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“Take care of our planet”: non c’č solo la pista da bob!

Redazione

05/09/2022

La foto della zona di arrivo degli slalom, a Colfiere, ci sbatte in faccia la “realtà olimpica”. Tutta la giusta attenzione mediatica puntata sul “folle progetto” della pista da bob, con il folle proposito di ghiacciare un frigorifero di due chilometri e mezzo (la lunghezza della pista) e di raffreddarlo usando l’acqua del Boite e 30.000 tonnellate di ammoniaca, non può farci dimenticare lo “scempio” che è già stato fatto. 

Gli ettari di boschi per l’anello ghiacciato della pista di bob, con le relative edificazioni per l’impiantistica e strade di accesso, si aggiungeranno, nel territorio di Cortina, ai 30 ettari di superficie boschiva e ai 19 ettari di superficie a prato consumati per adeguare le piste delle gare di sci alpino sulle Tofane e che sono già stati sottratti a noi, “umanità dimenticata da Unesco”, alla fauna selvatica e alla biodiversità alpina. 

Anche se domani decidessero di spostare le gare di bob a Innsbruck parte di quei due miliardi e 200 milioni, a cui è arrivato il folle jackpot che finanzia un diffuso crimine contro la natura, serviranno per la tangenziale di Cortina, anche se nessuno si è mai chiesto quale sia l’impatto idrogeologico, ambientale e paesaggistico in una realtà come Cortina già molto cementificata. 

Serviranno per il villaggio olimpico a Fiames, anche se nessuno si è chiesto l’impatto idrogeologico ed ambientale in un’area che, non più tardi di qualche giorno fa, ha visto la strada bloccata per una frana dopo la solita pioggia. 

Serviranno per decine e decine di interventi su funivie, bacini artificiali, strade. Serviranno per nuovi parcheggi. Serviranno per le stesse opere di mitigazione necessarie e finanziate con gli stessi fondi che creano il possibile dissesto da mitigare. 

Alla fine: a quanto ammonteranno gli ettari di suolo naturale perduti per sempre e di quanto aumenteranno i rischi di future frane e smottamenti, quantificabili da una “valutazione ambientale complessiva” richiesta e mai soddisfatta da un potere commissariale avallato dal consenso unanime di tutte le forze politiche di questo paese? 

Bisogna “capovolgere” il nostro “sguardo”, come quelle bocce di vetro che si vendevano un tempo come souvenir turistico di un luogo visitato: bastava capovolgere la boccia di vetro e l’immagine del luogo veniva ricoperta di piccoli fiocchi bianchi. Solo che al posto dei piccoli fiocchi bianchi che ricoprivano l’immagine del luogo devono esserci dei fiocchi di “buon senso”, di “razionalità”, di “etica politica” nel tempo dei cambiamenti climatici.

Dante Schiavon