Lettera aperta al Commissario Sant'Andrea sulla variante Alemagna a Cortina
    

Ricerca avanzata

Tutte queste parole:
Frase esatta:
    
logo

Ricerca sul sito

Ricerca normale (una di queste parole):
Tutte queste parole:
Frase esatta:

Lettera aperta al Commissario Sant'Andrea sulla variante Alemagna a Cortina

Lettere al giornale

04/04/2023

28/03/2023

A Luigi Valerio Sant’Andrea
Commissario Straordinario della Società Infrastrutture Milano - Cortina Spa
protocollo@pec.infrastrutturemilanocortina2026.it

e, per conoscenza,

a Gianluca Lorenzi

Sindaco di Cortina
cortina@pec.comunecortinadampezzo.it

alla Redazione di “Voci di Cortina”
info@vocidicortina.it


Gentile Commissario,

sono quasi certo che nessuno che ricopra un ruolo importante come il Suo, o come quello dell’attuale Sindaco di Cortina Gianluca Lorenzi, aspiri ad essere ricordato come il responsabile del tracollo di Cortina, la quale - ritengo di non sbagliare più di tanto - può essere considerata come una delle più belle località turistiche di montagna al mondo, giustamente inclusa fra i Patrimoni dell’Umanità. Ebbene, anche a rischio di suscitare in Lei un lieve sorriso se non una grassa risata, vorrei qui esporLe quali decisioni dovrebbe adottare per evitare il rischio di venir tacciato per lungo tempo con questa nomea.

NON mi riferisco alle opere necessarie allo svolgimento dei giochi olimpici come il villaggio olimpico, i parcheggi con nuovo impianto di risalita (ma è proprio necessario?), la pista da bob (ma, anche quella, è proprio necessaria?) ..., opere sulle quali permangono comunque varie perplessità e ambiguità, dipendenti non tanto dal fatto di doverle fare, ma da come si è scelto di farle.

Mi riferisco invece alle opere surrettizie alle Olimpiadi, e in particolare a quello che per ora viene denominato come “by-pass di Cortina”, ma che con il tempo mi prefiguro sarà indicato con vari altri epiteti dalle connotazioni per lo più negative, se non volgari: ecomostro, el busc, lo sbrego, la penetrazione, l’opera incompiuta, …

Nel recente incontro pubblico del 24 marzo 2023 con i rappresentanti del “Comitato di Campo” sono stato colpito da un breve passaggio in cui Lei spiegava il motivo che osterebbe al posizionamento del villaggio per gli atleti a Fiames, come previsto in origine dal dossier olimpico. Diversamente da quanto solo alcuni giorni prima aveva ipotizzato tramite stampa il sindaco Gianluca Lorenzi, che proponeva di attendere la fine delle Olimpiadi per sostituire il villaggio degli atleti con quello per gli operai del cantiere del by-pass, Lei disse che la proposta era sostanzialmente da scartare: si sarebbero infatti persi sia i finanziamenti che la possibilità di utilizzare la procedura abbreviata (leggi: con diminuzione dei controlli, e quindi più foriera di errori) per la creazione del by-pass, il quale, pur sapendo che non sarebbe servito affatto per
le Olimpiadi, è stato volutamente inserito nel “pacchetto” olimpico, tenendo anche conto di quanto richiesto dal paese stesso e con l’obiettivo di lasciare a Cortina una “legacy” (!).

Questo brevissimo passaggio all’interno del Suo discorso, per altro chiaro e comprensibile su vari altri punti, ha acceso in me una lampadina, anzi molte lampadine, come adesso cerco di spiegarLe.
Innanzitutto ho avuto per la prima volta finalmente la conferma, da parte di un responsabile di alto ragno come è Lei, che le Olimpiadi Invernali 2026 (ho comunque seri dubbi che lo stesso non valga anche per altre olimpiadi, sia recenti che future) non sono state pensate per il bene dei paesi ospitanti, ma, viceversa, che tali paesi, e quindi anche Cortina, sono stati messi al servizio, o meglio asserviti, alle olimpiadi.

Per quali fini più o meno occulti? In assenza di informazioni e trasparenza, posso solo fare delle ipotesi, ispirandomi magari al detto che a pensar male non si sbaglia mai. Penso ad esempio alla volontà di trovare una nuova linea preferenziale per il traffico merci che dalla pianura salga verso le montagne e poi svolti verso l’Austria e i paesi dell’Est. Penso anche che una grande infrastruttura rappresenti sempre una ghiotta occasione di far affari e di far girare il denaro di grandi potentati economici, costi quel che costi, con o senza o parziale copertura finanziaria, con preventivo “sottostimato” di due o tre volte, con ingente spreco di denaro pubblico, anche se poi i lavori dovessero essere lasciati incompiuti e una valle irrimediabilmente rovinata, tanto…, come si dice in Veneto, “Paga Pantalon”, cioè i già martoriati cittadini.

Passo ora a ragionare sulla funzione specifica del tunnel.

Ci sta che serva ad allontanare il traffico pesante dal centro abitato. Non ci sta, però, che, per risolvere un problema, se ne creino altri ben peggiori: è come se un chirurgo, per recuperare il corretto funzionamento di un organo, ne danneggiasse molti altri e ignorasse le interconnessioni con gli organi limitrofi, aggravando di fatto la vita del suo paziente.

Mi spiego meglio. 
A cosa serve risolvere il problema del traffico pesante del centro abitato (a proposito: qualora esistano delle statistiche dettagliate, sarebbe opportuno concederne a tutti un facile accesso), se poi vengono ignorate o, ancor peggio, aggravate altre problematiche?
Con il by-pass, ad esempio, non diminuirà, anzi aumenterà di sicuro in modo significativo, il numero dei mezzi pesanti in attraversamento lungo i paesi della Val del Boite, i quali verrebbero quindi di fatto assai penalizzati.

Che dire, poi, del numero di camion necessari se, in via ipotetica, dovesse essere stoccato fuori Cortina l’esubero di argilla del tunnel, che corrisponde, analizzando il progetto, a circa 1.500.000 metri cubi (1.200.000 metri cubi dello scavo + altri 300.000 metri cubi, corrispondenti all’aumento del 25% di volume dell’argilla a contatto con l’aria)?

Presupponendo che il rimorchio di un camion sia di 8 metri cubi, ci vorrebbero circa 187.500 camion; in altre parole, sulla falsariga di quanto da Lei stesso affermato, lungo le vallata del Boite, della Rienza e della Pusteria avremmo la presenza di circa 500 (!) camion al giorno per un anno, oppure, più realisticamente, 25 camion al giorno, 365 giorni all’anno, per 20 anni, con evidenti problemi di tenuta del manto stradale, ma anche di interminabili e caotiche code non certo gradite ai potenziali turisti. 

Il by-pass non risolve nemmeno il problema di alcune criticità prima e dopo i suoi due ingressi, come quella dello stretto tornante e del tratto in salita in località Tornichè, o come le strozzature che saranno ancora presenti in Cadore anche dopo che verranno ultimate le tangenziali di Tai e Valle (ne ho contate 4 o 5). Non è prevista soluzione neanche per le colate di ghiaia, i cosiddetti debris flows, poco dopo l’imbocco del tunnel a nord, lungo tutto il tratto che da Fiames porta fino al bivio per il torrente Felizon.

Consideri poi che a queste problematicità il by-pass ne aggiunge di nuove come: 

 la creazione, sulle pendici del Pomagagnon, di un vallo di protezione della sola rotonda di
Brite de Val di 1,4 chilometri, un vallo quindi gigantesco, orribile e ben visibile;

 la perdita di una delle principali e più amene passeggiate in località Pra da Convento;

 la creazione, nei pressi di Lido Capo Verde di una “montagnola” - si fa per dire - di argilla alta 15 metri e larga come una decina e più di campi da calcio, la quale, oltre al rischio di deviare verso Pian de Ra Spines eventuali piene del Boite, non resterà stabile per sempre all’aggressione dell’acqua, per il fatto di essere appunto di argilla;

 le tensioni, i disagi sociali e un possibile sfruttamento lavorativo legati alla creazione, ipso facto, in una piccola e fragile comunità di 5.000 residenti, di un villaggio (un ghetto?) di 500 operai (solo 500?), che qui vivranno dai 10 ai 20 anni.

Mi soffermo ora sul progetto di fattibilità del tunnel.

Non mi è dato sapere - non so se per volontà di occultare le informazioni o, ancor peggio, perché non esistono proprio i dati - che siano stati effettuati dei sondaggi a 200 metri di profondità, dove cioè correrà il by-pass, al fine di monitorare il flusso delle acque (per sentito dire, pare sia stato eseguito un solo carotaggio profondo, o forse due, per altro in una zona poco significativa).  Istintivamente verrebbe da pensare che a quella profondità, con tutto quel peso sopra, sia tutto fermo; e se invece vi fossero consistenti falde acquifere le quali, appena toccate, cambierebbero il loro assetto muovendo quello che c’è sopra, e cioè le case di Mortisa, Lacedel, Col, Ronco?

Vorrei adesso ragionare sull’affermazione che il by-pass è stato chiesto dai Cortinesi da molti anni.

Un paese non è fatto solo di cariche istituzionali o di amministratori democraticamente eletti, i quali, per inciso, una volta eletti, possono dimenticarsi delle promesse elettorali o perdere il polso della situazione e il contatto con i cittadini, a cui non chiedono più un parere orientativo e soprattutto INFORMATO sulle questioni importanti (sia mai!); con questo voglio dire che non sempre certe richieste degli enti rispecchiano il volere della maggioranza della popolazione. Certo, i cittadini di un comune non la pensano allo stesso modo su varie questioni; di sicuro però la maggioranza della gente non sarebbe affatto contenta di vivere in un paese irrimediabilmente degradato a causa delle scelte sbagliate dei propri amministratori, un paese che si troverà progressivamente a debito di turisti, i quali, delusi dai disservizi e dagli scempi paesaggistici, provvederanno agevolmente, visto che siamo in tempi di globalizzazione, a trasferirsi verso mete più integre e amene.

Inoltre Cortina non ha mai richiesto quello sciagurato doppio tunnel di 4,7 chilometri, il cui progetto è stato pervicacemente tenuto secretato fino all’ultimo. Semmai la richiesta di Cortina era la seguente: da una parte alleggerire il centro abitato dal traffico pesante proveniente lungo la linea nord - sud, il quale riguarda per altro una piccola percentuale del traffico totale; dall’altra parte realizzare interventi di snellimento delle direttrici est - ovest che portano agli impianti di Rio Gere - Faloria e Tofana - Cinque Torri - Falzarego (per inciso, il bypass, pur trovandosi sulla destra orografica, e cioè sulla sponda occidentale del Boite, non consente lo smistamento del traffico da e per Falzarego, perché non si collega a quella viabilità).

In conclusione, Signor Commissario, così come, dalle Sue stesse parole, è riuscito ad evitare che la Piana di Campo fosse usata per il deposito dello smarino derivante dallo scavo del by-pass (La ringrazio personalmente), Le chiedo, a cuore aperto, anche a nome di molti miei concittadini, in occasione della prossima riunione della “cabina di regia” del 12 aprile a Roma, di adoperarsi con ogni Suo mezzo affinché venga stralciata l’ipotesi di avvio dei lavori del by-pass prima delle Olimpiadi, rinunciando alla costruzione del villaggio degli operai a Fiames e all’acquisto della “talpa” perforatrice.

So che se lo facesse Le potrebbe costare assai caro e che probabilmente sarebbe messo nelle condizioni di doversi dimettere. Però nessuno La potrebbe accusare di aver rovinato la “Perla delle Dolomiti” e, da parte di molti, verrà ricordato nel novero dei “Benemeriti d’Ampezzo”.

La ringrazio per l’attenzione.

Enrico Lacedelli