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Pista da bob: studio di fattibilità allarmante. Lorenzi è d’accordo

Associazione Comitato Civico Cortina

02/07/2022

«Piaccia o non piaccia, la pista da bob sarà per Cortina l’occasione per bonificare un’area oggi degradata. La struttura riempirà gli alberghi quando sarà in funzione e ci darà l’occasione di visibilità all’esterno». Con queste poche parole il sindaco di Cortina Gianluca Lorenzi ha liquidato la questione della pista da bob sabato primo luglio, intervenendo all’ultimo incontro della settimana di Cortina Tra le righe, dedicata ai corsi di formazione professionale per giornalisti. 

Lo ha fatto il giorno successivo alla pubblicazione sul quotidiano o line ilfattoquotidiano.it  dei contenuti dello studio di fattibilità tecnico economico e i relativi rendering di come sarà il nuovo impianto (vedi sotto la foto gallery): un articolo che ha riacceso in paese il dibattito sull’utilità o meno di un impianto che in Italia vede poche decine di praticanti e che ora che il progetto prende forma, sta rivelando problemi e impatti ambientali spaventosi, oltre ad un considerevole aumento dei costi. 

Tutto è ancora segreto e architettato alle spalle dei cittadini di Cortina d’Ampezzo. La verità però sta emergendo, ma il nuovo Sindaco non è intenzionato a cambiare la politica del suo predecessore Gianpietro Ghedina. Per Lorenzi c’è il “Sì” alla pista da bob, piaccia o non piaccia, costi quello che costi. 

Sarà comunque da vedere se tutta la maggioranza sarà disposta ad assicurare il supporto per un’opera così costosa, inutile e impattante. La responsabilità sociale è enorme, e non si potrà dire di non sapere.

Siamo ancora in tempo per seguire i consigli del Comitato Olimpico Internazionale e spostare le gare a Innsbruck o in Germania, su impianti esistenti.

Non regge la scusa che la zona della vecchia pista è da bonificare con un costo insostenibile. Al di là delle “butade” che si leggono nelle dichiarazioni politiche sui giornali, i documenti regionali stimano che i costi della riqualificazione della pista esistente (demolizione, rimozione e ripristino) sono pari a circa 2,2 milioni di euro (tutto compreso). Ovviamente non vengono citati i possibili recuperi volumetrici esistenti che – anche solo in un decimo del loro importo - coprirebbero ampiamente il costo. 

Grazie a ilfattoquotidiano.it abbiamo i primi dati tecnici che sono stati discussi nella Conferenza dei servizi, composta dagli enti amministrativi locali e da quelli che sovrintendono al rispetto di piani e vincoli che gravano sull’area delle Dolomiti, patrimonio mondiale dell’Unesco.  

Come riporta il giornalista Giuseppe Pietrobelli, per la zona di arrivo è stato pensato una specie di “ottovolante” a nord della palestra di roccia, con colate di cemento e terrapieni imponenti. Il costo è arrivato a 85 milioni di euro, in aumento rispetto ai 61 milioni indicati solo qualche mese fa, e ai 48 indicati nel dossier di candidatura.

Altra novità riguarda il sistema di alimentazione, per creare il ghiaccio: verrà utilizzata l’ammoniaca, a dispetto di quanto era stato dichiarato ufficialmente: si tratta di 30 tonnellate di sostanza pericolosa.

Le curve da 16 diventano 18, la lunghezza del tracciato di gara cresce da 1.495 metri a 1.512 metri, la lunghezza totale della pista da 1.982 metri a 2.001 metri.

Saranno costruiti sei edifici, per un totale di 18 mila metri cubi e quasi 5.000 metri quadrati. La partenza uomini richiede una superficie di 1.895 metri quadrati e 10.730 metri cubi, quella femminile 385 metri quadrati e 1.660 metri cubi; per gli junior è di 110 metri quadrati e 280 metri cubi. 

Altri 1.035 metri quadrati se ne vanno per l’arrivo, con una costruzione di 3.650 metri cubi (una parte su due piani fuori terra). C’è poi la cabina S, storico cimelio della “Monti” sulla curva Antelao da ristrutturare. Infine gli impianti di refrigerazione richiederanno altri 1.300 metri quadrati di superficie e 880 metri cubi fuori terra.

Qui l'articolo di Giuseppe Pietrobelli su ilfattoquotidiano.it