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Pista da bob. Anche gli ex atleti concordano che il progetto di fattibilitā č sovradimensionato

Anna Illing

13/08/2022

Chi stava passeggiando per il Corso Italia l’11 agosto dopo le 18 avrà sicuramente notato che molte persone si erano fermate davanti alla Conchiglia. In quel momento si stava tenendo l’incontro organizzato da Voci di Cortina e Comitato Civico Cortina per parlare della pista da bob da costruire a Ronco in vista delle Olimpiadi 2026. 

Erano state preparate tre sedie sul palco: una per il giornalista Giuseppe Pietrobelli, che ha pubblicato sul Fatto Quotidiano tutti i numeri riguardanti quest’opera che è riuscito a trovare, la seconda per Roberta de Zanna, consigliera comunale, e l’ultima per l’amministrazione comunale di maggioranza, che però non ha partecipato all’evento. 

L’intento e i dati menzionati sono facilmente recuperabili, sia sul Fattoquotidiano.it sia sul numero di Voci di Cortina in edicola questa settimana (da venerdì 12 agosto); non manca quindi che riflettere sulle reazioni del pubblico. 

Finiti infatti gli interventi programmati di Giuseppe Pietrobelli e Roberta de Zanna e dopo aver condiviso il contributo audio dello scrittore Paolo Cognetti, si è aperto lo spazio a domande e opinioni degli interessati che si erano fermati ad ascoltare. 

Per prima ha parlato la senatrice del Movimento 5 Stelle Orietta Vanin, che ha ribadito la sua contrarietà alla costruzione di un nuovo impianto a Cortina ed ha annunciato che il 6 settembre, quando si terrà la votazione per il Decreto Aiuti Bis che prevede anche altri 400 milioni da investire nelle Olimpiadi, voterà contro. La motivazione: «Preservare l’ambiente. Abbiamo visto quello che è successo sulla Marmolada, e quindi devastare ettari di bosco che cosa significherà per il futuro idrologico della valle? Cosa sarà delle infrastrutture già esistenti che verranno spazzate via?» Il riferimento va al Parco avventura e al parco giochi a Sopiazes, inaugurato solamente un anno fa. 

A queste domande provocatorie hanno risposto gli ex-atleti, ma non in maniera unanime. Dapprima ha preso il microfono l’ex atleta nazionale di bob Marco Vignola, che non ritiene che Cortina debba lasciare il ruolo di ospitante delle gare delle discipline in questione, che ci tiene a ricordare essere bob, slittino, skeleton e bob a due. L’auspicio è di non non dover andare ad Innsbruck per vedere gareggiare i suoi colleghi.  

A seguire Massimo Hirschstein, si è schierato con chi non vorrebbe vedere una pista da bob costruita a Cortina, e ha enfatizzato il tema ambientale e sociale.  «Tutto ci viene calato dall’alto senza dire una parola» ha chiosato.

Particolarmente interessante è la posizione presa dell’ultimo ex-bobista, Gianfranco Gaspari, atletica olimpionico e mondiale, con una medaglia d'oro, due d'argento e una di bronzo ai mondiali e un oro agli europei; ha organizzato a Cortina i campionati mondiali nel 1981 e ha contribuito alla ristrutturazione della “Monti” nel 1975. Gaspari afferma che non c’è assolutamente bisogno di fare alcun tipo di lavoro di rifacimento sulla pista usata nel 1956, andrebbe solo rimessa in uso. Questo perché quel modello di pista sarebbe unico, non ancora toccato da un processo di standardizzazione delle piste da bob che renderebbe più difficile e meno stimolante allenarsi per i giovani e futuri atleti. 

Pur avendo inizialmente deciso di non prender parola, a questo punto la consigliera regionale Cristina Guarda è intervenuta per ricordare che non si può non andare a modificare il percorso della pista da bob originaria di Cortina, visto che non è più a norma di legge. Questo implica che i soldi pubblici andrebbero spesi in questo lavoro, ma «siamo in un periodo di emergenza, ed ogni fondo pubblico deve essere utilizzato per superare quell’emergenza, che non è chiaramente quella delle Olimpiadi 2026».