con cui è stata programmata questa candidatura. Si naviga a vista, i cantieri per le opere, anche quelle considerate “indifferibili”, non sono ancora partiti, si continua a sforare il budget e le famose “Olimpiadi a costo zero” sono ormai poco più di una barzelletta. La promessa scritta nel dossier olimpico di predisporre una VAS generale per valutare nel complesso gli obiettivi e l’impatto delle opere previste è stata completamente disattesa per lasciare il posto ad una gestione commissariale con carattere d’urgenza.

2) La totale assenza di dialogo con i territori: queste Olimpiadi sono state calate dall’alto e dall’alto continuano ad essere gestite. Le promesse di confronto, trasparenza e dibattito con le popolazioni interessate sono cadute nel vuoto, anche nel ruolo di consigliere comunale si incontrano mille difficoltà per conoscere i progetti e i cittadini sono a volte costretti a formare comitati locali per far valere i propri diritti.

Lo scetticismo e le voci di dissenso nei confronti di questa avventura olimpica si stanno diffondendo sempre più ma forse siamo ancora in tempo per porre dei rimedi e prendere quello che di buono può venire da questa decisione, basterebbe che i politici e gli amministratori uscissero da questa logica del “fare” a tutti costi per scegliere di fare solo quello realmente utile per il territorio e le generazioni future: il progresso non si misura più con la quantità di cemento utilizzata ma passa attraverso la salvaguardia delle risorse ambientali e soprattutto evitando ulteriore consumo di suolo. 


Roberta de Zanna
CORTINA BENE COMUNE