Sfruttare l’occasione del villaggio olimpico per bonificare l’area di Cimabanche
    

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Sfruttare l’occasione del villaggio olimpico per bonificare l’area di Cimabanche

Lettere al giornale

25/03/2023

Buon senso e latitanza.

Leggo con sgomento che la estesa area costituita dall’ex deposito militare di Cimabanche, ipotizzata come possibile allocazione del realizzando Villaggio Olimpico per le Olimpiadi del 2026, attualmente, oltre all’avanzato stato di abbandono e degrado in cui versa è – tra l’altro - pericolosamente inquinata dalla presenza di amianto che quindi necessita un intervento per la risoluzione del problema ambientale”.

E sorgono spontanee alcune domande:
posto che l’area è rientrata nella disponibilità del Comune di Cortina sin dall’anno 2017, come mai non è stata ancora completata la bonifica in primis del pericolosissimo amianto? Tutti ormai sanno che il maggiore pericolo derivante per l’essere umano da parte di questa terribile fibra nasce allorché in fase di deterioramento del manufatto che lo contiene, la fibra stessa viene liberata nell’aria circostante essendo in grado in tal modo di aggredire più parti dell’organismo umano ed in particolare il sistema respiratorio; esiste quindi un rischio attuale ed immanente che, non esistendo più un divieto di accesso nell’area, i turisti o comunque i passanti che vi si avventurino respirino tranquillamente una buona dose di amianto con le possibili letali conseguenze richiamate.

Ma allora perché il Comune, responsabile della mancata totale soluzione del grave problema, non aderisce ufficialmente e si attiva per quella che a mio avviso sembra una ipotesi di buon senso: la realizzazione appunto in quella area del Villaggio Olimpico preventivamente attuando, anche con i fondi dedicati a tale opera, l’integrale disinquinamento del sito?

Forse costituisce ostacolo a tale decisione la circostanza appunto che si tratterebbe di una soluzione di buon senso con la quale le preposte autorità e con esse il Comune di Cortina non paiono avere un buon rapporto?

Non sarebbe manifestazione appunto di buon senso, prima di affrontare l’osceno rispristino della pista Eugenio Monti, intervenire immediatamente per il completamento dell’operazione di bonifica (alla quale il Comune sarebbe in ogni caso tenuto) subito, considerato il grave pericolo per la pubblica salute che il luogo attualmente comporta anche per gli ignari turisti che percorrono le strade adiacenti al sito?

Aspettiamo fiduciosi adeguate risposte timorosi che anche queste subiscano la sorte dovuta alla latitanza di “buon senso”!

Cordialmente

Avv. Bruno de Costanzo