Mentre le decisioni su dove collocare il villaggio olimpico di Cortina sono ancora in sospeso, oltre al villaggio Eni a Borca di Cadore e Fiames (inizialmente il sito inserito nel dossier olimpico), vi è anche una terza ipotesi che era stata presa in considerazione prima di optare per Campo.
Si tratta dell’ex deposito militare di Cimabanche, situato a metà strada tra Cortina e Dobbiaco, (circa 13 km da Cortina) dismesso e parzialmente bonificato, ritornato in proprietà al comune di Cortina nel marzo del 2017. L’area si trova all’interno del Parco Naturale delle Regole d’Ampezzo, con la possibilità per queste ultime di avere l’area a disposizione per finalità compatibili con quelle del Parco per almeno 20 anni. I fondi olimpici potrebbero essere l’occasione per proseguire con la bonifica ambientale del sito, particolarmente delicata e molto costosa in quanto vi è la presenza di amianto, che quindi necessita un intervento per la risoluzione del “problema” ambientale.
Una ipotesi di riutilizzo delle ex caserme di Cimabanche era stata elaborata dall’architetto Giacomo Da Riz nel giugno dello scorso anno. L’area ha una superficie di mq 436.385 e comprende 36 edifici esistenti di varie dimensioni, per un volume attualmente edificato di 28.600 mc, oltre a mc 6.500 circa di volume demolito recentemente. Da Riz propone la “riqualificazione dell’area attualmente fatiscente con demolizione e ricostruzione dei volumi, la realizzazione di un villaggio diffuso con spazi comuni e luoghi di aggregazione, riutilizzabile in futuro per scopi turistici/sportivi, con edifici di qualità architettonica ed ambientale elevata senza alcun spreco di danaro”.
Il volume riedificabile secondo lo studio è di circa 36.000 mc, “con la possibilità di accogliere circa 700 persone con spazi comuni e la possibilità di elevare la capienza fino a 800/1.000 persone/atleti con eventuali edifici temporanei e relativo beneficio sull’incidenza complessiva dell’operazione”. Viene inoltre presa in considerazione “la possibilità di realizzare volumi temporanei di aggregazione, piste di fondo adiacenti agli edifici, utilizzabili anche come pista ciclabile”.
Da Riz avanza anche un’ipotesi di costi dell’intervento, che vengono stimati in totale sui 42 milioni di euro (i fondi olimpici per il villaggio olimpico di Cortina sono poco meno di 50 milioni di euro), dei quali € 1.500.000 per la demolizione edifici esistenti e riutilizzo inerti; € 1.600.000 per la bonifica dall’amianto; € 4.100.000 per le opere di urbanizzazione e servizi; € 22.800.000 per l’edificazione dei nuovi volumi, per un totale del costo delle opere di € 30.000.000. A queste si aggiungono le spese di progettazione e tecniche pari a € 3.600.000, l’IVA sulle opere € 3.000.000; Iva e oneri su progettazione e spese € 806.400; altri costi per imprevisti e oneri vari per € 5.000.000, per un totale di costi oltre le opere di € 12.406.400.
Un progetto, quello di Cimabanche, che ha molti punti a favore, ma qualcuno a sfavore. I pro elencati sono “la riqualificazione di un’area che diversamente sarà impossibile da risanare e rivalorizzare, con un 100% di lascito sul territorio con la possibilità in futuro di utilizzo sportivo/turistico”. I contro sono “il limite di utilizzo al massimo di 800-900 utenti/posti letto e i costi medio/elevati ma abbondantemente giustificati dall’investimento permanente, dal lascito sul territorio e dalla qualità della proposta”.