Il 2 luglio, in occasione di un evento organizzato dal workshop di giornalismo Cortina tra le Righe, potrebbe essere stato il primo momento in cui i sindaci delle tre località montane, Bormio, Cortina e Livigno, protagoniste delle Olimpiadi invernali 2026, si sono confrontati. La sindaca del comune di Bormio Silvia Cavazzi racconta che la domanda più importante era “come prepararsi alle Olimpiadi nel rispetto del criterio della sostenibilità?
Infatti, come si fa?
La dicotomia è tra il consumo del suolo e l’upgrade della località. Un ostacolo per noi è la difficoltà di far capire alla cittadinanza il valore aggiunto dell’opera che spesso non è immediatamente percepibile. Si tende a puntare subito il dito con argomentazioni contrarie ai consumi in generale senza voler vedere le opportunità future che si potrebbero avere se, per esempio, si costruisse un nuovo snodo stradale che tolga il traffico dal centro e renda più accessibile la zona degli impianti e si possa gestire meglio il deflusso anche nei periodi di maggiore affluenza. Quando questi progetti vengono proposti ci scontriamo con i comitati del no, per i quali è sicuramente facile fare semplice opposizione, la parte complicata è trovare delle soluzioni. Questa difficoltà di coinvolgere le comunità in maniera costruttiva è stata esternalizzata anche dagli altri due comuni.
In che modo si può superare questa situazione?
Ho fatto riferimento anche durante l’incontro alla “sindrome di Nimby”, not in my backyard (non nel mio giardino) che ci colpisce quando trattiamo di ambiente. Indica il fatto che a parole siamo tutti favorevoli alle riserve naturali, i parchi verdi e proteggere la natura, ma non se a pagare un prezzo siamo noi. Piuttosto un approccio “Pimby”, please in my backyard (per favore nel mio giardino), sarebbe più positivo al cambiamento e, probabilmente, più risolutivo della questione.
Ha parlato di un nuovo snodo stradale, cosa comporta?
Questo tratto di strada vicino al fiume, quindi anche un po’, nascosto consumerà 800 metri di suolo con il beneficio di non avere più macchine in mezzo al centro, con conseguente riduzione di emissioni di CO2 e di inquinamento acustico, e di avere una doppia via di fuga.
Cortina ha un problema simile: tante macchine che in alta stagione bloccano la strada principale intorno al centro e un traffico pesante costante diretto verso l’Austria, potrebbe essere questa una soluzione?
Ho trovato per caso un documento del 1920 di Motta, un ingegnere che aveva offerto gratuitamente al comune di Milano un suo contributo per la pianificazione della città. Lui in tre facciate afferma che le auto devono stare fuori dal centro per rendere meno rumorosa e più vivibile la bellezza del cuore cittadino.
Non ho una conoscenza sufficientemente dettagliata del territorio di Cortina per rispondere con certezza, però mi sento di dire che questo insegnamento è tutt’oggi ancora molto attuale.
Quali altri progetti sono già in atto a Bormio?
Ho di recente deliberato con il consiglio comunale l’acquisizione di un fabbricato, una vecchia cabina di partenza, dismesso ormai da venti anni. Il piano è di demolirla per ricostruire in maniera diversa per riqualificare l’edificio dandogli la funzione di centro servizi per il comitato delle gare olimpiche. Inoltre, dopo sei mesi di trattative, abbiamo raggiunto un accordo con una famiglia residente che possedeva una casa in mezzo all’area d’arrivo delle gare. Dopo trent’anni di coppe del mondo tenute senza risolvere la questione, tuttavia le Olimpiadi richiedono chiaramente interventi più significativi che siano iconici e rimangono nel tempo. Siamo riusciti a convogliare gli interessi delle due parti e a uscirne entrambi con soddisfazione e benefici. Ora intendiamo sfruttare l’area per installare una tribuna temporanea. Ci rendiamo conto, infatti, che le potenziali funzioni sono molteplici e possono cambiare nel tempo. Inoltre, una struttura temporanea ha un impatto sia ambientale sia visivo.
Grazie al confronto può dire di portarsi a casa delle idee possibilmente applicabili a Bormio o magari qualcosa proposto da Bormio si vedrà realizzato negli altri comuni?
Io credo di aver dato il mio contributo sulla base della mia esperienza. In sintesi, ci siamo confrontati sui temi relativi al turismo, comunità e ambiente: viviamo sul turismo, vogliamo coinvolgere la comunità e dobbiamo preservare l’ambiente. Il nostro ruolo è trovare l’equilibrio tra questi tre elementi, evitando di favoreggiare il primo.
Le è parso che ci fosse una possibilità di accordo e collaborazione con gli altri sindaci?
Le difficoltà dei paesi di montagna come i nostri, e che noi ci siamo preso l’incarico di risolvere, sono simili. In questo senso condividere è sicuramente utile, ricordandosi però delle specificità singolari che ci possono essere. Questo è certamente vero per quel che riguarda le Olimpiadi, ma si può anche andare oltre. Un esempio può essere la sanità in montagna: manca il personale medico, gli alloggi, i mezzi per far ricerca e dobbiamo andare a cercarli da fuori. Su queste questioni credo che con i nuovi sindaci, soprattutto quello di Livigno per la maggiore frequenza delle occasioni di confronto, credo che ci siano buone chance di agire bene e coordinatamente.
Nella foto: da sx Silvia Cavazzi, sindaco di Bormio, Remo Galli, sindaco di Livigno, Gianluca Lorenzi, sindaco del Comune di Cortina d'Ampezzo