Impressioni a margine dell’incontro tra il comitato di Campo e il commissario Sant’Andrea
    

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Impressioni a margine dell’incontro tra il comitato di Campo e il commissario Sant’Andrea

Lettere al giornale

27/03/2023

La sera del 24 marzo ho assistito in Sala Cultura ad un incontro tra il Commissario Sant’Andrea, il Sindaco di Cortina ed il Comitato di Campo per discutere sulla realizzazione del villaggio olimpico. Una serata molto interessante con un dibattito vivace, che sarebbe stato utile fosse stato adeguatamente pubblicizzato per coinvolgere un maggior numero di persone.

Il Commissario ha illustrato come la piana di Campo fosse stata pensata per un utilizzo diverso dal villaggio olimpico: doveva essere la zona di cantiere del tunnel di Cortina, l’area per il trattamento di 1.800.000 mc. di materiale derivante dallo scavo. Questo materiale detto “smarino”, è un materiale sciolto misto a fanghi che prima di essere smaltito deve essere lavorato, per cui sulla piana di Campo erano previsti degli enormi vasconi per tale operazione, con un continuo via vai di camion, inquinamento acustico e la definitiva distruzione del territorio.

L’immagine che mi è apparsa è stata devastante.

Detto questo, è stato spiegato che hanno pensato di spostare il tutto a Fiames, incominciando lo scavo del tunnel da nord. Non che l’impatto sia minore. Però questo prezioso sito pianeggiante non poteva rimanere inutilizzato, ecco allora l’idea del Villaggio Olimpico per ospitare 1.200 persone. 

Durante il dibattito, alle obiezioni sollevate dai presenti, che comunque il terreno sarà interessato dagli scavi necessari per fognature, la fibra e impianti vari, e i problemi di viabilità, è stato risposto che il villaggio sarà provvisorio, composto da strutture leggere (poi utilizzabili dalla protezione civile), che non appoggiano sul terreno, che non ci saranno scavi, perché tutto sarà sopraterra, che la viabilità stradale sarà a senso unico.

L’immagine che mi è apparsa è quella di certi villaggi turistici di ultima generazione di legno, di graziosi bungalow sollevati da terra.

E il primo pensiero è stato che tra i vasconi di decantazione dello smarino e il villaggio, il male minore è il secondo.

Ma poi l’immagine si è spostata sulle precedenti edizioni dei Giochi olimpici, dove alla televisione ci hanno trasmesso collegamenti da “Casa Italia” con festeggiamenti, catering ecc., quindi, mi sono detta: saranno previste anche delle costruzioni adibite a spazi comuni, per cui di dimensioni maggiori e anche spazi per vari servizi (saune, sale massaggi, ecc.)

Di conseguenza ho pensato: ma che dimensioni avranno questi moduli provvisori, sollevati da terra? E come saranno posati in loco, viste le garanzie che il terreno non verrà danneggiato? Come saranno disposti sulla piana di Campo e quanto di questo territorio sarà occupato? E poi, se è vero che la viabilità sarà a senso unico, dove saranno parcheggiate le auto per gli spostamenti degli atleti? E alla fine chi si occuperà del ripristino della zona a fine evento?

Nello schermo dietro i relatori mi sarebbe piaciuto vedere qualche immagine per compararle con quelle nella mia testa, ma lo schermo è rimasto vuoto.

E’ stato auspicato l’utilizzo del Villaggio Eni di Borca, e il pensiero si è spostato sul racconto che sarebbe stato spiegato durante le Olimpiadi a tutto il mondo, sul pregio di quel villaggio, nato negli anni ’60 progettato da un illustre architetto, e dell’opportunità offerta dai Giochi del 2026 per la rinascita del sito: la rivalutazione dell’esistente per un uso futuro che aiuta anche quella parte della Valle del Boite, un’eredità importante. 

Si è parlato di altri luoghi, tra cui l’ex-polveriera di Cimabanche la cui proprietà, dopo anni di trattative, è passata al Comune di Cortina, anche se in origine era delle Regole; è inserita nel Parco Naturale delle Dolomiti d’Ampezzo ed ha un urgente bisogno di una completa bonifica, e questa potrebbe essere una buona occasione. 

E’ stata presa in esame anche la zona di Socol. Infine, si è auspicato l’utilizzo delle strutture alberghiere esistenti, come succede in altri luoghi coinvolti in queste Olimpiadi.

Quello che non riesco ad immaginare, ma che deve essere il punto di partenza, è: quanti atleti e tecnici realmente utilizzeranno il villaggio di Cortina e per quanto tempo? E’ noto che chi ha gareggiato torna a casa, non rimane per tutta la durata delle competizioni. A noi sono state assegnate tre discipline olimpiche e nemmeno tra le più praticate, con esclusione dello sci.

Se non si parte da questo dato qualsiasi programmazione non è possibile.

Passeggiando sulla piana di Campo ho pensato che non posso immaginare quello spazio grande, pianeggiante, di cui tutti godiamo i pregi, riempito di costruzioni sebbene temporanee.

Quello che vogliamo tutti noi cittadini, e credo anche i nostri ospiti, è che il territorio sia trattato con cura e amore, e che le decisioni non siano dettate dalla fretta e siano concertate con la popolazione.


Enza Alverà
 

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