Forti dell’ampio consenso popolare e del risultato della raccolta fondi per sostenere le spese legali, il Comitato Civico Cortina, Italia Nostra e il Condominio Cantore hanno presentato in data 28 giugno un secondo ricorso al Tribunale Amministrativo Regionale del Veneto, questa volta contro il Comune di Cortina d’Ampezzo e la Regione Veneto, notificando inoltre la Pool Engineering srl e coinvolgendo la Provincia di Belluno e la Soprintendenza.
L’atto completa il precedente ricorso già presentato un mese fa contro la Provincia di Belluno che ha deciso di non assoggettare alla procedura di V.I.A. la “Proposta di Partenariato pubblico privato per l’intervento di riqualificazione urbana in aree pubbliche nell’ambito dell’ex stazione ferroviaria nel comune di Cortina d’Ampezzo (BL)” presentato da Pool Engineering S.r.l.
Le Associazioni e i cittadini hanno sempre contestato la mancanza di trasparenza di tutto l’iter. Questa carenza di comunicazione e di rapporto con la cittadinanza hanno portato alla necessità di tutelare l’interesse pubblico di fronte al TAR, dopo avere comunque presentato osservazioni formali che non hanno trovato un adeguato riscontro.
Viene chiesto l’annullamento delle delibere del Consiglio comunale che approvano e adottano la variante urbanistica al PRG, nonché il parere della Commissione VAS della Regione del Veneto relativo alla medesima variante.
In primo luogo si evidenziano una serie di illegittimità nella procedura di VAS conclusasi con il parere positivo espresso dalla Commissione VAS della Regione del Veneto. Considerato che il parere di VAS è un presupposto fondamentale della variante urbanistica, il relativo annullamento avrebbe l’effetto di fare cadere i provvedimenti approvativi della variante medesima.
Inoltre, si sottolinea che la procedura di "valutazione ambientale strategica" ha necessariamente ad oggetto la "proposta di piano o di programma"; invece, nel caso in esame, nessuna "proposta di piano", ossia nessun elaborato della variante urbanistica (a partire dalla Relazione) è stato sottoposto a VAS e alla relativa fase di consultazione e partecipazione pubblica che ne è risultata evidentemente calpestata. Questa osservazione è stata ignorata già in fase di iter.
Tra i contenuti fondamentali della procedura di VAS sui piani e programmi vi è quello della considerazione del patrimonio culturale e dei relativi impatti conseguenti al piano o programma: nei documenti manca l’assenso della Soprintendenza relativo alla compatibilità dell'intervento con il bene culturale vincolato. E’ importante perché – per i ricorrenti - il progetto di riqualificazione urbanistica risulta manifestamente incompatibile con la chiara prescrizione del decreto di vincolo culturale sull'area dell'ex stazione ferroviaria di Cortina.
Sono poi contestate le procedure di adozione e approvazione della variante urbanistica al PRG.
«Questo ricorso aggiuntivo ha fatto emergere il perché questo progetto non sia mai stato reso pubblico» afferma Marina Menardi, presidente del Comitato Civico Cortina. «Sono talmente tante le illegittimità, le violazioni delle norme, gli eccessi di potere da far rabbrividire su come è stata gestita la questione dalla parte pubblica. Sappiamo che è una lotta di Davide contro Golia, visti gli interessi in campo. Ma grazie all’appoggio popolare ci siamo sentiti in dovere di intervenire per vie legali, visto il muro che ci siamo trovati davanti con l’ex amministrazione comunale».