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Non menar il camper l’aia

Paolo Tassi

05/07/2022

Mi sono sempre chiesto cosa significasse questo modo di dire poi, da camperista abusivo, ne avevo afferrato il significato quando mi sono ritrovato alcune notifiche di pagamento sul parabrezza.

Da arrampicatore ho bivaccato su ruote in tanti parcheggi improvvisati o meno; a volte mi è andata bene altre no, era come giocare a nascondino con le polizie locali. Capitava prima delle invenzioni delle app che segnalano dove parcheggiare per la notte, erano ancora i tempi della lira.

In fin dei conti quando si entra in un territorio e si è temporaneamente ospiti ci si adegua alle regole locali, si tratta di educazione, nulla più. Le multe che ho preso ( sul territorio italiano ed estero) le ho dovute pagare, ci mancherebbe. Ero nel torto! 

Avete presente quelli che si arrabbiano col contravventore quando vengono colti in fallo? Sembrano un po’ i calciatori che inveiscono contro l’arbitro nonostante la loro simulazione sia evidente anche senza moviola. Insomma la vedo così, hai commesso un’infrazione, sei stato sanzionato. Paghi e magari la prossima volta cerchi di essere civicamente più virtuoso.

All’ingresso di ogni territorio comunale un cartello indica cosa è possibile fare cosa no. A Cortina d’Ampezzo, ad esempio, non è consentito il libero campeggio.

D’altronde il nostro territorio possiede già 4 campeggi. Quando una struttura è occupata ci si rivolge alla successiva e via discorrendo. A volte è necessaria una prenotazione.

Nulla di impossibile visto che viviamo nell’era delle app e basta un telefonino furbo, un pollice prensile, una moneta elettronica e, se libero, possiamo trovare posto nel campeggio  più vicino senza occupare abusivamente un parcheggio destinato ad auto  guidate da chi magari lavora in attività commerciali.

Effettivamente un’area organizzata come un campeggio offre dei vantaggi ai vagabondi furgomuniti quali servizi igienici o raccolta differenziata dei rifiuti. Mica male.

Chi invece non usufruisce di tali servizi (e lo dico per esperienza personale) si appoggia dietro qualche albero, trova un cassonetto di qualche abitazione oppure s’infila dentro un bar e al prezzo di un caffè si fa anche il bidet .

Offrire un pezzo della nostra area in diritto di superficie anche temporaneo ai viandanti mi sembra oltremodo generoso, visto che ci sono i campeggi che fanno il loro lavoro.

Pensate che la scorsa estate in zona Falzarego hanno contato più di 200 camper. Visti dall’alto, dalle pareti che normalmente frequento in zona Falzarego, sembra di vedere un gregge. Sono bianchi come le pecore, si muovono assieme e si parcheggiano assieme grazie alle app.

Ma dall’alto si vede ogni tanto anche un gregge di pecore vere. Lo si vede ordinato da un pastore ed un cane pastore. Tra un tiro e l’altro da Col di Bos mentre recupero la corda guardando il pascolo di Col Gallina penso: « Ma era il can per l’aia o in camper l’aia che non bisogna menare?»